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Dopo aver chiesto al presidente Roberto Mariani la convocazione urgente del consiglio provinciale,  abbiamo appreso con sconcerto da una mail inviataci dalla segreteria che Mariani non  intende convocare il consiglio provinciale. 

La motivazione con la quale si giustifica il rifiuto della convocazione urgente è puramente  burocratica e formale e cioè che il regolamento prevede che a richiedere la convocazione  siano almeno quattro consiglieri! 

Ricordiamo che è una prerogativa del Presidente della Provincia convocare in qualsiasi  momento un consiglio provinciale, qualora lo ritenga opportuno.  

Riteniamo che, stante la grave crisi organizzativa e finanziaria della società, il presidente  Mariani avrebbe potuto e dovuto convocare immediatamente e autonomamente il consiglio  provinciale. 

Ma aldilà di questo, ci sembra anche poco responsabile e rispettoso che su un tema così  delicato come il licenziamento di quattro lavoratori il presidente Mariani si nasconda dietro a un dito, accantonando e liquidando la nostra richiesta di convocazione adducendo  giustificazioni meramente burocratiche. 

La verità sembra invece possa essere un’altra e cioè che il presidente Mariani non voglia  convocare il consiglio provinciale perché è consapevole che sia l’unico organo che ha la  competenza e la titolarità per chiedere alla società di revocare i licenziamenti. 

Infatti, la presunta “lettera” scritta a Centropadane Srl dal presidente Mariani con la quale  chiederebbe ai vertici di Centropadane di “soprassedere” o “congelare” i licenziamenti, non  ha alcun valore perché non puó superare a livello politico-amministrativo la “presa d’atto”  del Piano di risanamento approvata dal consiglio provinciale. Prova ne è, che il direttore di Centropadane e il Consiglio di amministrazione l’ha  completamente ignorata, costringendo così i dipendenti a ricorrere alle vie legali per  tutelare i propri diritti. 

Ad oggi i licenziamenti dei quattro dipendenti non sono stati né “congelati”, né tantomeno  “revocati”, come richiesto dal nostro gruppo in una mozione che il presidente Mariani, con  il suo diniego alla convocazione del consiglio provinciale, non ci ha consentito di discutere  con gli altri consiglieri. Per questo motivo, confermiamo e richiediamo ancora  pubblicamente al presidente Mariani di convocare urgentemente il consiglio provinciale per  revocare la “presa d’atto” del piano di risanamento e contestualmente dare atto di indirizzo  al Presidente affinché chieda alla società di revocare i licenziamenti. 

Qualora Mariani insistesse nel non convocare il consiglio provinciale, saremmo di fronte  a un nuovo e significativo tassello che farebbe comprendere molto bene il vero obbiettivo  della maggioranza. Come si dice tre indizi fanno una prova!! 

Infatti, dopo aver portato in consiglio provinciale la “presa d’atto” del Piano di Risanamento  anziché la sua bocciatura, dopo aver ricapitalizzato la società con soli  10.000, 00 euro, dopo  aver inviato ai vertici della società una lettera inefficace con richieste cortesi e dolci di  “congelamento”; la mancata convocazione del consiglio provinciale urgente costituirebbe il quarto indizio e quindi la prova che il presidente Mariani e forse anche tutto il Pd ed i suoi  alleati non vogliono che si revochino i licenziamenti.

Infine ribadiamo con forza la nostra  preoccupazione intravedendo il rischio per la continuità aziendale, sia in termini operativi,  sia in termini di pagamento degli stipendi dei lavoratori. Anche su questo punto chiediamo  al presidente Mariani di fornire adeguate garanzie ai dipendenti della società di ricevere  regolarmente il proprio compenso per il lavoro svolto. La ricapitalizzazione al minimo  previsto di legge e la drastica riduzione degli affidamenti da parte della Provincia di  Cremona rischiano di peggiorare ulteriormente la già critica situazione finanziaria della  società. 

 

Valeria Patelli 

Giovanni Rossoni 

Filippo Raglio

 

Gruppo consiliare Centrodestra per Cremona 

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