Dubbi sul nuovo piano pandemico: valanga di soldi destinati ai vaccini

19 Marzo 2024

Tutte le volte in cui vengono prese decisioni  di ordine  sociale o sanitario, da un lato risuonano apprezzamenti entusiastici e dall’altro si odono lamenti e dubbi sulla morte della democrazia. 

E’ di queste settimane la diffusione del Piano Pandemico  2024-28, documento e indubbiamente circostanziato, che definisce ruoli e responsabilità istituzionali nella preparazione e risposta a un eventuale prossima pandemia. 

Senza entrare nei particolari dei contenuti, possiamo dire che questi ultimi sono coronati da tante buone intenzioni (potenziamento della prevenzione, incremento  dei laboratori di diagnosi  e ricerca…). Tutto bene finalmente – anche in considerazione del modo contraddittorio in cui è stata affrontata l’ultima pandemia – non possiamo che sentirci rassicurati da questo piano che, con dovizia di particolari, considera tutti gli aspetti medici e sociali idonei al contenimento della pandemia. 

A questo punto, però, scaturiscono i dubbi e i distinguo da parte degli scettici che si chiedono quanto le istituzioni nazionali e regionali siano pronte a recepire il piano, inoltre se il problema del personale sanitario (soprattutto quello attivo sul territorio), inadeguato per numero  e preparazione specifica, non sembra prossimo  a repentine soluzioni.

Senza soffermarsi sugli aspetti etici che devono ancora essere chiariti (luci, ma anche qualche ombra sui vaccini), vengono  messi in luce i risvolti economico-finanziari di cui si è ripetutamente  discusso in un recente passato.

Sul Financial Times Jeoffry Porges  riferisce che la fornitura  di 24 miliardi di dosi vaccinali costa 32 miliardi di euro, mentre i profitti  per i produttori ammontano a 432 miliardi. Niente male, si dirà, meglio per chi ci guadagna …purché si facciano le cose come vanno fatte.

Bill Gates (che foraggia alcune case farmaceutiche) e i fondi finanziari (Black Rock,  Vanguardia…) che sostengono Big Pharma, non sono filantropi disinteressati, nessuno lo pretende, ma è auspicabile che non tengano conto   solo dei profitti. 

Fermo restando che nessuno si sogna di mettere in dubbio l’appropriatezza  della terapia vaccinale,  qui entra in gioco il mio personale scetticismo, basato sulla convinzione che il capitalismo esiga un eccesso di produzione per promuovere i consumi (24 miliardi di dosi per la sola Europa!) . Se poi emerge che alcuni dei suddetti fondi investono anche nei social network e sono fra i maggiori finanziatori delle banche più importanti, qualche domanda ce la dobbiamo porre, credo.

Chi scrive non è di sinistra, ma ha il brutto vizio di cedere alle lusinghe del pensiero libero, anche a rischio di sbagliare!

Porsi domande, senza necessariamente trovare risposte, equivale a possedere una coscienza democratica che non ha nulla a che vedere con il facile e patetico complottismo. Ed è proprio questo il punto: perché non dovrei chiedermi se capitali di dimensioni “siderali”  non possano interferire con le decisioni dell’OMS? Perché troppo denaro – che nessuno è più in grado di controllare –  non dovrebbe rappresentare un pericolo per la democrazia? Perché il capitale “sano” non dovrebbe scendere a compromessi con le mafie per il commercio dell’oppio, necessario  per la produzione dei farmaci antidolorifici? 

Quando all’imperatore Vespasiano veniva rimproverato di accumulare denaro con le tasse sui bagni pubblici, rispondeva annusando i sesterzi : “pecunia non olet”. 

 

Giuseppe Pigoli

3 risposte

  1. Interessante l’articolo di Giuseppe Pigoli, io uomo di sinistra da sempre, non complottista, vaccinato, però su questa vicenda ho un motto “dubito ergo sum”. La presidente della Commissione UE, Ursula Von Der Leyen, è stata oggetto di due interrogazioni al parlamento europeo, una dei verdi e una dei conservatori, sul suo evidente conflitto d’ interessi, avendo il marito medico dirigente scientifico di Orgenesis Inc., società che collabora con Pfizer – Biontech. Per non parlare dell’acquisto esagerato dei vaccini e le morti, anche in Italia, conseguenti all’utilizzo del vaccino AstraZeneca. Ora si vogliono acquistare 24 miliardi di dosi, per un costo di 32 miliardi di euro. Fermiamola, cacciamola. Utilizziamo le elezioni europee per cacciare corrotti, venduti alle case farmaceutiche e per dire basta alla politica di riarmo in Europa e in Italia. Le risorse pubbliche usiamole per la sanità, la scuola e l’istruzione.

  2. Bene se ora c’è il Piano Pandemico 2024-28 che definisce ruoli e responsabilità istituzionali a fronte di un’ eventuale prossima pandemia e prevede
    potenziamento della prevenzione, incremento dei laboratori di diagnosi e ricerca….Condivido però la preoccupazione di G. Pigoli che si chiede quanto le istituzioni nazionali e regionali siano pronte a recepire il piano anche alla luce della carenza del personale e delle strutture necessari. Cremona poi aspetta l’epifania del nuovo ospedale-Parco della Salute prevista forse per il 2030 e intanto tocca ferro. Ricordo che a Bologna il dg Lazzari può dire di un ospedale più vecchio di 20 anni del nostro e alto 15 piani “Lo stiamo ristrutturando e abbiamo già approntato un’ala autonoma quanto ad accessi e dotazioni per un’eventuale nuova pandemia”.

  3. Molto interessante l’articolo di Beppe. Va però tenuto in considerazione il fatto che il nuovo piano pandemico 24/28, la cui lettura è estremamente complessa, non tiene conto di una variabile fondamentale: nessuna profilassi vaccinale è suscettibile di obbligatorietà. Significa che, a fronte di una enorme quantità di vaccini prodotti, specie per il Covid, solo una piccola parte di essi verrà processata con un vantaggio per le multinazionali del farmaco che lo producono e vendono (a cui non interessa il ritorno del dato) e con il placet incondizionato dei governi. Quindi con una parte di denaro e investimenti buttati al vento.

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