Picenengo cementificato, i cittadini si ribellano

7 Aprile 2024

Sabato 23 marzo 2024 le cittadine e i cittadini di Picenengo si sono ritrovati nei campi dove verranno costruiti enormi capannoni. Presto infatti 155.000 mq di campi coltivati diventeranno polo logistico e 60.000 mq di terreni diventeranno polo commerciale-artigianale. Oggi in Italia vengono cementificati 4 metri quadrati ogni secondo. In Lombardia è consumato oltre il 12% del suolo e nel Comune di Cremona il 28%. Con il cemento la temperatura di superficie del suolo aumenta. Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato. La Lombardia ha una legge che regola il consumo di suolo, occorre applicarla in modo stringente riconoscendo l’insostituibile utilità dei suoli naturali e agrari. Ad oggi il Comune di Cremona ha approvato i progetti di molti nuovi grandi insediamenti che avranno impatti negativi sui territori e sugli abitanti a cui il comitato spontaneo di Picenengo sta provando ad opporsi.

5 risposte

  1. Un altro triste primato per Cremona e il suo territorio… I cremonesi ringraziano chi li ha portati a questo e orgogliosamente continua per la sua strada. Onore ai cittadini di Picenengo!

    1. Bravo sig. Marco….onore ai cittadini di Picenengo…in altri paesi, come Piadena, si dorme…. con cementificazioni previste per 500.000 mq ..e i candidati sindaci si astengono o approvano….delirio totale…..

    1. i terreni del polo commerciale appartengono a un privato. Invece i terreni su cui verrà edificato il polo logistico sono in parte di proprietà del privato che edificherà il polo logistico (Racchetti), in parte di proprietà della Fondazione Città di Cremona (Comune di Cremona) e in parte dell’istituto diocesano di sostentamento al clero

      1. Del clero? Mi sembra allora paradossale la battaglia che il clero stesso vuole condurre contro il polo logistico nei pressi del Santuario di Caravaggio, e la cessione dei terreni per generare altro polo logistico in quei di Picenengo. Forse che nei pressi di un Santuario si inquina di più? Due pesi e due misure dunque, ovvero un ecologismo a corrente alternata, dunque poco credibile.

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