Unicef e covid, i bambini pagano il prezzo più alto

1 Luglio 2021

UNICEF su Rapporto annuale del segretario generale dell’Onu su minorenni e conflitti armati: nel 2020 gravi violazioni contro più di 19.000 bambini in situazioni di emergenza umanitaria.

  • In media, negli ultimi cinque anni, le Nazioni Unite hanno verificato che ogni giorno almeno 70 bambini hanno subito gravi violazioni dei loro diritti.
  • L’anno scorso, le armi esplosive e i residuati bellici sono stati responsabili di quasi la metà delle vittime accertate tra i bambini.
  • Le ragazze non sono state solo le vittime di un quarto di tutte le violazioni – hanno rappresentato il 98% delle vittime di stupro e violenza sessuale.

Dichiarazione di Henrietta Fore, direttore generale dell’UNICEF tratta dal dibattito di apertura del consiglio di sicurezza su bambini e conflitti armati

‘La pandemia da covid-19 è stata devastante per i bambini di tutto il mondo, ma soprattutto per i bambini che vivono gli orrori dei conflitti. I bambini intrappolati in queste emergenze hanno pagato un prezzo molto alto.

Secondo l’ultimo Rapporto annuale del segretario generale dell’Onu su minorenni e conflitti armati, nel 2020 le Nazioni Unite hanno verificato gravi violazioni contro più di 19.000 bambini in situazioni di emergenza umanitaria, molti dei quali hanno subito più di una violazione dei loro diritti. Migliaia di bambini sono stati uccisi o mutilati, reclutati e utilizzati nei combattimenti, rapiti, vittime di abusi sessuali e sfruttati. In media, negli ultimi cinque anni, le Nazioni Unite hanno verificato che ogni giorno almeno 70 bambini hanno subito gravi violazioni dei loro diritti. I numeri reali sono molto più alti. Ogni ulteriore caso si aggiunge alle oltre 250.000 violazioni registrate dall’inizio del meccanismo di monitoraggio.

Per i bambini che vivono nei 21 conflitti indicati nel rapporto, le sfide della vita quotidiana con il covid-19 vengono amplificate: chiusura delle scuole, aumento dei rischi di violenza e abusi durante i periodi di chiusura, impatti sulla salute mentale e la separazione dai loro amici e coetanei, meccanismi di risposta negativi come i matrimoni precoci e lavoro minorile. Il tutto sullo sfondo di conflitti prolungati e di una crisi socio-economica globale che minaccia di far retrocedere decenni di progresso e di aumentare il rischio di reclutamento e utilizzo dei bambini.

Speravamo che le parti in conflitto avrebbero spostato la loro attenzione dal combattimento l’una contro l’altra, alla lotta contro il virus. Ecco perché l’UNICEF si è unito al segretario generale nel chiedere un cessate il fuoco globale. 

Purtroppo, come dimostra questo rapporto annuale, questo appello è rimasto inascoltato. Le parti in conflitto non hanno deposto le armi. Non hanno smesso di combattere. Non hanno permesso un livello sufficiente di accesso umanitario in modo che le nostre agenzie e i nostri partner possano raggiungere questi bambini in difficoltà. E le chiusure e i limiti agli spostamenti hanno reso ancora più difficile il già complesso lavoro di sostegno a questi bambini.

Mentre le nostre agenzie stanno facendo tutto il possibile per prevenire queste violazioni e proteggere i bambini, chiediamo agli stati e a tutte le parti in conflitto di evitare l’uso di armi esplosive nelle aree popolate.

L’anno scorso, le armi esplosive e i residuati bellici sono stati responsabili di quasi la metà delle vittime accertate tra i bambini. Sono state usate per attaccare scuole, ospedali e strutture idriche e igieniche. Tutti sistemi vitali da cui le persone dipendono. Tutti vitali per prevenire epidemie, fame e malattie, e particolarmente importanti per i bambini. E sono un enorme motore di sfollamento, causando la fuga di bambini e famiglie dalle loro case a causa del pericolo costante.

Chiediamo inoltre agli Stati membri di investire nelle donne e nelle ragazze e di prevenire la violenza di genere nei conflitti.

Il rapporto del segretario generale mostra un aumento sconcertante dei casi verificati di stupro, violenza sessuale e rapimento. Le ragazze non sono state solo le vittime di un quarto di tutte le violazioni – hanno rappresentato il 98% delle vittime di stupro e violenza sessuale.

Mentre le nostre organizzazioni stanno facendo tutto il possibile per prevenire e rispondere a queste orribili violazioni contro le ragazze, abbiamo bisogno che gli Stati membri intraprendano tutte le azioni possibili, compreso un aumento considerevole degli investimenti nelle capacità di chi risponde in prima linea – specialmente le donne e le organizzazioni guidate dalle ragazze.

Chiediamo anche agli Stati membri di aiutarci ad aumentare la capacità di protezione dei bambini a tutti i livelli. I conflitti sono più lunghi, sono sempre più complessi e gli impatti su bambini e giovani continuano a devastare il futuro.

Ogni violazione contro i bambini – segnalata o non segnalata – rappresenta una macchia sulla nostra umanità. E sulla nostra capacità, a livello mondiale, di adempiere a una funzione fondamentale: proteggere e prendersi cura delle persone più giovani e vulnerabili del nostro mondo. E di eguagliare il loro coraggio e la loro resilienza con i nostri maggiori sforzi.

I bambini e i giovani non sono responsabili dei conflitti. Eppure, portano le cicatrici più profonde. Pagano il prezzo più alto. Attraverso un’azione politica decisiva e maggiori investimenti negli eroi umanitari che sostengono queste giovani vite nel mezzo di violenza e guerre, possiamo iniziare a ribaltare la situazione – attraverso e oltre la pandemia da covid-19′.

Henrietta Fore

direttore generale Unicef

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