Aldo Palazzeschi, quattro incontri dal 10 aprile al Museo

9 Aprile 2024

Cinquant’anni fa moriva lo scrittore fiorentino Aldo Palazzeschi (1885-1974), la cui produzione si snoda lungo un periodo molto ampio, circa un sessantennio nel quale egli ha attraversato i numerosi movimenti letterari a lui contemporanei, sempre conservando, tuttavia, una sua personale posizione e indipendenza. Questo a partire dalla sua adesione prima al Crepuscolarismo, di cui riprende, nella produzione poetica, i temi che lo caratterizzano escludendone tuttavia gli atteggiamenti troppo languidi e, come è stato rilevato, ‘contaminando il tono elegiaco con lo sberleffo’, alla ricerca di un impertinente divertimento; poi accostandosi al Futurismo (un’adesione, questa, di breve durata) senza accoglierne peraltro il vitalismo e l’esaltazione della macchina –‘lo automobile’  e della velocità, ma facendone propria la volontà di dissoluzione dello stile tradizionale e la ricerca di nuovi modi espressivi. Infine la frequentazione del genere del romanzo. 

L’Associazione degli ex alunni del Liceo-ginnasio “D. Manin”, in collaborazione con la delegazione cremonese AICC (Associazione Italiana di Cultura Classica, riconosciuta dal ministero dell’Istruzione come ente formatore ed erogatore di corsi di aggiornamento) in occasione del 50° anniversario della  morte di  Palazzeschi vuole ricordare questo autore di sicuro interesse, che si muove tra attenta considerazione della realtà e capacità, insieme, di alleggerire  le sue opere, in prosa e in versi, specialmente quelle del primo periodo, con un’attenta ricerca di uno stile nuovo.

Per questo, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona, l’Associazione propone un ciclo di incontri culturali intitolato “Palazzeschi e dintorni”: ricchi ‘dintorni’ (luoghi e temperie culturale) che meritano, sia pure per assaggi, un attento sguardo: quelli a Gadda nei suoi anni fiorentini e a Natalia Ginzburg, nella sua ‘immaginazione’ narrativa, diversa rispetto a quella di Palazzeschi. 

Con questa iniziativa gratuitamente aperta al pubblico ci si propone dunque di sollecitare una riflessione critica su Palazzeschi, ma anche su un più variegato panorama storico-culturale, rivolgendosi, in particolare, agli insegnanti per il loro aggiornamento e agli studenti liceali, soprattutto ai maturandi, che non sempre ‘incontrano’ in modo completo il Novecento nel loro percorso scolastico. Agli uni e agli altri, se iscritti e presenti al corso, sarà rilasciato un attestato di partecipazione valido per gli usi di legge. Tutti gli incontri saranno come sempre liberamente aperti anche a chiunque fosse interessato ai temi trattati e si terranno nella Sala Puerari del Museo Civico (via Ugolani Dati, 4), alle ore 17 precise dei giorni indicati. 

Ad aprire il ciclo, con uno sguardo ai ‘dintorni’, sarà Claudio Vela, (Università di Pavia – Cremona), che mercoledì 10 aprile terrà una relazione su “Gadda a Firenze”, dove lo scrittore milanese aveva  assiduamente frequentato per tutti gli anni Trenta il mondo degli intellettuali, tra il caffè delle “Giubbe Rosse” e le riviste “Solaria” e “Letteratura” di Carocci e Bonsanti con il loro circolo di amici scrittori, stabilendo poi definitivamente a Firenze la sua residenza, mentre il fiorentino Palazzeschi, dopo aver operato lungamente nel contesto culturale della città natale,  si sarebbe invece trasferito a Roma a partire dal 1941.

A seguire, mercoledì 24 aprile Federico Francucci (Università di Pavia) presenterà “Palazzeschi romanziere: omini di fumo, sorelle, fratelli”: un percorso attraverso quasi quarant’anni di romanzi. Nel finale del “Codice di Perelà” l’omino di fumo, beautiful stranger su questa terra, si sfila gli stivali che lo tenevano ancorato al suolo e attraverso la cappa di un camino ascende al cielo, a raggiungere «il popolo delle nuvole». Ma Aldo Palazzeschi, che nel romanzo, nel 1911, aveva costruito uno dei più perfetti anti-eroi anarchici e alla lettera in-consistenti della nostra letteratura, non era fatto di fumo e rimase tra i vivi per più di sessant’anni ancora. Nei romanzi che seguirono “Perelà”, a partire dagli anni Venti, l’autore ha dovuto fare i conti, sul piano delle tecniche letterarie non meno che su quello esistenziale, con una difficile, desiderata ma anche molto temuta integrazione nella vita borghese, cercando di salvaguardare il nucleo della sua differenza, della sua inassimilabilità. Ne sono sortiti congegni narrativi strutturalmente “classici”, di impronta realistica, come “Sorelle Materassi” (1934) e “I fratelli Cuccoli” (1948), che mettono al centro le relazioni familiari, dunque uno dei cardini del modo di vita borghese, ma sempre dissestandole sottilmente dall’interno. 

Venerdì 3 maggio sarà Luca Stefanelli, (Università di Pavia) a proporre “Una ‘Passeggiata’ con Palazzeschi: tra flâneurs, nuovi media, schegge di modernità.” A partire dalla poesia “La passeggiata”, pubblicata nella raccolta L’incendiario (1905-1909), il relatore si propone di esplorare una serie di temi e di questioni centrali nell’estetica moderna, in campo letterario ma anche nell’arte, nella musica, nel cinema. In particolare Stefanelli parlerà della valorizzazione del non-senso, dell’errore, del caso,  che riceve un impulso significativo anche dalle nuove tecnologie audiovisive di registrazione-riproduzione, secondo l’acuta lettura di uno dei più interessanti teorici contemporanei dei media, Fiedrich Kittler: il lapsus; l’impiego dell‘’oggetto trovato’ (objet trouvé, Duchamp) nelle arti visive e del rumore in campo musicale (a partire perlomeno dai “suoni della natura” di Mahler); la poetica delle ‘intermittenze del cuore’ in Proust (“l’universo nella tazza da tè”) o l’Odissea formato ventiquattrore di Joyce. In tutti questi casi, citati a titolo di esempio, viene meno la capacità (o meglio la volontà) dell’individuo di porsi come organizzatore-demiurgo del ‘senso’, mentre si afferma il principio della flânerie (Baudelaire, Benjamin, Walser): la passeggiata vagabonda, cioè, che non si assoggetta a percorsi preordinati e si lascia andare alla deriva, esponendosi al disordine, all’imprevisto, all’insignificante.

Chiuderà il ciclo Giorgio Panizza, (Università di Pavia, Cremona) che, venerdì 24 maggio analizzerà “Un’altra immaginazione: Natalia Ginzburg narratrice”. Il relatore si concentrerà sul percorso di Natalia Ginzburg fino a “Lessico famigliare”: da “La strada che va in città”  a “È stato così”, da “Tutti i nostri ieri” a “Le voci della sera”, passando per “Le piccole virtù”. Un percorso in cui la scrittrice mette a frutto una fortissima vocazione a inventare storie, a tessere romanzi, come quelli che portano i lettori in un’altra realtà, che si traduce in una sensibilissima attenzione alle persone e ai drammi delle loro normalità. Dalla fantasia alla memoria, costruita e vera, Ginzburg sviluppa una magistrale capacità di gestire i tempi del racconto.

Sotto il limk della locandina dei quattro incontri al Museo Civico

loc palazzeschi manin AICC

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