Eremiti in concerto e nell’eternità: ci sarete sempre

20 Settembre 2023

Siamo a Soarza alla cascina Pizzavacca, una decina di chilometri da Cremona. Sono lo scriba fedele e il cronista infedele del gruppo musicale perché ho raccontato tutti i loro concerti,  uno solo all’anno. Il primo è del 2012, con simbologia svagante, mai strettamente attinente al reale andamento del concerto. Ho scritto e confermo che per me sono unici al mondo perché non  conosco altro gruppo che costituitosi nel ’70, sono tutti del ’56 e quindi avevano 14 anni, restano insieme per due anni con ottimi risultati, vari concerti e un 45 giri oggi introvabile, si sciolgono nel ’72, vuoi per studiare seriamente, forse noia ma dopo quasi mezzo secolo rimettono su tutta la baracca per amore della loro adorata musica e per la granitica amicizia mai scalfita dal trascorrere impietoso del tempo. Spolverano chitarre, anticaglie arrugginite, batterie mezzo scassate, rimettono in sesto tutto, dove non è possibile sostituiscono col nuovo e via, ripartono con serietà e tenacia inverosimili. Prove su prove, praticamente quasi tutto l’anno.   Il successo è immediato fin dal primo concerto, sempre 200 anime presenti, di più non ne prendono, anche perché le loro location non lo consentono.

Parte le musica e c’è subito un momento commovente con il ricordo di Andrea Ranieri che è scomparso un mese fa e la moglie Lucia Marazzi lo ricorda con immenso amore sulle note di “Amico di ieri” delle Orme che  gli Eremiti hanno appena eseguito. Andrea e Lucia sono stati, fin dal primo concerto sostenitori e collaboratori degli Eremiti. Non solo amore per la musica ma anche amicizia cementata da alcune scuole in comune quando ancora non si facevano la barba, per chi conosce Cremona: Monteverdi, Virgilio, Aselli, Manin, Vacchelli, etc. Ma facoltà tutte diverse e diverse anche le città all’Università.

Dopo il ricordo struggente di Andrea e Lucia, riparte la musica degli Eremiti e mi accorgo che mi sta invadendo la sindrome Anabasi o che dir si voglia di Senofonte. Cos’è la sindrome Anabasi? E’ la sindrome del perdersi nel ritorno. Non era facile andare dalla Grecia a combattere in Persia 2.400 anni fa, ma ancor più difficile tornare indietro in Grecia perché chi conosceva bene la strada sicuramente era morto.

Ora  come allora. Siamo al dancing dell’Eden, davanti al mare del golfo delle Cinque Terre, “ ùnel sogno di una notte di mezza estate” parte la musica “Una rotonda sul mare” e ci sono i ragazzi, bronzi del mare e le belle fanciulle in fiore. Sono passati quasi tre quarti di secolo, c’era l’orchestra, non bravi come gli Eremiti ma nessuno se ne accorgeva perché ognuno pensava alla sua Beatrice. Nell’intervallo del concerto degli Eremiti, parlo della sindrome Anabasi con uno degli Eremiti che è Marco Lupi (Lupo per gli amici). Lui suona la chitarra classica ed è il solista detto anche il “Jimy Hendrix” Gli altri Eremiti: Franco Masulli il CEO (Capo Organizzatore) chitarra armonica e voce potente e distinguibile anche da lontano; Luciano Marchetti al basso per cinque anni con i Giganti e re delle “svisate”, non so cosa siano e non so nemmeno perché si chiami basso quando in tutto e per tutto è una chitarra, d’accordo con tonalità più bassa ma sempre chitarra; e infine il vero deus Mario Cottarelli, fratello di tanto Carlo, ma soprattutto batterista, compositore di musica di vario genere, orecchio assoluto e anche ottimo pianista, forse anche altri strumenti, ma io non so.

Il repertorio di quest’anno quasi completamente rinnovato: Zucchero, Little Tony, Patty Pravo, Formula 3, Lucio Battisti, Rokes, Creedence, Ribelli, De Gregori, Emerson Lake and Palmer, Ligabue, Lavezzi, Le Orme.

A Soarza ci sono le fanciulle in fiore ma non ci sono i bronzi di mare e non c’è nemmeno una zanzara che tormenti ancor di più la mia sindrome Anabasi. Certo per essere nel ritorno bisogna pur partire. Gli Eremiti sono eterni, già il nome che si sono dati significa eternità nella dolcezza e bellezza della musica e del canto. Già, l’eternità, ma qualcuno si sarà perso nel ritorno e credo che  non sarà più buono scriba e cattivo cronista.

Chiudo col “ bravo presentatore” Marco Pizzamiglio, anche lui della banda dei nati nel ’56, che oltre a introdurre tutti i pezzi degli Eremiti ha recitato una strana composizione del paroliere e poeta Crocefisso Dentillo che parlando con i genitori ha inserito qualche bel verso di canzoni famose tipo: ‘un tuffo nel blu, niente fi più, ‘seduto in quel caffè’, ‘mi ritorna in mente’, ‘fiumi azzurri e colline’, ‘non è Francesca’, ‘è stato solo un gioco e non un fuoco’, ‘tu chiamale se vuoi, emozioni’, ‘davanti a me c’è un’altra vita, la nostra è già finita’ etc.

Eremiti nell’eternità ci sarete sempre, qualcuno di noi non credo.

 

 

Pietro De Franchi      

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