Morti per covid, atti a Brescia: decide il Tribunale dei ministri

28 Aprile 2023

L’inchiesta sulla gestione del covid nella provincia di Bergamo cambia scenario e prende una nuova ‘forma’ il cui approdo finale e’ il Tribunale dei ministri. Dopo che ieri la Procura di Bergamo ha trasferito la posizione di 12 indagati ai colleghi di Brescia per competenza funzionale, come anticipato dal ‘Corriere della Sera’, sono in corso le iscrizioni da parte del procuratore bresciano Francesco Prete delle 12 persone accusate di omicidio ed epidemia colposa in concorso con l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza. Ad aprire questo orizzonte era stata nei giorni scorsi la decisione della Procura Generale di Brescia di trasferire da Bergamo a Brescia, accogliendo l’istanza della sua difesa, la posizione dell’indagato Agostino Miozzo, ex capo del Cts, ritenendola, come quella di Conte e Speranza, di competenza del Tribunale dei ministri, visto che tutti e tre sono accusati di omicidio colposo ed epidemia colposa. Dunque in tutto sono 15 gli indagati che rispondono dei reati più gravi ora a Brescia.

Per tutti, compreso il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera, vale il ragionamento fatto dalla Procura Generale per Miozzo:  c’è la “piena applicabilità della norma che prevede la competenza del Tribunale dei ministri” data “la chiara consapevolezza di tutti di contribuire alla condotta altrui” nei reati di omicidio ed epidemia entrambi ipotizzati in forma colposa. In sostanza, le accuse a Conte e Speranza hanno
trascinato la parte principale del procedimento a Brescia, ora alla Procura e a stretto giro al Tribunale dei ministri che ha
regole diverse da quelle ‘ordinarie’, tra cui una riservatezza assai più rigida. Il 10 maggio Conte e Speranza saranno
interrogati dal Tribunale dei ministri.

 

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