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Signor Direttore

ci rendiamo conto che chi non ha voluto o potuto pubblicare il nostro comunicato stampa da noi inviato in data 4 agosto all’attenzione dei media locali, e non ha ricevuto molto probabilmente la replica dell’Asst, ora non sa che farsene della nostra “controreplica”.
Probabilmente i Direttori che non hanno iniziato a pubblicare quella che si prospetta come una promettente telenovela potrebbero ripensarci. Per questo motivo cerchiamo di dare una mano allegando tutti i tre i testi in oggetto. Per chi ha ritenuto leggendo il comunicato del 4 agosto che la situazione tra il “movimento” e l’Asst di Cremona si sta finalmente chiarendo, sia  pur da opposte visioni del problema e della giurisprudenza, confidiamo continuino a dare spazio a quanto è allegato e a quanto vi invieremo.
Enrico Gnocchi
sostenitore del “movimento per la riqualificazione dell’Ospedale di Cremona”
PS alleghiamo l’atto giuridico “Cosa dice il Consiglio di Stato – Adunanza Plenaria n. 10 del 2 aprile 2020” che è base per la nostra rivendicazione e al quale sembra che gli esperti avvocati dell’Asst non hanno pensato…
LA CONTROREPLICA DEL MOVIMENTO
 “Il PFTE non esiste”?  La giurisprudenza dice il contrario. L’ASST smentita dal Consiglio di Stato 

L’accesso ai documenti non è stato concesso: le richieste sono state respinte. Il  Movimento per la Riqualificazione dell’ospedale di Cremona respinge punto per punto la  replica dell’ASST pubblicata il 6 agosto, e ribadisce che: 

motivazione che “non esistono atti definitivi”; 

In realtà, esistono atti in corso di verifica, già redatti, trasmessi e utilizzati in occasioni  pubbliche; 

– Il Consiglio di Stato (Adunanza Plenaria 10/2020) ha chiarito che anche atti non  ancora definitivi sono accessibili, se esistono e sono stati protocollati o trasmessi tra  enti. 

Il PFTE è in fase di valutazione presso più enti pubblici, quindi non può non esistere. Se  fosse davvero “inesistente”, come sostiene l’ASST, nessuno lo starebbe esaminando. 

Inoltre, il riferimento al nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs. 36/2023) è del tutto  inappropriato: l’articolo 35 si riferisce a procedimenti di gara e non è applicabile all’accesso  civico generalizzato previsto dal D.Lgs. 33/2013. Questo diritto riguarda la trasparenza  amministrativa, e non può essere limitato da norme pensate per la tutela della concorrenza  nelle gare. 

Anche le più recenti linee guida ANAC e numerose sentenze del TAR confermano che  l’accesso civico prevale, salvo rischio concreto e attuale per interessi giuridicamente tutelati  – rischio che l’ASST non ha mai dimostrato. 

È lecito domandarsi se non vi sia, da parte dell’ASST, un utilizzo strategico dello stato  di “bozza” per evitare il protocollo formale dei documenti e, conseguentemente,  sottrarli al controllo civico. 

Tale comportamento, pur forse formalmente legittimo, risulterebbe in evidente contrasto  con i principi di trasparenza amministrativa stabiliti dalla legge e ribaditi dalla  giurisprudenza. 

Per questo motivo riteniamo indispensabile che le autorità di controllo, a partire dalla Corte  dei Conti e dall’ANAC, verifichino se le modalità di gestione del PFTE siano compatibili con il  diritto dei cittadini a essere informati prima dell’adozione di decisioni irreversibili.

Chiediamo quindi: 

  1. Che l’ASST smetta di confondere il pubblico con dichiarazioni contraddittorie; 
  2. Che le istituzioni regionali e la Corte dei Conti si esprimano su una situazione che rischia  di vanificare ogni controllo civico e istituzionale. 

L’accesso civico generalizzato è un diritto previsto dalla legge, non una concessione  discrezionale. La trasparenza non può iniziare nel 2026, quando i giochi saranno fatti. 

 

Movimento per la riqualificazione dell’ospedale di Cremona 

movimentoriqualificahcr@gmail.com

 

L’ACCESSO CIVICO E’ UN DIRITTO NON UN FAVORE

 Cosa dice il Consiglio di Stato – Adunanza Plenaria n. 10 del 2 aprile 2020 

Nel 2020, il Consiglio di Stato ha stabilito chiaramente che l’accesso civico  generalizzato – introdotto dal decreto legislativo 33/2013 – non è un favore  discrezionale dell’amministrazione, ma un diritto fondamentale dei cittadini. 

In particolare: 

  1. È un diritto di cittadinanza attiva – Non serve dimostrare un interesse personale. Ogni  cittadino può chiedere documenti per controllare la gestione pubblica e la spesa collettiva. 
  2. Vale anche per documenti non definitivi – L’amministrazione deve consegnare anche  atti in bozza, se esistono, se sono stati trasmessi, firmati o protocollati. Non basta dire che  “non sono approvati”. 
  3. Non può essere negato per formalismi – Non si può respingere una richiesta solo  perché generica o perché non usa formule tecniche. La PA deve comunque rispondere e  motivare. 
  4. Riguarda anche gli appalti – L’accesso si applica anche ai documenti delle gare e dei  progetti, come il PFTE, salvo eccezioni concrete e motivate (non generiche). 

In parole semplici: l’accesso civico generalizzato è uno strumento per difendere la  democrazia, la trasparenza e il buon uso dei soldi pubblici. 

Per questo motivo, il Movimento per la Riqualificazione dell’Ospedale di Cremona  ritiene inaccettabile il comportamento dell’ASST, che nega l’accesso agli atti sul  nuovo ospedale con motivazioni che contrastano con questi principi. 

Alle istituzioni e alla cittadinanza chiediamo di vigilare e di pretendere il rispetto della  legge, che non consente zone d’ombra o scorciatoie nella gestione di un progetto, oggi ci  dicono, di 438 milioni di euro.  

 

Movimento per la Riqualificazione dell’Ospedale di Cremona

movimentoriqualificahcr@gmail.com

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