Bordi a Gnocchi: ”Io in prima linea contro l’inceneritore”

28 Febbraio 2024

Caro Direttore, se permetti vorrei rispondere a Enrico Gnocchi in merito alle precisazioni che ha fatto su quanto ha riportato della mia lettera che hai pubblicato. Che la mia partecipazione al “comitato contro l’inceneritore per la raccolta differenziata dei rifiuti sia stata marginale e poco convinta ….” , mi sembra che realmente sia difficilmente comprovabile nei fatti e anche leggermente denigratoria della mia persona. Nei fatti ho avuto la possibilità di partecipare fin dalle prime riunioni, nel palazzo ex Comune Due Miglia, alla nascita del Comitato Cremona Pulita, ricordo la scommessa tra Federico Balestreri e Mario Bini sulla realizzazione dell’inceneritore, alla stesura dei due quesiti referendari, uno farlocco e destinato a essere bocciato a favore dell’altro che puntava sull’unico punto attaccabile e cioè sul sito di realizzazione dell’opera, ecc. ecc.. Ho ancora tanto materiale di quell’esperienza che è stata fondamentale per la mia crescita come ambientalista. Penso di aver avuto la fortuna di avere coronato il pensiero che aveva mosso il comitato nella sua nascita e cioè di far partire la raccolta differenziata nel Comune di Cremona esattamente 20 anni dopo la bocciatura del referendum.

Non è riuscito, ma non per colpa mia, il filotto vincente di far chiudere l’inceneritore ma questa è un’altra storia.
Mi scuso con Enrico se ha colto in quanto ho scritto “un messaggio di rassegnazione a una cultura politica negativa che dovrebbe essere superata nell’agire politico democratico di tutti coloro che si sentono parte di una società non decadente” (frasona lessicale alla Schlein), e cercherò quindi di spiegarmi meglio.

Quello che penso è che in realtà c’ è una grossa partecipazione di cittadini, di ogni estrazione e convinzione politica, ai movimenti legati al tema dell’ambiente, che torno a ripetere per me comprende tutto lo sviluppo della città, ma che tale partecipazione nel momento dell’espressione del voto non trova un reale riscontro numerico e quindi, perché poi in pratica è chi governa che decide, non è sentita come capace di influire sulla campagna elettorale. Molto probabilmente se tutti questi numeri confluissero verso un unico soggetto il peso della volontà di questi cittadini sarebbe più forte e potrebbe realmente condizionare il futuro della città. Ma rappresentare seriamente i cittadini come amministratore, e posso parlarne per esperienza diretta, se non praticato come professione, non è compito facile né di poco peso e non tutti si renderebbero disponibili a farlo; ed è questo che ho paventato. Mi scuso ancora per non essere stato sufficientemente chiaro.

 

Francesco Bordi

2 risposte

  1. Caro Bordi
    no, non sei chiaro.
    Ancora una volta, come molti come te rappresentati nella foto al tavolo dei “generali” a corredo dell’artico, pensano che la sola scrittura del quesito referendario (corretto e non farlocco come dici..) e alla sola stesura di quello, si possa attribuire la vittoria del referendum, e su questa convinzione dire che un movimento popolare è vincente, è per me un errore. La stesura del testo del referendum era ed è facilmente delegabile ad un tecnico, la mobilitazione, la informazione e la raccolta delle firme in tempo utile (solo tre mesi… chissà perché solo così poco tempo!) non è delegabile se non a molte decine di persone che ci hanno messo anima e corpo per raggiungere l’obiettivo. Non ho certo detto nella mia lettera che anche tu non hai contribuito a questo fondamentale compito, ma sei stato marginale come ognuno di coloro che agiscono in un movimento dove non prevale l’idea di un “capo”. Ho voluto dire che nel tuo scritto aleggia una vena di pessimismo e di forte sottovalutazione della capacità di un movimento di avere un peso politico, tanto che oggi scrivi che “Molto probabilmente se tutti questi numeri confluissero verso un unico soggetto il peso della volontà di questi cittadini sarebbe più forte e potrebbe realmente condizionare il futuro della città”. Per me è un grave errore, e di fatto si è rilevato allora come ora un tentativo di piegare la volontà delle persone, che si dedicano per un breve periodo della loro vita ad affrontare un problema, sia pur importante per la comunità, a formare un “partito”, che porta una rappresentanza nelle istituzioni. In un movimento o in un comitato che affronta un tema specifico confluiscono persone provenienti da culture e pensieri politici complessivi molto diversi. Come potrebbero in modo concorde battersi e avanzare in un percorso istituzionale dove tante problematiche molto diverse dall’oggetto che li vede aggregati li troverà sicuramente divisi ? Verranno sicuramente proposte soluzioni personali solo da chi siederà in consiglio comunale e ancora una volta il movimento o il comitato sarà un trampolino di lancio per coloro che intendono rappresentare la gente senza sottoporsi ai pesi e ai contrappesi di una agire politico all’interno di un partito.

  2. Cari Bordi e Gnocchi, come sempre il passato deve avere una memoria e quel momento di storia cremonese che a distanza di così tanti anni ancora periodicamente salta fuori deve insegnare che bisogna portare avanti insieme ciò in cui si crede. Penso che ora più che mai a Cremona sia necessaria una svolta ambientalista per arginare i progetti folli di cementificazione e inquinamento galoppanti. Questi sono i temi che interessano i giovani, perché riguardano il futuro.

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