A proposito di cattivi pensieri e dei ‘borghesi depressi’ che fuggono da Cremona

9 Giugno 2025

GLI EDITORIALI DI ADA FERRARI

Mi auguro che queste  righe procurino a chi legge lo stesso divertimento che hanno procurato a chi scrive. Nell’ovvio sottinteso che sorridere non significa non pensare e non  trarre dai curiosi casi della vita le debite conclusioni politiche. Specie se ci rammentano  con la forza dell’evidenza che la volpe, specie in politica, perde il pelo ma non il vecchio vizio.

Ma ecco l’antefatto. In un recente incontro fra amici noto strani sorrisetti e frequenti allusioni a quel luogo, non a caso definito di ‘pace eterna’, in cui le umane ansie approdano a definitivo sollievo. Ogni sguardo, cautamente trasversale, punta su di me, in evidente attesa di una mia reazione. Debitamente torchiati, i congiurati confessano: causa del mistero è un articolo comparso sul Blog lo scorso 25 maggio  (Sicurezza e cattivi pensieri in attesa della militarizzazione di Cremona). Ricordo di averlo forse frettolosamente letto e poco cordialmente commentato. Ben altra impressione ne ricavo dopo immediata rilettura. In effetti l’articolo, pur tacendo il nome del bersaglio, è la rancorosa caricatura del profilo sociale di una “privilegiata” ciecamente insensibile ai mali del mondo.

In realtà l’autore, con generoso corredo di citazioni cinematografiche, letterarie e musicali, si è cimentato in un gigantesco saggio di retorica populista fondato su fragilissime supposizioni personali. Scintilla di tanta foga tribunizia? Mi ero precedentemente espressa sul problema della sicurezza chiedendo fatti e non parole. Purtroppo natura ha voluto che fossi solo una femminuccia geneticamente priva della consumata arte che consente alla superiore razza maschile di arrampicarsi sui vetri del più abile virtuosismo dialettico sostenendo tutto e il contrario di tutto. Tipo invocare più sicurezza e contemporaneamente meno repressione. Al che le opposte verità si eludono reciprocamente ed ecco l’alibi del perfetto immobilismo.

Massì, lo confesso, le sedute fiume per stabilire se forze dell’ordine in tuta mimetica sono compatibili con la Costituzione o possono urtare la delicata sensibilità dei rampolli che accoltellano, massacrano e vandalizzano mi provoca orticaria. E sono per giunta tanto screanzata, e poco cremonese, da farne aperta confessione. Così come apertamente ho dichiarato, non immaginando di offendere la pubblica morale, di scappare più che posso da Cremona in cerca di aria in ogni senso più respirabile. Comportamento comune a migliaia di altri presunti ‘parassiti’, espressioni di una borghesia socialmente indifferente ai problemi del mondo, chiusa in oasi di dorato ozio, felicemente libera da scadenze di mutui o affitti che affliggono la maggioranza degli umani.

Sono ammirata dalle stupefacenti doti sensitive che consentono al veemente censore di sapere per divinazione situazioni patrimoniali, pendenze, proprietà immobiliari. Suppongo che lo affianchi nell’opera di divinazione un certo commercialista locale che sostiene di capire da come uno cammina la consistenza del suo conto in banca .E’ sicuro che scappare da Cremona significhi andare alle Maldive o non, magari, nella casetta ereditata dai nonni a Soresina?  E quand’anche di Maldive si trattasse, a che titolo esercitare censura? Ma va da sé che evocare dorati scenari resta il mezzo retoricamente più efficace per alimentare il vecchio arnese del conflitto di classe che a quanto pare è ancora a sinistra ben vivo e vegeto sotto il belletto della conversione liberal democratica.

Apprendo dunque d’essere “privilegiata”. Bizzarro modo di definire “privilegio” la vita di impegno professionale che mi ha consentito una cattedra universitaria pur senza tessere di partito in tasca o scodinzolante pemanenza in quelle serre calde del clientelismo politico che in Italia  notoriamente sono via maestra per carriera accademica quanto giornalistica.

Ma le doti sensitive non si fermano qui. L’ autore pratica anche diagnostica clinica a distanza. E il verdetto non lascia scampo. Chi scappa da Cremona appartiene alla malinconica schiera dei “depressi” a cui addita con elegante premura il luogo di pace eterna che spegne ogni umana afflizione. Lezione appresa. D’ora in poi prima di scappare da Cremona chiederò il dovuto consenso. Ancora meglio sarebbe ricevere la lista delle destinazioni ammesse. Possibilmente senza includervi quelle a cui solitamente si perviene lungo mesti viali di cipressi.

 

Ada Ferrari

8 risposte

  1. Molto sgradevole questo botta e risposta. Da una parte e dall’altra trovo particolarmente di cattivo gusto l’attaccare e il ‘difendersi’ non argomentando ma fermandosi a ribadire i propri meriti e a elargire a chi legge la propria preparazione culturale, accademica, cinematografica, musicale e chi più ne ha più ne metta. In ogni direzione: da sinistra verso destra, e da destra verso sinistra. Con tutto quello che c’è da dire e da fare, date pareri costruttivi e siate collaborativi! Volate alto!

  2. Sarebbe stato più elegante e più consono da parte della professoressa presa di mira in modo molto pesante non tornare a sottolineare, ma lasciare che i lettori, che non avevano letto frettolosamente e avevano colto la mancanza di rispetto, facessero le loro considerazioni.

  3. Curioso che quando un lui attacca una lei nessuno fiati mentre se una lei replica la si bacchetta e invita a Volare Alto. Tanto più curioso che l’invito giunga da due ‘lei’.

  4. La ricchezza, che permette di andare a respirare altrove, non è più né di destra né di sinistra, forse non lo è mai stata. Come la povertà che non permette di farlo. Non penso poi che Grassi non possa permettersi di evadere per motivi economici, e quanto lui devolva del suo stipendio ed eventuali pensioni pregresse a favore di chi fa fatica a pagarsi l’affitto non è dato sapere. Senz’altro può permetterselo suo figlio, visto un suo pregresso articolo dall’America latina. Nessun problema per me, libero lui di andare dove vuole anche se sono anni che io non posso più concedermi una vacanza come si deve. Ci sono altre gravi povertà caro Grassi che frenano, non c’è solo l’affitto. Ecco perché mi è parsa sciocca e un po ‘ ipocrita la polemica innescata contro la professoressa. Forse Grassi avrà dei limiti istituzionali che gli impediranno di evadere, legati al ruolo di sindaco che tuttavia si è scelto.
    Non era obbligatorio farlo ma non so quanti sindaci lavorino di domenica, se non per qualche ricorrenza o taglio di nastro ed anche questo è un privilegio rispetto a chi come me lavora mediamente 3 domeniche al mese, mentre gli uffici comunali non solo di domenica ma anche di sabato generalmente sono chiusi. Non so poi se a Casale Cremasco lavorano nei week end. Se fosse, sarebbe un’eccezione alla regola, e tanto di complimenti per questo altrimenti sarebbe da privilegiati sul lavoro rispetto a chi esercita, e non come sovrappiù, professioni come la mia. Se poi guardiamo alle entrate, stendiamo un pietoso velo. Ma questo è il meno, nel logorio quotidiano della mia vita. Forse allora sarebbe il caso di evitare digressioni patetiche sulla vita altrui, quando si parla di sicurezza piuttosto che di inciviltà pubblica o privata … a meno che si tratti di persone direttamente coinvolte nei fatti descritti, come nell’ultimo caso, quello del ballo pubblico sui tavoli, descritto da Grassi.

  5. Sono rimasto sorpreso dalla reazione delle due gentili lettrici all’editoriale della professoressa Ferrari. Ognuno chiamato in causa ha il diritto di difendersi come crede. Mi sembra una risposta garbata e molto ironica al pesante attacco subliminale contenuto nel citato articolo. Non mi sembra lesa maestà o qualunquismo segnalare le disfunzioni della città e l’insuffucienza delle soluzioni proposte. Io lo definirei senso cvico. Nella libertà di ognuno sta poi la scelta dei tempi e modi di risiedere in città.

  6. Infine :”Andare a respirare altrove ” non è solo sinonimo di ricchezza, ma anche di un’oculata gestione dei propri risparmi, delle occasioni che si presentano, di scelte/spese fatte a discapito di altre perché ritenute più importanti, di rinuncia agli sperperi ; quindi peggio ancora può essere una scelta obbligata, inevitabile, che accentua l impoverimento delle famiglie per quella complessità della natura umana, delle sue dinamiche che a tanti compreso lei forse signor Grassi, sfuggono alla comprensione se non sono vissute in prima persona, per cui ci vorrebbe maggiore prudenza prima di lanciare dal proprio pulpito certi strali che potrebbero sembrare solo frutto di un astio inconsapevole e immeritato per chi li riceve.

  7. Lettrici, lettori…che differenza fa? È il pensiero che conta. Ma la professoressa necessita di un paladino?

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