Eppur Cremona si muove: petizione contro l’ospedalino

28 Luglio 2023

Grazie a un gruppo di cittadini responsabili, i cremonesi potranno prendere pubblicamente posizione contro il nuovo ospedale. Si è costituito un comitato che lancia il confronto sulla costruenda struttura che apre un dibattito sinora evitato dalle forze politiche e imprenditoriali, dalle istituzioni, dai sindacati e dalla stampa di regime. Il comitato lancia una petizione  di cui riportiamo il testo. Sarà possibile aderire dal 30 luglio su Change. Org

PETIZIONE CONTRO LA COSTRUZIONE DI UN  NUOVO OSPEDALE A CREMONA

del  “movimento per la riqualificazione dell’ospedale pubblico di Cremona” 

“FERMIAMO la costruzione del nuovo ospedale nella città di Cremona”

 Un gruppo di donne e uomini della provincia di Cremona con ruoli, idee e funzioni diverse, preoccupati per la decisione di demolire l’Ospedale Maggiore della loro città capoluogo, riferimento sanitario per tutta la provincia, non ritenendo indispensabile la costruzione di un nuovo ospedale in quanto non determinante per il miglioramento della sanità pubblica del territorio, hanno deciso di fare qualcosa. 

Chiedono al Sig. Direttore della Asst Dr Giuseppe Rossi di 

“FERMARE la costruzione del nuovo ospedale nella città di Cremona”

La ragione di questo appello, è dare vita ad una vasta mobilitazione in difesa dell’ospedale ritenuto “vecchio” dopo solo 52 anni dalla sua inaugurazione,  nonostante sul territorio lombardo siano attivi, e ritenuti punti di riferimento, ospedali ben più antichi e vetusti, come ad esempio  il Niguarda, il più grande ospedale d’Italia, costruito nel 1939, il San Raffaele di Milano nel 1950  e il vicino ospedale Poma di Mantova del 1928 

 Vi chiediamo di firmare, diffondere e condividere su Facebook, e-mail, WhatsApp ecc. questa petizione in quanto riteniamo che ci siano alternative molto più efficaci e meno costose per migliorare la sanità pubblica nel nostro territorio.

                                                            appello....

L’ospedale di Cremona è stato inaugurato nel 1971 ed è stato costruito grazie al patrimonio di fondi agrari, cascine, case e lasciti in denaro che si sono accumulati nei secoli e frutto della generosità trasversale di ogni ceto sociale dei cremonesi.

Tutto questo viene dissolto con il crollo fisico di un edificio, con la demolizione di una struttura che sicuramente non è stata pensata dai progettisti per durare solo 50 anni e di cui si dovrebbe considerare assieme al lascito morale anche il valore economico che non è certamente zero  

i motivi per i quali chiediamo di FERMARE la costruzione del nuovo ospedale, sono dovuti ad una opportunità di modificare una politica sanitaria fondata sulla sola aspettativa di un ospedale ad  elevato livello di specializzazione, che assorbe enormi fondi economici, trascurando il fondamentale aspetto di prevenzione e cura di situazioni mediche curabili in stato precoce che possa evitare l’acutizzarsi o il cronicizzarsi della patologia e la necessità di interventi a posteriori molto complessi e costosi.

                                                       PROPONIAMO

Anziché un nuovo ospedale, che garantisce per ora sulla carta solo la possibità di degenza in camere singole, e una “modularità” di cui non ci è stato spiegato e provato un vantaggio sufficientemente convincente per eliminare l’opzione della riqualificazione dell’ospedale esistente, chiediamo che il denaro risparmiato venga usato per la costruzione di centri sanitari chiamati “casa per la salute”, come concordato nel “protocollo d’intesa” tra Regione Lombardia, Provincia di Cremona, Comune di Cremona, Asst e Ats il 28 luglio 2021 

La funzione delle “case della salute o case della comunità” hanno nel loro principale obiettivo la  funzione di “medicina di prossimità”, di pronto intervento per patologie non gravi,  per attuare consulenze sanitarie e di igiene alimentare, al fine di limitare gli accessi al pronto soccorso ospedaliero solo a gravi urgenze, e anche una finalità di prevenzione e di educazione alla salute fisica e mentale.

L’obiettivo dichiarato da dottor Giuseppe Rossi e dal sindaco Gianluca Galimberti  nel “protocollo d’intesa” era di favorire una maggiore integrazione fra le cure sanitarie e socio sanitarie, fra l’assistenza ospedaliera e quella territoriale. 

Con la costruzione di un nuovo ospedale si stanno sprecando soldi  ingigantendo la funzione ospedalocentrica, lasciando le briciole dei finanziamenti del Pnnr per le “case della salute”.

 Questi centri per la salute dovranno essere adeguatamente attrezzati e dotati di personale medico e infermieristico. Le poche inaugurazioni in questi ultimi mesi in Lombardia di questi centri di medicina sul territorio non hanno avuto un seguito operativo importante in quanto non si è assunto del personale sanitario in misura adeguata. 

Per mancanza di fondi economici?

 La differenza di denaro risparmiato tra la costruzione del nuovo ospedale e la riqualificazione  dell’attuale ospedale non è irrilevante: 85,7 milioni 

La Regione Lombardia ha deliberato

fondi per la costruzione del nuovo ospedale : 250,7 milioni  

di cui 238 milioni dallo Stato e 12,5 milioni dalla Regione Lombardia

per la demolizione dell’ospedale esistente:   30 milioni

per un totale di 280,7 milioni  

Per la riqualificazione del monoblocco dell’attuale ospedale di Cremona sono necessari 195 milioni

Per quanto ci è dato di sapere, non ci sono differenze significative tra la superficie del monoblocco ospedaliero e il nuovo monolbocco da costruire a poche decine di metri accanto all’attuale: il “vecchio” ospedale ad ora ha una superficie di circa 100.000 mq quando fu inaugurato nel 1971 i posti letto erano circa 1300, era un’altra medicina rispetto all’attuale, e il servizio alla persona era forse alla pari  della vita abituale per la maggior parte di cittadini nelle proprie abitazioni.

Nel 2010  i posti letto vengono ridotti a 792 con camere a 2 e 4 letti con bagno.

Nel 2021  i posti letto dichiarati dalla Regione Lombardia sono  589.   

Non è impossibile pensare, visto che la superficie negli anni è stata incrementata con ristrutturazioni importanti e costose, che si possano riqualificare tutte le camere di degenza con 1 o 2 posti letto. 

 Il “nuovo” ospedale ha anch’esso una superficie di circa 100.000 mq e sono previsti un numero di posti letto di 554, tutti in camera singola. La presentazione più che entusiasmante del progetto come un “avveniristico ospedale, proiettato nel  futuro” con concezioni costruttive “modulari” che lo faranno diventare un “ospedale modello per il mondo intero” e altre più che ottimistiche aspirazioni, si fondano, per chi ha pensato ad un nuovo ospedale, sul fatto che ci sia una “modularità” nella sua costruzione e nelle sue funzioni.

Molti di coloro che hanno letto questi “lanci pubblicitari” hanno pensato ad un edificio TRANSFORMER che possa in pochi e veloci passaggi modificarsi e rendere tutto l’edificio più efficiente rispetto al precedente momento dove assumeva altre funzioni per altre necessità. Un organismo “vivo” che muterà nel tempo e si adatterà alle evoluzioni più imprevedibili della medicina.

Ma la fantascienza scientifica, anche in ambito medico, non passa per modifiche del suo esoscheletro della struttura muraria, costruita e subito demolita dopo pochi anni e ricostruita con nuove architetture, ma si concretizza, e porta sempre più a migliori risultati medici, con il contributo delle più avanzate apparecchiature tecnologiche, che oggi si sono concretizzate e ancor più si evolveranno nel futuro, quasi in modo completamente indipendente dall’edificio nel quale saranno collocate.

Il fattore umano, la competenza e la dedizione del personale che lavora sono fondamentali per  collocare un ospedale e un servizio sanitario ai più elevati  livelli nazionali e mondiali, e nel progetto del nuovo ospedale nulla c’è al riguardo, ma si ha la sensazione di un forte ridimensionamento a tutti i livelli.

Non capire questo ci porterà a dilapidare importanti risorse economiche per inseguire la “comodità” del paziente alloggiato in un monolocale alberghiero a cui non necessariamente seguirà una performance di interventi medici di eccellenza.

Un obiettivo da tempo perseguito nella cura del paziente in ospedale è quello di una permanenza sempre più breve, pensando al suo rapido recupero,  al suo reinserimento in ambito famigliare e al suo costante controllo e supporto domiciliare attraverso sistemi telematici di cui la medicina moderna fa ampio uso. 

Pensare ad attrezzare con questi sistemi informatici l’attuale ospedale è pienamente possibile anche per un edificio che non ha le caratteristiche di una “stazione spaziale”.     

“movimento per la riqualificazione dell’ospedale pubblico di Cremona” 

       movimentoper.riqualificahdicr@gmail.com

     

  I primi sostenitori e firmatari dell’appello: (in ordine alfabetico)          

28  luglio 2023

     Aldovini Daniela                 insegnante

     Barbisotti Giovanna           insegnante

     Bodini Umberto                  medico

     Carniti Tiziano                   insegnante

     Choi Ok Me                        interprete 

     Corradi  Ezio                      ferroviere          

     Davoli Camillo                    medico

     De Antoni Luigi                  tecnico Telecom

     De Crecchio Michele         architetto

     Ferrari Dante                     ferroviere

     Gerevini Renzo                   pensionato

     Gnocchi Enrico                   biologo

     Gnocchi Vutha                    studente

     Luccarini Paola                  insegnante

     Maestri Eugenio                 ferroviere

     Manese Annachiara           linguista

     Manese Eletta                     insegnante

     Mantovani Giorgio            geometra

     Rangognini Enzo               pensionato 

     Rossi Laura                        imprenditrice                

     Serventi Ennio                   scrittore

     Vaudetto Guido                  naturopata        

     Villa Celestina                    ex funzionario Archivio di Stato

     Ziglioli Giancarlo              ambientalista

17 risposte

  1. Da molto tempo sono sempre presente con alcuni cittadini che a Cremona stanno lottando per il nostro ospedale cittadino.
    Ricordo il gruppo di mamme dal fiocco giallo che nel 2019 hanno provato ad opporsi alla chiusura dell’UTIN (Unità Terapia Intensiva Neonatale) e subito ho aderito.
    Ero fra i quattro attivisti mobilitati per protestare e fischiare al presidente di Regione Lombardia che nel 2020 venne ad elogiare lo Hub Covid Vaccinale in fiera, dopo aver trasformato il nostro ospedale in un lazzaretto per malati di covid gravi.
    Ancora l’anno scorso con altre pazienti abbiamo creato il comitato spontaneo Rivogliamo Area Donna appena abbiamo capito che volevano smantellare la nostra Breast Unit e unirla in un meno appetibile e generico Cancer Center. In oltre 200 eravamo davanti all’ospedale il giorno della festa della donna, l’8 marzo, abbiamo coinvolto (bontà sua) il sindaco e la giunta comunale, abbiamo smosso il ministero della Salute, tutti i sindacati, e bombardato di mail l’assessore regionale.
    Quindi come cittadina cremonese, paziente senologica dell’ospedale di Cremona, reputo che il nostro nosocomio debba essere ristrutturato, arricchito di potenzialità con nuove assunzioni del personale medico, infermieristico e sanitario, rinnovati i macchinari e messo a norma, non demolito per un progetto minore e lontano nel tempo.

    Ecco perché aderisco a questo movimento e a questa iniziativa come Paola Tacchini, nonché attivista del Movimento 5 Stelle.

  2. Già aderito e mi riservo massima pubblicizzazione dell’iniziativa anche se il periodo estivo non aiuta.

  3. Complimenti a questo blog che ha saputo smuovere i cremonesi. Gli editoriali di Pietro Cavalli, di Ada Ferrari, di Antonio Grassi e del direttore Zanolli hanno da subito evidenziato l’inadeguatezza di un progetto che parte dall’involucro senza sapere quale possa essere il contenuto. Inoltre si è saputo sottolineare il fatto che la sanità cremonese viene continuamente ridimensionata e mortificata con grave danno per il nostro territorio. E a chi parla di ‘tira indrée’, chiedo: volendo costruire una casa per la propria famiglia non si tiene conto forse delle esigenze dei componenti della famiglia stessa per progettare un’abitazione adatta e soddisfacente?

  4. Lo stile giornalistico semplice, serio, informato ed educativo di questo blog ha contribuito a questa mirabile iniziativa che sembrava impossibile. Talvolta non serve l’identità politica e di partito quando l’inchiostro, come in questo caso, si dimostra più incisivo. Ovvio che aderisco a questa iniziativa.

  5. Aderisco e mi impegno a divulgare questa importante iniziativa. Complimenti agli organizzatori e a Zanolli.

  6. Condivido volentieri questo blog pur avendo già aderito , ritengo sia un dovere morale partecipare !
    Inutile lamentarsi senza un minimo necessario impegno per un tema così importante ; non possiamo lasciare che le persone fragili rimangano senza la necessaria assistenza , non possiamo non pensare alle cure che potremmo non ricevere in un prossimo futuro , non possiamo non pensare a cosa lasciamo ai giovani!

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