Cremona, ex Inam ed ex Aem destino comune (d’abbandono)

13 Agosto 2021

Non bastava un gigantesco contenitore vuoto e che inesorabilmente si degrada in viale Trento e Trieste. All’ex Inam, il poliambulatorio di Cremona dismesso dieci anni fa, si è aggiunta la sede dell’Aem, chiusa dal 21 giugno scorso. Lo sportello per la clientela è stato trasferito in via del Macello 8 C. Alle proteste dei confinanti con la ex struttura sanitaria, in primis la scuola elementare Trento e Trieste, che lamentano la presenza di colonie di topi, si aggiungeranno quelle dei dirimpettai perché tutto fa pensare che passerà molto tempo prima che si trovi una nuova destinazione d’uso per la storica sede dell’Azienda Elettrica Municipalizza, poi ribattezzata Azienda Energetica e ridotta a simulacro in seguito all’acquisizione da parte di A2A. Gli spazi sono decisamente sovradimensionati rispetto alle attuali esigenze, ma contestualmente col trasloco bisognava trovare un diverso impiego dell’immobile per evitare che si allungasse ulteriormente l’elenco degli stabili e capannoni chiusi che costellano la città. Si è parlato di un possibile trasferimento di uffici comunali, ma al momento non c’è nulla di concreto. Intanto la corrispondenza inevasa si accumula nella cassetta delle lettere come documentano le immagini che corredano questo articolo. Al lato opposto della strada, i segni sempre più evidenti del decadimento della struttura,  che per decenni è stata punto di riferimento di diagnosi e cura per migliaia di cremonesi, paventano lo stesso destino per l’ex sede dell’Aem.

Le pareti scrostate, le erbe infestanti che invadono gli spazi interni, l’immagine generale di abbandono e di progressivo decadimento testimoniano l’incuria e il disinteresse dell’Azienda ospedaliera, proprietaria dell’ex Inam. Si progetta un nuovo nosocomio e si lascia che vada in rovina un complesso immobiliare situato in centro, vicino alla stazione ferroviara e a quella degli autobus, facilmente accessibile agli anziani. La posizione strategica ne suggeriva l’impiego come polo vaccinale dopo la chiusura di quello in funzione in Fiera. Ma l’irrazionalità spesso prevale sulla logica nelle decisioni prese dalla politica, perciò questa ipotesi è stata scartata.

Il colpo di grazia all’ex Inam porta la firma dell’allora direttore generale dell’Azienda ospedaliera Simona Mariani che su impulso della Regione chiuse il poliambulatorio trasferendo una minima parte dei servizi negli angusti spazi dell’appartamento di via Dante, sopra il supermercato Italmark. La sottoscrizione popolare promossa da Rifondazione Comunista con tremila firme raccolte non servì a fermare quel progetto che era chiaramente finalizzato a depauperare la sanità pubblica di prossimità a favore di quella privata. E infatti nell’ultimo decennio si sono moltiplicati i poliambulatori in città. Le destinazioni d’uso alternative, necessarie a evitare il progressivo svuotamento dell’immobile di viale Trento e Trieste si sono rivelate fumo negli occhi, a cominciare dalla sede dei corsi universitari delle professioni infermieristiche. E così pure si è dimostrata vana la promessa di trasformare il poliambulatorio in casa della salute. Anche il Centro Psico Sociale, inaugurato il 23 settembre 2009, fiore all’occhiello della psichiatria cremonese, traslocherà in via San Sebastiano. E l’ex Inam, monumento all’inefficienza pubblica, resterà uno sgradito vicino di casa per i residenti e una spina nel fianco per l’Amministrazione comunale, oggi chiamata a decidere che fare dell’ex sede dell’Aem.

 

Vittoriano Zanolli

6 risposte

    1. Avevo pensato anch’io di proporre l’apertura di un altro supermercato. Se ne sente il bisogno a Cremona. Grazie del suggerimento.

  1. Quella dell’ex INAM e’ una vicenda triste condotta personalmente come presidente del tribunale per i diritti del malato. La dottoressa Mariani non ha ascoltato nemmeno la voce di oltre 3.000 cremonesi, le cui firme erano state raccolte da Giorgio Bergonzi. Cosa potevamo aspettarci da questo ex direttore generale, in seguito indagata dalla magistratura per affari poco chiari in combutta col ‘celeste’ Formigoni?

  2. Prevedo un decennio di servizi ad hoc sui vari canali di approfondimento sui siti abbandonati ( rete 4. Canale 5 Report ecc…..) alla faccia di noi contribuenti ….cagati manco di striscio. Politici fate c……..

  3. Si può anche sbagliare ma non imparare dai propri errori e’ più preoccupante. Possibile che questa moltiplicazione nel centro storico di scatoloni vuoti destinati al degrado non suggerisca di cambiare rotta? Tanto più che l’appartamento sopra all’Italmark che fu adibito a studio medico associato non fa più prelievi e per un semplice esame del sangue si rischia di dover ricorrere all’Ospedale. Altro che medicina di vicinato! Quanto a vivibilità del contesto cittadino stiamo rotolando nei secoli bui.

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