Delfino Tinelli e i suoi ricordi della Bassa bresciana

30 Luglio 2023

Ho conosciuto l’autore di questo libro, 30 Racconti Emozionali, quando frequentavo il liceo ed ero la vicina di banco della figlia. Così capitava che fossi sua ospite a Manerbio per dividere con lei i compiti di greco da svolgere, ma anche la sua famiglia, in particolare il papà Delfino, uomo di grande empatia, intelligenza ed ironia. Mi faceva sentire a casa, la quarta figlia. Poi, quando io e Alessia ci trovammo a dividere la stanza all’università, papà Tinelli non mancò di farmi sentire quanto ne fosse contento.

Ho avuto così il privilegio, quasi fossi di famiglia, di poter leggere queste 120 pagine di ricordi: le parole scorrono garbate e l’autore racconta episodi della prima parte di vita, quelli più lontani nel tempo, che narrano di un’Italia dominata dal fascismo, indecisa se entrare o no in guerra, poi scissa e in guerra civile, poi spaccata in due anche nel dopoguerra, mentre si lecca le ferite e affronta la ricostruzione. Così, i racconti ci tratteggiano la vita delle cascine della Bassa bresciana, le scuole a Cremona, l’alternarsi delle stagioni e i tempi della campagna, i San Martino della sua famiglia, tra miseria e riti collettivi, tra desiderio di imparare e curiosità del mondo al di fuori dei poderi. Il Tinelli maestro e direttore didattico, curatore editoriale e autore, il politico e il sindaco, l’inviato per la stampa e il padre di famiglia si scoprono via via che la lettura procede. Tra un sorriso, una battuta e la nostalgia si percorre un pezzo di storia del ‘900, e i nipoti e il pronipote possono essere ancora più orgogliosi di un nonno tanto lucido e spumeggiante, profondo e allo stesso tempo capace di leggerezza come ha saputo esserlo sempre, sin da quando lo conobbi, che era ancora solo padre.

 

Alessandra Fiori

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