Cremona, via Macello di nome e di fatto: lanzichenecchi all’opera

12 Maggio 2023

Per me era la classica via di fuga dal traffico del centro, specialmente nelle ore di punta. Una via sorprendentemente libera, poco frequentata, quasi che fosse segreta ai più. Una via ove poter “correre” tranquillamente verso il cavalcavia della via Mantova, grazie anche all’ottimo manto stradale . Ma poi… Poi accadde che la chiusero per mesi: lavori in corso. Mannaggia! Dover deviare su via dell’Annona verso la pericolosa ciclabile nei pressi di San Camillo, e poi ributtarsi nel caos per uscire dalla città. 

Ma finalmente, dopo tanta attesa, la via è stata riaperta. Meno male, “riprenderò a fare le mie corse tranquillo”, mi sono detto, e invece… Delusione profonda, il manto stradale così liscio e regolare era diventato una cosa orribile (foto 1 e 2) . Ampiamente disastrato, pieno di buche, fratture, sconnessioni… Neppure il marciapiede era stato risparmiato da tanto degrado (foto3). Hai voglia pensare ad una ciclabile qui, eppure di spazio ce n’era, e sarebbe stato conveniente anche per i ciclisti spostarsi su questa via poco trafficata anziché insistere su via Mantova, a tutti i costi.

Impossibile correre, sia da un lato sia dall’altro (foto 4) . Che l’avessero ridotta così apposta per limitare la velocità in alternativa ai cartelli stradali? Ne dubito. I crateri erano sempre più profondi (foto 5). Una vera sfida alle gomme e alle sospensioni. E ad attraversare le strisce pedonali, gialle per l’occasione, (foto 6) era diventata una bell’impresa. Come si era arrivati a tanto scempio? Semplice. Fatti i lavori dovuti, in quattro e quattr’otto alla bell’e peggio avevano richiuso la strada, senza la minima cognizione di cosa sia una via transitabile ed il rispetto per chi la usa. Il nome della via non poteva essere più adatto: un vero macello. 

E in cambio di tanto disastro cosa avevano apportato?  Avanzai ancora un poco nella via e ad un certo punto rimasi come fulminato; il cuore mi sussultò, mi inginocchiai per l’emozione, perché di fronte a me si parava il nuovo Santuario della vita, la nuova religione , il simbolo dei nuovi padroni di provenienza nordica, “A2A” (foto 7 centrale in evidenza) . Mi avvicinai e mi colpì quella scritta “maggior tutela” a fianco della sigla azzurra. (foto 8)

Maggior tutela di chi? E di cosa? Non certo del manto stradale e mi stupiva che lorsignori, i nuovi padroni della città non avessero pensato di farsi sistemare la via per bene. Com’era possibile tanta sciatteria per chi, macinando miliardi di euro, conquista nuovi territori? Possibile che non ci tenessero allo stato di salute neppure delle loro gomme? Posso capire che si  sottovaluti quello dei cittadini cremonesi, viste le nuove prospettive, ma quello delle loro gomme proprio no!!  E’ vero che nel santuario non ci stavano solo loro ma a maggior ragione tanta generalizzata indifferenza verso lo stato della strada, mi stupiva profondamente e mi suscitava sentimenti tutt’altro che positivi.

Una scritta su un edificio vicino (foto 9) sembrava leggermi nel pensiero. Un’altra rincarava la dose (foto 10) Certamente lo stato di quest’altro edificio   (foto 11)  sembrava apparentemente contrastare con lo “splendore” luminoso del Santuario, ma significava anche che i responsabili della costruzione non erano andati oltre la cura del proprio orticello. Neppure di sistemare le strisce pedonali si erano preoccupati, figuriamoci  di mettere a posto l’intero manto stradale o gli edifici circostanti, ripulendoli almeno dalle scritte.

Bizzarrie da graffitari sempre più ridondanti (foto 12) e immondezza sempre più articolata ( foto 13) rendevano in aggiunta particolarmente ameno il luogo. Una vera boccata d’ossigeno per i cittadini frustrati. 

Fortuna che ci pensò il trifoglio a tirarmi un po’ su il morale (foto  14) Attorno al Santuario bellissime ed ampiamente sviluppate aiuole di un trifoglio bianco spontaneo ma, paradosso della natura, nero nel nome, o meglio annerente.  Si chiama infatti Trifolium nigrescens  Viv. perché tende ad annerire maturando e nel secco. Ad insegnarci che i paradossi in natura sono all’ordine del giorno,  anche se quelli della natura umana sono di gran lunga imbattibili!! 

 

Stefano Araldi                        

 

3 risposte

  1. Situazione purtroppo non diversa da quella che affligge gran parte della rete stradale cittadina. Per non dire delle voragini presenti nel manto stradale del ponte sul Po. Ma per fortuna abbiamo i totem a risollevarci il morale

    1. non è proprio la stessa cosa, cara Ada, perchè sul ponte come in altre vie di tanto in tanto riparano, ma su questa, una volta distrutta , non ci hanno fatto più niente. C’è da sperare che non succeda la stessa cosa per via delle Tramvie, una volta completato il parcheggio, che già ho segnalato ed in merito a cui alcuni operai m’avevano assicurato che l’avrebbero sistemata una volta terminati i lavori .

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