Animali d’affezione. Octopus: se muore prima il proprietario?

24 Marzo 2022

Stiamo purtroppo vivendo un momento difficile e forse l’unica grande certezza che ci rimane è la costruzione di un polo della cremazione dedicato ai nostri gatti, seppure con l’auspico che possa estendere la propria insostituibile attività anche ai porcellini d’India, ai criceti, ai furetti, ai canarini, ai pesci rossi. Per le tartarughe il discorso è più complicato, dal momento che  la loro vita media sopravanza spesso quella del proprietario. E ’quindi allo studio un apposito regolamento per autorizzare lo smaltimento delle carcasse in assenza di volontà scritte da parte dei loro padroni, pur con il rischio di possibili gravi contrasti tra gli eredi su chi debba poi pagare il conto della cremazione.

Il richiamo alle tartarughe di affezione ci consente di introdurre un tema assai dibattuto ma per il quale non è stata ancora individuata una soluzione soddisfacente: che fare se muore il padrone prima dell’animale di affezione? Un suggerimento interessante prevede l’adozione a distanza, anche se l’esperienza insegna che spesso i fondi inviati per nobili scopi finiscono per appesantire le tasche di loschi individui che speculano sul dolore altrui. L’inaugurazione, con relativo taglio del nastro, di una colonia felina è certamente un’ottima idea, così come il già esistente rifugio del cane e tuttavia sarebbe opportuno riflettere su di un sistema di ‘protezione sociale’ anche per altri animali da compagnia. Se davvero la salvaguardia delle minoranze è un elemento cardine della nostra società, sembra opportuno ricordare che la convivenza pacifica tra un coniglio nano ed un dobermann è di fatto molto complicata, così come per un pappagallino non sembra facile competere con un adorabile micetto. E i pesci rossi? Dove li mettiamo i pesci rossi?

Una possibile soluzione alternativa è quella far tesoro delle esperienza del passato e di richiamarsi alle antichissime tradizioni di egizi, etruschi e maya, nelle quali la corrispondenza di amorosi sensi tra l’animale ed il padrone si sublimava in una sepoltura comune.  Che non vuol dire fossa comune, ci mancherebbe altro. Quella è riservata ai cittadini ucraini.

 

OCTOPUS

2 risposte

  1. A parte il riferimento populista alla povera Ucraina, per conto mio fuori luogo, leggo sempre con piacere gli interventi di Octopus. Devo aggiungere che i problemi degli animali domestici orfani dei padroni deceduti sono davvero all’ordine del giorno. In passato frequentando il nostro canile o quello più lontano di Calvatone ho potuto constatare che il problema c’è e non è di piccole dimensioni. Fortunatamente, quando gli eredi sono illuminati, gli animali domestici finiscono nei rifugi. Quelli più sfortunati finiscono per conoscere il disagio della strada. Ma non solo. Non è necessario che il proprietario muoia perché si accenda una disputa fra gli eredi che saranno più inclini a provare interesse per beni mobili o immobili; ho dovuto assistere ad una disputa fra coniugi in fase di separazione. I cani erano due e la parti non si trovavano d’accordo sulla loro separazione e nessuno dei due coniugi voleva accollarsi l’onere di occuparsi in solido di tutti e due i cani (peraltro di razza…). Così i poveretti sono finiti in canile… Octopus hai ragione. È un problema grosso quello che hai denunciato. Più grosso di quel che si creda.

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