Asst, Giornata nazionale dei tecnici sanitari di laboratorio

22 Dicembre 2022

Sono 88 gli operatori negli ospedali di Cremona e Oglio Po. Operatori fondamentali, come la collaborazione con i diversi reparti:  “Non lavoriamo a contatto con il paziente ma per il paziente”

Invisibili, ma fondamentali. Oggi, giovedì 22 dicembre 2022 si celebra la seconda Giornata nazionale dedicata ai tecnici sanitari di laboratorio biomedico (TSLB). Istituita il 22 dicembre 2021, riconosce il lavoro prezioso e incessante svolto da questi professionisti, da sempre al servizio delle persone e della sanità territoriale. La pandemia ha reso evidente l’importanza e la necessità di questa professione, per il ruolo svolto nell’ambito della diagnosi dell’infezione da Sars-Cov2 e della prevenzione.

Istituita nel 1934, la professione di tecnico sanitario è da sempre parte del processo di diagnosi e cura. «Pochi sanno che l’80% delle diagnosi effettuate in sanità dipende da indagini di laboratorio», afferma Giampietro Morstabilini dirigente delle Professioni sanitarie dell’Asst di Cremona e da quarant’anni tecnico di laboratorio. «Tra le professioni sanitarie è quella meno “visibile” esegue indagini diagnostiche non a contatto con il paziente ma per il paziente».

 L’Asst di Cremona può contare su 88 professionisti, di cui 71 all’ospedale di Cremona e 17 all’Oglio Po. Oltre all’attività svolta all’interno del Laboratorio Analisi di Cremona (diretto da Sophie Testa) e di Oglio Po (diretto da Maria del Pilar Esteban), sono presenti anche nei reparti di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (diretto da Massimo Crotti), Anatomia Patologica (diretto da Marco Ungari), Ematologia (diretto da Alfredo Molteni) e nella Farmacia ospedaliera (diretta da Andrea Machiavelli).

DI COSA SI OCCUPA

Il tecnico sanitario di laboratorio biomedico svolge attività di analisi biomediche e biotecnologiche, in particolare di biochimica, di microbiologia e virologia, di farmacotossicologia, di immunologia, di patologia clinica, di ematologia, di citologia, di istopatologia e citogenetica. Esegue l’analisi di un campione biologico (sangue, pezzo chirurgico, urine, espettorato, versamenti, etc.) o dell’esperimento in una ricerca scientifica, ed è inoltre responsabile della relativa validazione tecnica dell’analisi. È addetto all’utilizzo, manutenzione e controllo di qualità delle varie strumentazioni.

Negli anni, questa attività ha vissuto un’enorme evoluzione tecnologica, grazie alla quale gli errori tecnici sono ormai ridotti al minimo: il 40 per cento di questi vengono effettuati nella fase che precede il laboratorio, il 30 percento in quella successiva. «Ciò non ha ridotto la responsabilità del tecnico di laboratorio – aggiunge Morstabilini – Anzi: ora è responsabile di ogni azione che compie. Lavorare con le macchine non significa semplicemente schiacciare un bottone, ma saper governare l’intero processo di elaborazione e saperne interpretare il risultato».

 

CONNESSI A TUTTO L’OSPEDALE

 Venezia Massorcich coordinatore tecnico del Laboratorio analisi, racconta il lavoro quotidiano dei tanti professionisti che operano all’Ospedale di Cremona. «Il laboratorio è composto da tanti settori connessi tra loro, con funzioni, competenze e problematiche diverse. Giocare di squadra è la base, così come il senso di responsabilità individuale. Non abbiamo contatto diretto con il paziente, ma è come se fosse qui: il suo prelievo è altrettanto importante ed esige la massima attenzione».

Fondamentale la collaborazione con gli altri reparti, per scambiare informazioni utili a leggere i dati o riscontrare anomalie. «Non lavoriamo a compartimenti stagni – sottolinea Massorcich – dobbiamo sempre comunicare, anche per le cose più semplici. La pandemia ci ha insegnato ad affrontare cose inimmaginabili: di fronte a situazione di emergenza, è importante coordinarsi e fare attenzione ad ogni dettaglio, che soprattutto nel nostro campo fa la differenza».

LAVORO SILENZIOSO E INSOSTITUIBILE

Simone Castagnuzzi lavora all’Ospedale di Cremona da quasi tre anni. Ha iniziato durante la pandemia, per tradurre in pratica la passione per l’ambito biologico-medico, che ha caratterizzato il suo percorso di studi. «Mi piace lavorare in laboratorio – afferma – vediamo risultati tangibili di ciò che facciamo, utilizzando strumenti che ci portano a mantenere standard di qualità importanti per la diagnosi e la cura dei pazienti».

Samantha Rinaldi fa questo lavoro da sei anni, da uno e mezzo nel Laboratorio di Cremona. «È un lavoro molto dinamico – afferma –ti espone meno di altre professioni sanitarie ma ti permette di fare qualcosa di utile per i pazienti. La pandemia l’ha reso visibile e ha fatto capire all’esterno dell’ospedale l’importanza di ciò che si fa qui. Oltre all’enorme carico di lavoro, siamo stati tra i primi ad ammalarci; tuttavia, quell’esperienza ha fatto conoscere e riconoscere la nostra professione».

Mattia Caporali ha iniziato nel 2020 e da un anno è in servizio a Cremona. «Non siamo in prima linea nell’assistenza al paziente, ma è un lavoro molto gratificante», afferma. «In tutto il processo analitico-diagnostico il nostro apporto è fondamentale: Senza il contributo del Laboratorio Analisi non si potrebbe fare una diagnosi corretta», spiega. «È una professione che pochi conoscono, ma è gratificante: personalmente preferisco non essere in primo piano ma essere utile».

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