Nel breve commento in merito alla fruizione della cosiddetta ‘casa di Stradivari’, l’assessore alla Cultura del Comune di Cremona, Luca Burgazzi, mi accusa di diverse inesattezze. Vediamole. Burgazzi spiega che il contributo alla Fondazione Casa di Stradivari è assegnato dal ministero della Cultura per le attività di formazione dei giovani liutai. Ebbene la delibera votata dallo stesso Burgazzi n.252 approvata il 16 novembre 2022 dalla Giunta Comunale di Cremona (vedi foto) recita testualmente: “Per la realizzazione delle azioni legate al progetto, il Comune di Cremona trasferirà alla Fondazione Casa di Stradivari ETS la somma di 40.000 euro”. Bene si dirà che il Comune è stato solo un ente pagatore e che quei soldi arrivavano dal ministero attraverso strane alchimie burocratiche. Certo, ma potevano essere utilizzati per altri progetti. Scelta legittima dell’Amministrazione. Scelta legittima criticarla. Vero che sono solo 40.000 mila e non centomila. Vero anche che operazioni così hanno costi per le Amministrazioni soprattutto di ordine organizzativo, burocratico, di detrazioni da imposte e gabelle varie e quindi si arriva presto a quota centomila. Basti solo pensare agli eventi in città della tre giorni di inaugurazione e ai vari luoghi pubblici utilizzati Ma questo poco importa.
Altre imprecisioni? Non se ne trovano. Nessuno ha scritto che il Comune ha pagato la ristrutturazione. Vero è, invece, che non c’è stata alcuna altra iniziativa se non per quattro giovani liutai. Niente concerti. Niente libri. Niente momenti per la città. Un dato inconfutabile.
Burgazzi scrive che la casa non è un polo turistico: Bene. E’ una scelta, ma anche questa, come tale, sottoposta a legittima critica. Tanto più che la casa che reca il nome più illustre della città è poco più che una bottega liutaria come tante altre e con la città ha poco da dividere.
Ci saranno eventi. Ottimo. Hanno l’aria di rimanere ristretti a una piccola cerchia di persone. Nessuno toglie il merito alla Fondazione di aver recuperato a livello abitativo la casa. Sempre al netto delle polemiche storiche.
Una rassicurazione a Burgazzi sul tema dell’anonimato del pezzo. Forse non sa, perché fa un altro lavoro, che per legge in Italia si può diventare giornalisti professionisti anche con un ‘alias’. Basta che ci sia un direttore che firmi: questo è il caso. Dunque poche inesattezze ma solo un commento. Buon concerto.
Ghino di Tacco
Sotto il link del documento citato nell’articolo
Casa di Stradivari, 100mila euro spesi nessuna iniziativa, pochi visitatori
3 risposte
Discussione, confronto, battibecchi… l’importante è che siano utili per valorizzare il patrimonio della città in modo adeguato. La città ha bisogno di risorgere concretamente e se le critiche servono a mantenere vivi argomenti magari un po’ dimenticati e spronare a migliorare l’offerta sul territorio, d’altra parte chi le riceve dopo aver risposto e spiegato ha il dovere di passare dalle parole ai fatti. Cosa che non sempre avviene…e che ultimamente raramente è avvenuto. Parole, parole, parole.
Non voglio dilungarmi, ma evidentemente non si conosce la modalità con la quale il ministero assegna contributi sui patrimoni immateriali Unesco. Ogni anno si presentano progetti e questi progetti vengono finanziati. Non possono essere usati per nessun altra cosa. Se li assegnano su quei progetti, vanno utilizzati per quelli.
Se la delibera parla di 40k, sono appunto 40k. Non ci sono altre “gabelle varie”.
So benissimo che si possono usare nomi fittizi, ma sono abituato all’antica quando ci si confrontava a viso aperto, ma tant’è.
Infine evidentemente lei non ha mai visitato la casa, perché qualora lo avesse fatto capirebbe che è tutto incentrato sulla formazione e quindi non certo concerti oceanici, per questo ci sono altre sale.
Se avrà voglia la potrò accompagnare, anche con un falso nome così da mantenere inalterata la sua carriera giornalistica alias.
Applausi.