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Un nuovo tassello delle politiche sociali del Comune di Crema prende forma con l’inaugurazione del nuovo dormitorio cittadino e con l’avvio di un più ampio progetto di Housing First, finanziato con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, fondato sul principio della casa come diritto fondamentale.

Il progetto complessivo di Housing First dispone di 715.000 euro di fondi PNRR e consente la ristrutturazione di 9 appartamenti, destinati a una nuova modalità abitativa rivolta a persone in condizione di grave fragilità sociale. Un modello che mette al centro la stabilità dell’abitare come presupposto indispensabile per la ricostruzione di percorsi di autonomia e inclusione.

All’interno di questo quadro, circa 320.000 euro sono stati destinati alla realizzazione di 3 nuovi appartamenti all’interno dell’ex complesso della Misericordia, oggi sede anche del nuovo dormitorio. Un intervento reso possibile grazie all’alleanza tra il Comune di Crema, la Fondazione Benefattori Cremaschi, proprietaria dell’immobile, e la Caritas Diocesana di Crema, che ha in carico la gestione e l’accompagnamento sociale degli ospiti.

Accanto ai tre appartamenti ricavati nell’ex Misericordia, il progetto complessivo prevede anche:
• 4 appartamenti del patrimonio di edilizia residenziale pubblica del Comune di Crema;
• 2 appartamenti situati nel Comune di Spino d’Adda, sempre all’interno dell’ambito territoriale cremasco.

Un sistema diffuso di soluzioni abitative che consente di rispondere in modo flessibile e mirato ai diversi bisogni delle persone accolte.

Sul fronte delle risorse comunali, l’Amministrazione ha stanziato 320.000 euro per la ristrutturazione degli spazi, oltre a 186.000 euro destinati alla Caritas per le spese gestionali connesse alle attività di accoglienza. A questi si aggiungeranno 200.000 euro annui che l’Ambito sociale cremasco investirà nella coprogettazione, che coinvolge complessivamente 48 Comuni, con l’obiettivo di rafforzare e rendere più forte il welfare territoriale.

Nel corso dell’inaugurazione, il sindaco di Crema Fabio Bergamaschi ha sottolineato il valore politico e sociale dell’intervento, richiamando il principio fondante delle misure PNRR dedicate all’abitare: «Housing First significa “la casa prima di tutto”. Questo luogo, la casa, che è la dimensione primaria della cura e della protezione per ogni persona e che quindi non può essere un privilegio, ma un diritto che deve essere accessibile a tutti. Soprattutto in una comunità che gode di un benessere diffuso, che sa crescere e produrre ricchezza, non possiamo dimenticare chi fa più fatica e i suoi bisogni».

Il nuovo complesso di via Patrini non è solo un dormitorio, ma uno spazio articolato che comprende anche appartamenti per persone in fase di reinserimento sociale e un’area dedicata al dormitorio femminile, una novità significativa per la città, pensata per rispondere in modo più adeguato e rispettoso alle esigenze delle donne in condizione di grave marginalità.

Un progetto che unisce investimento pubblico, collaborazione tra istituzioni e terzo settore e una visione di lungo periodo, con l’obiettivo di offrire non solo un riparo, ma luoghi dignitosi in cui ricostruire percorsi di vita, rafforzando la coesione sociale e l’idea di una comunità che non lascia indietro nessuno.

“La collaborazione è un metodo al centro delle politiche comunali di questi anni – commenta il Sindaco -. Le risposte ai bisogni sono tanto più forti e significative quanto più sono predisposte da una pluralità di sguardi convergenti sui fenomeni e dall’unione delle risorse. Il Comune di Crema collabora ancora una volta con grande piacere insieme alla Caritas, alla Diocesi e alla Fondazione Benefattori Cremaschi, partner centrali anche nell’intervento sugli Stalloni e su diverse altre iniziative”.

In conclusione, una considerazione generale: “Nel guardare a questi progetti, ma anche alle moltissime persone intervenute all’inaugurazione, penso che forse talvolta guardiamo alla nostra società con occhi troppo severi. Certamente non viviamo l’epoca più entusiasmante per quanto riguarda il sentimento di comunità e le relazioni tra le persone, ma c’è ancora una grande energia solidale con cui continuare a costruire fattivamente una società migliore per tutti. Rimane un tema da risolvere, complicato, che riguarda la grave marginalità: nessuno può essere obbligato ad entrare in dormitorio e in generale in questi percorsi. E forse una risposta definitiva su questo aspetto non esiste. Ma per chi ha bisogno e ne ha il desiderio, il dormitorio c’è ed oggi è un luogo pieno di dignità, con spazi moderni e adeguati. Una casa per chi non ce l’ha. Una porta aperta che accoglie e offre cura e protezione”.

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