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Parla come al solito molto di Lombardia anche l’edizione 2025 di Pendolaria, il report di Legambiente sullo stato del trasporto collettivo in Italia, arrivato alla sua ventesima edizione.

La Lombardia è la regione italiana con la maggiore offerta di treni regionali, e conseguentemente con il maggior numero di viaggiatori, ma questa posizione di leadership non arriva a una “chiusura del cerchio” per ciò che riguarda la priorità da dare al trasporto collettivo nelle politiche regionali, preferendo non mettere nessun freno alla motorizzazione individuale.

La linea ferroviaria peggiore si riconferma ancora una volta la Milano-Mortara-Alessandria, utilizzata da diciannovemila viaggiatori al giorno e che anche nel 2025 ha visto guasti ai convogli e alla rete, con inevitabili ritardi e soppressioni di corse. Clamoroso l’episodio dello scorso 30 settembre con ritardi fino a due ore, sei corse cancellate, forze dell’ordine inviate in stazione per cercare di smistare i pendolari nei convogli. Il tutto a causa del protrarsi di alcuni lavori iniziati nelle ore notturne. Il problema all’origine di questa situazione, ormai annosa, riguarda il mancato accordo tra Governo, Regione Lombardia e i Comuni interessati per creare le condizioni per raddoppiare i binari nella tratta mancante, ad esempio mediante il raddoppio selettivo, meno invasivo, promosso anche dal Comitato locale.

“Nonostante gli sforzi anche a livello nazionale del governo lombardo per aumentare gli investimenti, Pendolaria sottolinea il carattere di una regione con luci e ombre, dove in sintesi non si percepisce un reale cambio di passo per allontanarsi dalla mobilità insostenibile,” commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Responsabilità tanto più significativa, quanto più si pensi al ruolo politico ed economico della Lombardia in Italia. Serve una maggiore empatia con i bisogni delle cittadine e delle amministrazioni locali, trasformando le rendite di posizione in investimenti nel futuro di tutti. E ovviamente un trasporto collettivo che risponda ai bisogni dei cittadini”.

Gli effetti di questo sbilanciamento, che penalizza l’efficienza di un settore tanto strategico, si vedono sia in termini sociali sia ambientali. Per alcuni cittadini il trasporto pubblico è necessario per l’accesso al lavoro, all’istruzione e a servizi essenziali, ampliare le opportunità di relazioni, abbassando se non annullando gli alti costi da sostenere forzatamente per il mantenimento di un veicolo a motore. Condizioni che, aggravate dai disservizi, concorrono a una condizione di povertà mobilistica (mobility poverty).

Un caso emblematico dello sbilanciamento di cui si è detto è quello del nuovo orario entrato in vigore da domenica 14 u.s. sulla tratta ferroviaria Milano-Pavia-Stradella, a causa dell’adeguamento per l’alta velocità della tratta Milano-Genova. A essere penalizzati dallo spostamento in avanti degli orari sono le persone in età scolare, con un arrivo a Pavia inevitabilmente in ritardo per la campanella e un altrettanto problematico servizio per gli atenei milanesi. Il caso è tanto più emblematico non tanto per il disservizio in sé, quanto per una mancata fidelizzazione delle nuove generazioni al trasporto collettivo a causa di un servizio poco attrattivo ed efficiente, e una prevedibile scelta futura a favore della motorizzazione individuale.

Di fronte a una media italiana che sfiora i 15 anni di età del materiale rotabile, la Lombardia si attesta attorno ai 13, anche se dei 467 treni in circolazione il 24% ha più di 15 anni. Quanto agli investimenti, la Lombardia con i quasi 184 milioni di euro stanziati per il servizio e 193 milioni di euro per il materiale rotabile, si conferma tra le regioni con più fondi a disposizione nel bilancio regionale, circa l’1,34%.

Un dato che non rassicura, se messo a confronto con il primo posto in Italia per passeggeri sui regionali (quasi 700K / giorno) e per treni/km (quasi 50 milioni di chilometri percorsi da tutti i treni regionali in un anno). La Lombardia, regione più popolosa in Italia con oltre 10 milioni di abitanti, avrebbe bisogno, proprio per questi volumi, di investimenti più convinti e convincenti nel trasporto collettivo.

Attendono, infatti, i finanziamenti necessari per essere portate a termine numerose opere ferroviarie, che potrebbero far aumentare sensibilmente sia il numero di persone che utilizza il treno, sia la qualità della vita di chi ogni giorno già lo usa per motivi di studio e lavoro. In Lombardia: il raddoppio della Albairate-Mortara (1.857 milioni mancanti); il potenziamento Rho-Gallarate (392 milioni mancanti); il quadruplicamento Pavia-Milano Rogoredo (660 milioni mancanti); il raddoppio della Codogno-Cremona-Mantova (1.437 milioni mancanti); il raddoppio della Ponte San Pietro-Bergamo-Montello (417 milioni mancanti).

Investimenti che, rileva Pendolaria, anche in Lombardia sono soprattutto nelle infrastrutture meno sostenibili, come strade e autostrade, in quanto vettori della motorizzazione prevalentemente fossile delle persone e delle merci. La Bre.Be.Mi, la Pedemontana lombarda, la Bergamo Treviglio e altre ancora sono tutte opere dalla dubbia utilità, che continuano a drenare preziose risorse, non solo economiche, per lo sviluppo del trasporto collettivo.

Ultimo tema nel rapporto, l’esposizione delle infrastrutture e dei servizi di trasporto collettivo agli eventi meteorologici estremi, che con la loro frequenza sono tra i sintomi più evidenti della crisi climatica in atto. Per il 2024 Pendolaria annovera quattordici eventi a Milano, legati per la maggior parte alle esondazioni di Seveso e Lambro e alle conseguenti chiusure della M3 e delle tranvie, e la sospensione della linea ferroviaria Milano-Lecco, con i Vigili del Fuoco che sono riusciti a fermare un treno a pochi metri da una voragine causata dal maltempo nei pressi della stazione ferroviaria di Bulciago (Lecco), una delle zone più colpite dalla forte perturbazione temporalesca del 10 settembre.

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