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Il Comitato dei cittadini di Picenengo prende posizione in modo chiaro contro l’inclusione delle aree destinate alla logistica della frazione legati alla Zona Logistica Semplificata (ZLS) delle aree portuali di Cremona  e chiede che questi interventi vengano subito stralciati dalla pianificazione strategica e da ogni possibile accesso a incentivi pubblici.

Le aree in questione comprenderebbero il grande polo logistico in via Sesto fino al confine comunale vicino all’abitato di Casanova del Morbasco, il cui progetto presentato ormai due anni or sono è sottoposto in questa fase a Valutazione di Impatto Ambientale, proprio in conseguenza degli approfondimenti richiesti dagli Enti di controllo, e l’area ex-SCAC, nei pressi del centro commerciale Cremona Po, dismessa da molti anni e della quale si è sempre parlato di un recupero ai fini commerciali e dei servizi e che mal si adatta ad usi per la movimentazione delle merci.

Nel primo caso, si tratta di un progetto già avviato da tempo e pensato e programmato senza il supporto delle ZLS, quindi in piena autonomia finanziaria e senza la necessità di contributi pubblici.,

Nel secondo, ad oggi, pare si tratti di una proposta preliminare, probabilmente scaturita proprio dalla presenza delle agevolazioni pubbliche in un’area per la quale fino a poco tempo fa era previsto a carico della proprietà la realizzazione di un sottopasso ferroviario che la collegasse a via Milano, solo recentemente cancellato perché troppo vincolante e oneroso. Nel caso specifico, grazie alle disponibilità pubbliche si recupererebbe, sì, un’area dismessa, ma non adatta allo scopo per via dei limiti della rete viaria e dell’intenso traffico esistente.

Il traffico merci di entrambi i progetti insisterebbe sulla via castelleonese e sulla viabilità del Centro Commerciele, già molto congestionate

Entrambe le aree inoltre non hanno alcuna relazione con le infrastrutture portuali e ferroviarie che presuppongono alla definizione della ZLS, essendo totalmente scollegate dai nodi ferroviari di Cavatigozzi e del porto Canale. Le condizioni della viabilità locale sono già oggi al limite, e un peggioramento avrebbe conseguenze dirette sulla vita quotidiana dei residenti: più traffico, più smog, più rumore, meno sicurezza.

A rafforzare questa posizione arriva anche la recente sentenza del TAR Lombardia n. 2797/2025, che ribadisce come la libertà d’impresa non possa prevalere sulle scelte urbanistiche dei Comuni, soprattutto quando queste tutelano l’ambiente, il territorio e la salute pubblica. Il TAR chiarisce che i progetti economici devono rispettare criteri di sostenibilità e proporzionalità, e che le amministrazioni locali hanno il diritto – e il dovere – di porre dei limiti a interventi che non siano compatibili con il contesto urbano e ambientale.

Alla luce anche delle recenti dichiarazioni del sindaco Virgilio, che nel suo intervento ha posto l’accento esclusivamente sulle esigenze di sviluppo imprenditoriale senza alcun riferimento ai gravi problemi ambientali che affliggono già oggi il territorio cremonese, riteniamo ancor più urgente riportare al centro della discussione la tutela della salute pubblica e della qualità della vita dei residenti.

Il Comitato sottolinea infatti che i costi ambientali, sanitari e sociali e gli eventuali adeguamenti infrastrutturali necessari debbano essere interamente a carico dei soggetti privati. Non è possibile accettare che le istituzioni pubbliche impieghino risorse comuni per supportare interventi che nulla hanno a che fare con la logistica portuale e ferroviaria – vero obiettivo della ZLS – e che invece aggravano una situazione già critica in termini di viabilità, traffico e qualità dell’aria.

Il Comitato dei cittadini di Picenengo ribadisce quindi le sue richieste:

– lo stralcio immediato delle aree della frazione dalla ZLS;
– nessun sostegno pubblico o agevolazione fiscale;
– copertura integrale dei costi da parte dei privati proponenti;
– rispetto del principio di partecipazione pubblica, con ascolto reale delle istanze dei cittadini e dei comitati locali.

Non siamo contrari allo sviluppo, ma a un’idea di sviluppo che scarica i suoi effetti negativi su chi vive il territorio ogni giorno. Picenengo non può diventare un’area di sacrificio per scelte calate dall’alto e guidate da interessi economici estranei al bene comune.

Comitato Cemento Picenengo

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