A Cardiologia del Maggiore il ‘corpetto salvavita’

19 Aprile 2024

Utilizzato per la prima volta da una paziente con una severa disfunzione ventricolare
farà da “ponte” durante la cura farmacologica. Oltre a monitorare il cuore,
interviene in caso di aritmie potenzialmente letali e riduce il ricorso ad interventi invasivi

Anche la Cardiologia di Cremona utilizza il “corpetto salvavita” per prevenire il rischio di morte cardiaca improvvisa su base aritmica. Si tratta di un defibrillatore indossabile, applicato per la prima volta a Cremona su una paziente di 53 anni. «La donna è stata ricoverata in ospedale per un quadro di scompenso cardiaco acuto, secondario ad una severa disfunzione ventricolare sinistra, quindi ad alto rischio di aritmie anche fatali», spiega Simone Verde, cardiologo del reparto (diretto da Gian Battista Danzi). (nella foto centrale l’équipe di Cardiologia).

In casi come questo, il defibrillatore indossabile funge da “ponte”, per accompagnare il paziente nel percorso terapeutico, evitando rischi e interventi più invasivi. «Questo dispositivo è già ampiamente impiegato negli Stati Uniti e in altri Paesi europei, Italia compresa», prosegue Verde. «Da oggi Cremona è tra i centri italiani che potrà utilizzarlo su pazienti selezionati, specialmente giovani, per monitorare il loro stato di salute dopo eventi critici e riconoscere precocemente un’aritmia minacciosa per la vita».

PREVENIRE FINO A 90 GIORNI

La fibrillazione ventricolare è la principale causa di morte cardiaca improvvisa. Si tratta di una forma di aritmia che comporta una contrazione caotica, rapida e priva di efficacia delle fibre muscolari che costituiscono i ventricoli. «Studi e trial clinici hanno dimostrato come nei pazienti affetti da una severa disfunzione ventricolare sinistra di nuovo riscontro, qualunque ne sia la causa, l’incidenza di tale aritmia è massima nei primi trenta giorni dopo la dimissione ospedaliera», commenta il cardiologo. «L’83% dei decessi per morte improvvisa correlata avviene dopo il rientro a casa. Il rischio si riduce progressivamente nei mesi a seguire, anche se si raccomanda un’allerta fino ai 90 giorni».

SICURO ED EFFICACE

Per questo motivo, nella fase che segue la prima diagnosi è importante capire se le terapie farmacologiche sono in grado di migliorare la funzionalità del cuore. «Le più recenti evidenze scientifiche dimostrano come il defibrillatore indossabile sia sicuro ed efficace, con un impatto importante in termini di prevenzione», spiega Verde.

L’ apparecchiatura è composta da un corpetto indossabile (pesa circa un chilo), in cui sono inseriti elettrodi e piastre di defibrillazione, il tutto collegato ad un piccolo registratore posizionato attorno alla vita o a tracolla. Va portato sempre, giorno e notte, per monitorare il cuore del paziente 24 ore su 24 e controllare l’attività cardiaca anche da remoto. Quando necessario, si attiva automaticamente (preallertando la persona) ed eroga una scarica di corrente elettrica, per ripristinare il regolare ritmo cardiaco.

EVITARE INTERVENTI INVASIVI

Oltre a proteggere il paziente, il dispositivo consente al medico di tenere sotto controllo la situazione e di guadagnare tempo per individuare la terapia ottimale, evitando ove possibile l’impianto di un defibrillatore cardiaco definitivo. «Nonostante quest’ultimo sia un indiscusso salvavita – commenta Verde –  può risultare uno scomodo compagno di vita, perché può comportare limitazioni in campo lavorativo e sportivo oltre che essere sede  di  possibili infezioni  future».

«Il defibrillatore indossabile è una protezione che da oggi possiamo offrire anche a Cremona – conclude Gian Battista Danzi, direttore della Cardiologia – per garantire la sopravvivenza e al contempo sfruttare al massimo le terapie farmacologiche, riducendo i tempi di degenza e i costi di cura. Una volta recuperata la regolare funzione cardiaca e trattate le cause all’origine dell’aritmia, il paziente potrà togliere il corpetto e tornare alla propria vita di tutti i giorni».

2 risposte

  1. Dispositivi sempre più tecnologicamente avanzati e medici formati per un utilizzo adeguato. Se poi ci fosse unita la medicina telematica per il cui funzionamento già parecchi anni fa alcuni edifici erano stati dotati da progettisti e costruttori lungimiranti, sarebbe un costante controllo a distanza molto vantaggioso. Ma per ora non è così e la tecnologia prevista non è mai stata messa in funzione. Invece si lavora allegramente e alacremente a un bell’ospedale/parco giochi pronto ad affrontare i numerosi terremoti che si abbattono su Cremona, per citare il dottor Cavalli. Forza Movimento!!!

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