Covid-19, scuole chiuse, gli studenti ‘abbandonati’

13 Luglio 2021

Rapporto UNESCO, UNICEF, BANCA MONDIALE e OECD sulla chiusura delle scuole a causa del COVID-19: 1 paese su 3 non ha preso misure per aiutare gli studenti a recuperare gli studi – indagine su 142 Paesi.

Secondo l’indagine globale dell’UNESCO, dell’UNICEF, della Banca Mondiale e dell’OECD ‘Survey on National Education Responses to COVID-19 School Closures’, 1 paese su 3 in cui le scuole sono state chiuse non sta implementando i programmi di recupero dopo la chiusura per il COVID-19. Allo stesso tempo, solo un terzo dei Paesi sta iniziando a valutare le perdite nei livelli di istruzione primaria e secondaria – per la maggior parte tra i Paesi ad alto reddito.

In meno di un terzo di Paesi a basso e medio reddito tutti gli studenti sono tornati a scuola di persona, aumentando il rischio di perdita di apprendimento e di abbandono scolastico. Tuttavia nella maggior parte dei Paesi è stata utilizzata almeno una forma di sostegno per incoraggiare il ritorno a scuola degli studenti, tra cui il coinvolgimento della comunità, il monitoraggio scolastico, il cambiamento dei servizi idrici, sanitari e igienici, gli incentivi finanziari e la revisione delle politiche di accesso. 

Nel 2020, le scuole di tutto il mondo sono state completamente chiuse in tutti e quattro i livelli di istruzione per una media di 79 giorni di insegnamento, che rappresentano circa il 40% del totale dei giorni di istruzione nella media dei paesi dell’OCSE e del G20. Le cifre variavano da 53 giorni nei paesi ad alto reddito a 115 giorni nei paesi a reddito medio-basso.

L’indagine documenta come i paesi stiano monitorando e mitigando le perdite dell’istruzione, affrontando le sfide per la riapertura delle scuole e promuovendo strategie di apprendimento a distanza. In totale, 142 Paesi hanno risposto all’indagine che copre il periodo tra febbraio e maggio 2021 e varia dalla scuola pre-primaria, primaria, secondaria inferiore e superiore.

I principali risultati dell’indagine:

    • I paesi hanno risposto con diverse misure per mitigare la perdita potenziale dell’istruzione dovuta alla chiusura delle scuole: circa il 40% dei Paesi ha esteso l’anno scolastico e una percentuale simile ha dato priorità a certe aree curriculari. Tuttavia, più della metà dei paesi ha riportato che non sono è stata fatta o non sarà presa nessuna misura;
  • Molti Paesi hanno migliorato gli standard sanitari e di sicurezza nei centri per gli esami; il 28% dei Paesi ha cancellato gli esami della scuola secondaria inferiore e il 18% di paesi lo ha fatto per la scuola secondaria superiore;
  • Il riesame o la revisione delle politiche di accesso non sono stati diffusi, specialmente per le ragazze – un motivo di preoccupazione, dato che le ragazze adolescenti sono le più a rischio di non tornare a scuola nei Paesi a basso e medio reddito;
  • I Paesi a basso reddito sono in ritardo nell’attuazione anche delle misure più basilari per garantire il ritorno a scuola. Per esempio, solo meno del 10% ha riportato di avere sufficiente sapone, acqua pulita, strutture igieniche e mascherine, rispetto al 96% dei paesi ad alto reddito.

L’indagine fa anche luce sull’impiego e sull’efficacia dell’apprendimento a distanza e del relativo supporto a più di un anno dalla pandemia. I risultati mostrano che:

  • Molti paesi hanno intrapreso diverse azioni per garantire l’apprendimento da remoto: le trasmissioni radio e tv sono state più utilizzate nei Paesi a basso reddito, mentre i Paesi ad alto reddito hanno fornito piattaforme di apprendimento da remoto. Tuttavia, in oltre un terzo dei Paesi a basso e medio reddito meno della metà degli studenti della scuola prima è stato raggiunto;
  • Garantirne l’adozione e l’impegno richiede strategie per l’apprendimento a distanza adatte al contesto, il coinvolgimento dei genitori, il sostegno da e per gli insegnanti, garantire che le ragazze e altri bambini emarginati non siano lasciati indietro. Richiede anche la raccolta di dati rigorosi sull’efficacia dell’apprendimento a distanza. Anche se il 73% dei Paesi ha valutato l’efficacia di almeno una strategia di apprendimento a distanza, c’è bisogno di prove migliori sull’efficacia nei contesti più difficili.

Misurare le perdite nell’istruzione è un primo essenziale passo per limitare le conseguenze. È fondamentale che i Paesi investano nel verificare la portata di queste perdite per implementare le misure di recupero appropriate’  ha dichiarato Silvia Montoya, direttore dell’Istituto per le Statistiche dell’UNESCO.

I programmi di recupero sono fondamentali per aiutare i bambini che hanno perso la scuola a rimettersi in pari e ridurre le perdite di apprendimento a lungo termine. Questo richiede uno sforzo urgente di misurare i livelli di apprendimento degli studenti oggi e raccogliere dati di buona qualità per indirizzare le attività in classe, come previsto dal Learning Data Compact dell’UNICEF, dell’UNESCO e della Banca Mondiale’ ha dichiarato Jaime Saavedra, direttore globale per l’Istruzione della Banca Mondiale.

L’apprendimento da remoto è stato un’ancora di salvezza per molti bambini nel mondo durante la chiusura delle scuole. Ma per i più vulnerabili, è stato impossibile. È urgente riportare ogni bambino a scuola adesso. Non ci possiamo fermare qui, riaprire meglio significa implementare i programmi di recupero per aiutare gli studenti a rimettersi in pari e assicurare che venga data priorità alle ragazze e ai bambini vulnerabili in tutti i nostri sforzi’ ha dichiarato Robert Jenkins, responsabile per l’Istruzione a livello globale dell’UNICEF.

È di fondamentale importanza produrre maggiori e migliori evidenze sull’efficacia dell’apprendimento da remoto, soprattutto nei contesti più difficili e supportare lo sviluppo di politiche per l’apprendimento digitale’ ha dichiarato Andreas Schleicher, direttore OECD Education and Skills.

La domanda di fondi è in aumento, in concorrenza con altri settori, mentre le entrate dei governi sono in calo. Ciononostante, il 49% dei Paesi ha aumentato il proprio budget per l’istruzione nel 2020 rispetto al 2019, mentre il 43% ha mantenuto il budget costante. I finanziamenti sono destinati ad aumentare nel 2021, dato che più del 60% dei Paesi prevede di aumentare il proprio budget per l’istruzione rispetto al 2020. 

I dati dell’indagine rafforzano l’importanza della riapertura delle scuole, di programmi di recupero e di sistemi di apprendimento da remoto più efficaci che possano resistere meglio a crisi future e raggiugere tutti gli studenti.

Inoltre, mostra che la rilevazione delle perdite nell’istruzione a causa del covid 19 dovute alla chiusura delle scuole rappresenta uno sforzo essenziale per la maggior parte dei paesi e dei partner per lo sviluppo, evidenziato dalla recente partnership di UNESCO, UNICEF e Banca Mondiale sulla Learning Data Compact

L’indagine è in linea con la Mission: Recovering Education 2021  di cui Banca Mondiale, UNESCO e UNICEF sono partner per supportare i Paesi a intraprendere tutte le azioni possibili per pianificare, dare priorità e assicurare che tutti gli studenti tornino a scuola; che le scuole prendano misure per riaprire in sicurezza, che gli studenti seguano programmi di recupero concreti e servizi inclusivi per aiutarli a recuperare le perdite nell’istruzione e migliorare il loro benessere; e che gli insegnanti siano preparati e supportati a rispondere ai bisogni dell’istruzione.

L’indagine sarà lanciata oggi durante la parte ministeriale del Global Education Meeting. 

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