Educazione alla Politica: Crema, ‘Costruttori di Pace’

31 Ottobre 2023

Torna per la seconda edizione il corso “Costruttori di Pace” della Scuola di Educazione alla Politica 2.0, realizzato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Crema, in collaborazione con Acli, Arci S. Bernardino, Associazione Crema Amica, Azione Cattolica, Banca Etica, Caritas, Casa del pellegrino, Centro Ricerca Galmozzi, Centro Culturale Cremasco Stefan Wyszynski, Meic, Mcl, Migrantes, Pastorale giovanile e oratori, Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Crema, che mira a promuovere la consapevolezza e l’azione in vista delle elezioni europee del 2024.

Un mandato al nuovo parlamento europeo

Un’occasione importante – il rinnovo del parlamento europeo – non solo per rivedere il tanto che abbiamo costruito a partire dal sogno dei tre visionari di Ventotene del 1942, ma anche per cercare tenacemente delle vie per abbattere i nuovi muri, non necessariamente fisici, che nel frattempo abbiamo eretto sia con la Federazione Russa che all’interno delle stesse nazioni che, unendosi, hanno garantito settant’anni di pace. È in questa prospettiva che noi COSTRUTTORI DI PACE intendiamo muoverci, offrire cioè delle occasioni di riflessione affinché ciascuno di noi, “cittadino europeo”, possa giungere al voto con maggiore consapevolezza e affinché, collettivamente, maturiamo la convinzione che è in nostro potere (l’unico potere sovrano, in una democrazia, siamo noi) dare un chiaro mandato al prossimo europarlamento: che giochi tutte le possibili carte politiche e diplomatiche perché il conflitto in atto in Ucraina sia L’ULTIMA GUERRA DEL CONTINENTE.

Un film

Il crollo del Muro di Berlino (1989) non soltanto ha posto fine all’EQUILIBRIO DEL TERRORE rappresentato dalla guerra fredda, non soltanto ha inaugurato una STAGIONE STRAORDINARIA di collaborazione tra l’Europa (e, in generale, l’Occidente) e la Russia fino alla firma di veri e propri accordi con la Ue e con la stessa NATO, ma ha anche dato il via a un graduale ALLARGAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA ai Paesi dell’Est europeo, Paesi diventati nazioni indipendenti proprio in seguito alla caduta del Muro di Berlino.

È per dare un’idea plastica di ciò che ha rappresentato il Muro di Berlino che il 7 novembre, alle ore 20,45, proietteremo presso la Multisala il film IL PONTE DELLE SPIE di Steven Spielberg che verrà introdotto e commentato dal prof. Vittorio Dornetti.

Uno spettacolo teatrale

Sabato, 3 febbraio 2024, poi, presso il Teatro S. Domenico, verrà presentato UNO SPETTACOLO TEATRALE, a cura di studenti delle Superiori di Crema, dal tema PER UN’EUROPA PROMOTRICE DI PACE. Seguiranno degli appuntamenti serali (presso la Sala Alessandrini, ore 21, ad eccezione dell’intervento del card. Zuppi che si terrà presso l’Auditorium Manenti) in cui affronteremo alcuni dei principali “muri” che noi europei abbiamo il dovere e la responsabilità storica di abbattere, avviando da protagonisti, un processo teso, come scrive papa Francesco, a CANCELLARE LA GUERRA “DALLA STORIA PRIMA CHE SIA LEI A CANCELLARE L’UOMO DALLA STORIA”.

Un libro: Europa 2.0

Ad aprire detti appuntamenti, sabato, 8 febbraio 2024, sarà Piero Carelli che presenterà il pamphlet “EUROPA 2.0 Il tempo della semina”. Il testo, finanziato dall’Assessorato alla Cultura e da CremAscolta, costituirà l’avvio di una COLLANA DI QUADERNI a cadenza annuale mirati a SEMINARE l’Europa 2.0, un’Europa cioè ALLARGATA ALLA RUSSIA. La motivazione di fondo: solo così si riuscirà a RIMUOVERE ALLA RADICE ogni possibile nuovo conflitto all’interno del continente europeo. Nessuno scenario inedito: già il papa polacco, Giovanni Paolo II, con un taglio squisitamente “spirituale”, aveva sottolineato con forza e ripetutamente negli anni Ottanta l’esigenza di riscoprire le radici comuni dell’Europa e aveva indicato la strada verso un’EUROPA CHE RESPIRI CON DUE POLMONI; il leader della perestrojka, Michail Gorbačëv, a sua volta, con un taglio “politico”, aveva fatto della “casa comune europea” per tutti i popoli del continente una vera e propria sua “mission”.

A noi il compito di rilanciarla, in un contesto radicalmente differente.

Uno spettro: la Mezzanotte dell’Apocalisse

Come si tratta di rilanciare l’altra grande mission di Gorbačëv, strettamente collegata con la prima: il DISARMO, in primis quello NUCLEARE. Così scriveva l’ex statista sovietico: l’Europa brulica di armi, nucleari e convenzionali capaci di “trasformare il territorio europeo in un INFERNO”. Già, lo stiamo toccando drammaticamente noi oggi: mai, dal secondo dopo-guerra, siamo stati così vicini alla “Mezzanotte dell’Apocalisse”.

Sul tema, il 15 febbraio, ore 21, presso la Sala Alessandrini, interverrà  Francesco Vignarca, coordinatore della rete Italiana Pace e Disarmo e autore di Disarmo nucleare. È ora di mettere al bando le armi nucleari. Prima che sia troppo tardi, un libro di recente pubblicazione.

Un obiettivo: un’Europa a cerchi concentrici

Ed è sempre a quella stagione di speranza che dobbiamo idealmente tornare per riscoprire un’idea, più volte sostenuta, pur con motivazioni e finalità diverse, da Giovanni Paolo II e da Gorbačëv, l’UNITÀ NELLA DIVERSITÀ: la grande casa comune europea di tutti i popoli del continente, infatti, potrà realizzarsi solo se verranno rispettate le diversità dei popoli stessi (tradizioni, culture, storia, geografia…).
NESSUNA OMOLOGAZIONE, più o meno velata, dunque, dovrà essere imposta, tanto meno un’OMOLOGAZIONE CULTURALE (gli Stati Uniti sono “una nazione”, ma diverse sono le legislazioni dei singoli Stati, anche su temi fondamentali!). Un’unità nella diversità che potrà essere realizzata se ci muoveremo nella direzione di “UN’EUROPA A CERCHI CONCENTRICI”, che preveda cioè diversi gradi di integrazione, un modello d’Europa recentemente rilanciato da un rapporto franco-tedesco.

Sul tema, il 22 febbraio 2024, interverrà il prof. Jacques Ziller, docente di diritto europeo.

Un destino che dipenderà anche da noi

Una miniera di idee preziose quella stagione. Anche la convinzione, sempre di Gorbačëv secondo cui solo un’Europa unita di tutto il continente potrà affrontare i gravi problemi che affliggono l’Africa, problemi che, se non risolti, si ripercuoteranno negativamente sulla stessa Europa: è ciò che stiamo verificando sotto i nostri occhi di fronte alle ondate sempre più massicce di profughi. L’Africa, con le risorse naturali e umane di cui è dotata (a metà secolo la popolazione africana sarà il triplo di quella europea), ha tutte le carte in regola per diventare un grande polo di sviluppo. Ma il suo destino dipenderà anche da noi.

Sul tema, il 29 febbraio, interverrà Claudio Ceravolo, presidente nazionale di COOPI.

La guerra infinita tra Stato d’Israele e palestinesi

L’Unione Europea ha giocato fino in fondo il ruolo di costruttrice di pace impegnando tutta la forza della sua moral suasion, sia all’interno dell’Onu che cooperando con gli altri attori sia regionali che mondiali, al fine di prevenire un’ennesima esplosione del conflitto tra Israele e i palestinesi o è stata a lungo, colpevolmente alla finestra?
Non è più che doveroso che l’Europa si interroghi su ciò che avrebbe potuto fare e non ha fatto e su ciò che potrebbe e dovrebbe fare per disinnescare alla radice la bomba della guerra permanente, anche in piena autonomia rispetto agli interessi americani? Perché, ad esempio, non coltivare il sogno/progetto di lungo termine di una “casa comune” tra i due popoli, investendo massicciamente nella formazione delle nuove generazioni, a partire, magari, dalle comunità ebraiche e palestinesi che vivono nella stessa Europa? Non avrebbero tutto da guadagnare i palestinesi dallo sviluppo economico e tecnologico di Israele e non avrebbe tutto da guadagnare Israele in termini di sicurezza? Perché è stato possibile costruire una “casa comune” per nazioni che in Europa si erano fatte la guerra per secoli e non dovrebbe essere possibile abbattere il muro dell’odio che divide due popoli da circa settant’anni? Non siamo, in presenza, tra l’altro di popoli che credono nella stessa tradizione abramitica? Sul tema interverrà il 4 aprile…

Il primo passo: il Consiglio d’Europa

Appena saranno cessati i venti di guerra (con un ruolo determinante – lo auspichiamo – della Ue), dovremo riagganciare la Federazione Russa al CONSIGLIO D’EUROPA, dopo averla esclusa nel 2014. Si tratta di un’istituzione, nata nel 1949 con lo scopo di promuovere i diritti umani, la democrazia e l’identità culturale europea, un’istituzione che in qualche misura ha avuto radici cremasche in quanto il suo primo presidente è stato l’on. Lodovico Benvenuti. Il riaggancio della Russia potrà essere il primo passo nella direzione di un percorso di graduale avvicinamento all’Unione Europea. Sul tema, l’11 aprile, interverrà Gianni Risari che in qualità di “parlamentare”, è stato membro del Consiglio d’Europa.

Come porre fine alla guerra in Ucraina con una pace lungimirante?

Per una pace tra Federazione Russa e Ucraina che non ostacoli, ma spiani la strada al progressivo avvicinamento dei due popoli, da una parte, e della Russia e dell’Occidente dall’altro. Sul tema lunedì 15 aprile, sempre alle ore 21, presso l’Auditorium Manenti, interverrà il card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, arcivescovo metropolita di Bologna, a cui il papa ha affidato la missione di mediazione nella guerra in Ucraina.

Più potere all’unica istituzione europea eletta dal popolo

Lunedì 22 aprile interverrà l’ex parlamentare e ministro Mario Mauro che non solo illustrerà le competenze attuali del parlamento europeo, ma indicherà pure i possibili sviluppi di un’istituzione che, in quanto ELETTA DIRETTAMENTE DAI POPOLI EUROPEI (l’unica), dovrà progressivamente accrescere i suoi poteri decisionali se davvero vogliamo un’EUROPA DEI POPOLI e non di un’oligarchia.

Un vademecum per i giovani

Ai giovani sarà destinato un VADEMECUM su tutto quanto si deve conoscere per arrivare con cognizione di causa all’appuntamento elettorale europeo del 2024.

Un Centro Studi Europa 2.0 per tutti i costruttori di pace

È, infine, in fase di gestazione un CENTRO STUDI EUROPA 2.0 che non solo raccoglierà tutta la documentazione esistente nel merito (dalle istituzioni europee alle università e alle ambasciate), incluso il recente rapporto franco-tedesco su un’Europa  a quattro cerchi, ma promuoverà pure nuovi studi: di qui il progetto di una collana di quaderni annuali ad hoc e di qui dei corsi che man mano verranno programmati tenuti da docenti universitari. Detto Centro Studi avrà una piattaforma accessibile a tutti e, naturalmente, sarà aperto ai tutti quanti vorranno offrire il loro contributo. Ospiterà, tra l’altro, le lezioni sulla Russia che l’Uni-Crema terrà – quale corso monografico – nell’anno accademico 2023-2024. La piattaforma intende diventare un punto di riferimento non soltanto per chi avverte la responsabilità di prepararsi al voto europeo, ma anche per tutti i “costruttori di pace”: è a una pace “irreversibile” (o quanto meno, duratura) nel nostro continente che miriamo. O, meglio, è per questa pace che “seminiamo”.

 

Costruttori di Pace

Crema

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