Cremona, gestione migranti: a Sommi risponde Viola

15 Settembre 2022

Di seguito riportiamo la risposta dell’assessora alle Politiche sociali e della fragilità Rosita Viola all’interrogazione scritta della consigliera comunale Simona Sommi sulla gestione dei migranti sul territorio comunale e presa in carico dei casi problematici a vario titolo

I servizi locali hanno intrapreso un percorso molto proficuo di capacity building, accedendo ad attività progettuali finanziate da fondi europei e ministeriali per l’implementazione delle competenze territoriali, per poter affrontare con sempre maggiore competenza i temi esistenziali che le migrazioni portano con se, consapevoli che il tema dell’essere umano in viaggio si accompagna ad una continua innovazione e rivisitazione del funzionamento istituzionale. In particolare il citato progetto ‘lnteventi di cura in rete per migranti vulnerabili’, a cui il Comune di
Cremona ha partecipato in qualità di partner, è stato avviato nel 2020 con finanziamento a valere sul Fondo Asilo Migrazioni e Integrazione (FAMI), e nasce proprio come progetto di capacity building nell’ambito dell’etnopsichiatria. Il progetto è stato presentato dal Comune di Mantova (capofila) in partenariato con il Comune di Cremona, il Comune di Desio, le ASST di Mantova, Cremona e Monza Brianza, ASST Speciali Civili di Brescia,  Sol.Co Cremona, Sol.Co Mantova, Consorzio Comunità Brianza e Mestieri Lombardia. Nel merito dei punti evidenziati dall’interrogazione si rende noto che la certificazione di casi che possano eventualmente essere pericolosi per la cittadinanza (ovvero, definizione della pericolosità sociale è appannaggio dell’autorità giudiziaria e della magistratura, il che significa che, per definire la pericolosità
sociale di un soggetto, questo deve essere già stato colpito da un provvedimento dell’autorità giudiziaria; anche un consulente tecnico della magistratura può esprimere un parere sulla pericolosità sociale, un medico psichiatra, laddove sussistano comportamenti devianti eterolesivi o autolesivi.

Le responsabilità penali sono personali, pertanto non sussistono responsabilità dirette del Servizio Sociale; il Servizio Sociale promuove le attività socio educative e di inclusione sociale previste dal progetto SAI- Sistema per l’Accoglienza e Integrazione finanziato dal ministero dell’Interno e dai progetti FAMI ai quali ha aderito. Fra le iniziative, vi è la facilitazione e l’accompagnamento delle persone migranti con disagio psichico presso i servizi sanitari territoriali, oltre che la fornitura e la collaborazione strutturata con mediatori linguistici e culturali. L’Amministrazione comunale monitora la presenza di soggetti a rischio attraverso la collaborazione e la comunicazione stabile con i servizi sanitari, la polizia locale e con le forze dell’ordine e la prefettura, con la quale vi è un contatto pressoché quotidiano. La situazione relativa ai fenomeni migratori, che interessa il territorio nazionale da più di venti anni, e che ha
fatto rilevare molteplici differenze nella composizione e nelle nazionalità in ingresso nel nostro Paese, ha indotto necessariamente la rete dei servizi sociali e sanitari integrati e della Forza Pubblica a confrontarsi con un sistema di accoglienza in costante cambiamento. Le persone che approdano sul territorio italiano, perlopiù nell'ultimo decennio, affrontano percorsi altamente compromettenti sia sul piano della salute psichica che fisica. Le esperienze migratorie che emergono dai racconti delle persone accolte denotano l'esposizione dei migranti a percorsi forzati che incidono negativamente sulla capacità di scelta e di autodeterminazione della
persona.

Nell’ambito delle attività integrate che i territori sono chiamati a gestire, vi sono temi collegati alla salute, all’inclusione sociale, linguistica, lavorativa ed abitativa, l’inclusione dei minori nella società di destinazione, il tema centrale della formazione e dell’inclusione scolastica della popolazione migrante e, ancor più centrale in quanto imprescindibile, lo status giuridico e la possibilità di permanere sul territorio nazionale, a seguito dell’ottenimento di un permesso di soggiorno. Tutto ciò premesso, si evidenzia quanto il funzionamento di un sistema integrato che comprenda tutte le tematiche succitate debba necessariamente muoversi in modo sincrono, sia come espressione di una buona efficacia Istituzionale che come attività preventiva, che limiti il verificarsi di episodi conclamati di disagio quali quelli verificatisi a Cremona come in altre città.
I margini di miglioramento del sistema di accoglienza integrato (ovvero le attività di regolarizzazione, le attività di accompagnamento all’inclusione sociale e la cura della salute della persona) riguardano perlopiù i tempi di espletamento delle procedure e delle attività di competenza. Fondamentale, anche per la risposta in questa sede, il confronto con la Direzione dell’U.O. di Psichiatria ASST Cremona con la quale è costante la collaborazione e la presa in carico, ognuno per le sue competenze ma con un approccio integrato, la condivisione degli strumenti e della formazione. Non da ultimo, va sottolineato che l’attiva ed efficace collaborazione quotidiana con le forze dell’ordine consente, senza dubbio, di confinare l’episodio avvenuto in via Dante ad una esperienza sensibile da attenzionare, ma perlopiù isolata. La città di Cremona è una realtà che ha rimesso in gioco, con attività concrete ed iniziative innovative, strumenti di lavoro tradizionali, facendosi vettore di innovazioni progettuali e sociali specificatamente nel campo dell’accoglienza e dell’etnoclinica.

E’ necessario in generale dare più forza e maggiore qualità alle azioni già intraprese nel campo della salute mentale per persone italiane o straniere che siano. L'emergenza epidemica Covid-19 ha allargato in maniera ampia e repentina la platea delle persone con problemi di salute mentale con aumento dei bisogni di protezione sociale soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione. Rinforzare i legami sociali, le istanze collettive e la condivisione del bene comune rappresentano, ora più che mai, bisogni imprescindibili così come la qualità dei servizi di salute mentale dipende dalla disponibilità di un numero adeguato di strutture e di operatori qualificati. Tali servizi sono in sofferenza da tempo ed è fondamentale un impegno da parte di tutti per una salute mentale di comunità.

 

Rosita Viola

assessore alle Politiche sociali e della fragilità

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