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Massa critica, in inglese Critical Mass, venerdì sera 29 novembre 2024, ha fatto tappa a Casanova del Morbasco, frazione di Sesto Cremonese: una protesta partecipata, colorata e pacifica contro il progettato ampliamento dell’impianto per la produzione di biometano nel territorio comunale di Sesto.

La massa critica è un raduno di biciclette che sfruttando la forza del numero (massa) invade le strade normalmente occupate dalle automobili. Se la massa è sufficiente (ovverosia critica), il traffico non ciclistico viene bloccato anche su strade di grande comunicazione, come viali a più corsie. La massa critica è un fenomeno di difficile definizione, trattandosi di evento spontaneo privo di struttura organizzativa formalizzata. L’iniziativa si è sviluppata a partire da San Francisco dove nel 1992 si svolse la prima critical mass, per diffondersi in molte grandi città. L’evento consiste in appuntamenti convenzionali (“coincidenze organizzate”) di ciclisti che attraversano insieme tratti di percorso urbano in sella ai loro mezzi. La massa critica italiana ha adottato per prima la tradizione statunitense delle bici fantasma per ricordare le vittime di incidenti stradali.

Venerdì sera massa critica si è concentrata nei pressi dell’azienda dove è progettato l’ampliamento dell’impianto di produzione di biogas in biometano. Gli attivisti per l’ambiente e il clima organizzano ogni ultimo venerdì del mese queste manifestazioni partendo alle 19 da piazza Roma. Hanno partecipato abitanti di Casanova del Morbasco e di Picenengo.

“Il biodigestore – dichiarano gli attivisti di Critical Mass – oltre che con trinciati viene nutrito con scarti della produzione di allevamenti e macelli. Soddisfare il fabbisogno comporterà aumento del traffico in un asse stradale dove già insistono i progetti della logistica e del centro commerciale Cardaminopsis. Anche quest’anno sono stati superati i 45 giorni con concentrazioni di inquinanti (pm10) oltre i limiti di legge. Sappiamo che le patologie aumentano di frequenza con l’aumentare dell’inquinamento atmosferico e da noi la concentrazione di inquinanti non ha pari nelle altre città della stessa pianura padana e che è responsabile di oltre 100 decessi ogni anno nel solo Comune di Cremona. Chi si assume la responsabilità?”

Alla manifestazione è intervenuto il Comitato che si batte contro  il progetto che fa capo ad A2A.

 

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Edoardo Raspelli

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