Ero in piazza a gridare: ”L’ospedale non è un kleenex’

1 Dicembre 2023

Ieri 30 novembre, mentre la maggior parte dei cremonesi era in coda per la brioche gratis all’Eurospar, un numero minore di temerari ha sfidato freddo, pioggia e buio nel tardo pomeriggio, per manifestare davanti al Museo del Violino contro la presentazione del progetto per il nuovo e avveniristico ospedalino minore, (presentazione che sembra tratta dal gioco per PC Cities Skylines dove le costruzioni vengono fatte un un cyber mondo inmune da inquinamento). Questo poi dovrebbe sorgere nel giardino del monoblocco, avvolgendolo per poi sostituirlo con successivo abbattimento dell’attuale, che sprofonderà nelle acque di un azzurro laghetto.

Nella realtà, dobbiamo però tener conto di un mondo tutt’altro che paradisiaco, con grandi fonti inquinanti, quali il vicino inceneritore, lui sì che è obsoleto, e fuori norma, per non parlare della centrale a biomasse e del tentativo di realizzare anche un ulteriore impianto di biometano, il vecchio già era lì da prima, ma quello nuovo…

Un’altra importante domanda è che cosa sarà dei pazienti cronici, degli anziani con patologie non gravissime che secondo la tipologia di reparti previsti non rientrano nel progetto.

Noi eravamo lì, principalmente quelli del Movimento Riqualificazione Ospedale, più vari attivisti di associazioni ambientaliste legate al territorio, a dire il nostro no!

Per combattere il buio, ci siamo muniti di led e lucine che illuminassero i nostri cartelloni, al posto delle brioches abbiamo offerto cioccolatini e ci siamo uniti ripetendo come un mantra il semplice, ma efficace slogan: “L’ospedale non è un klinex”.

La piazza Marconi, che ora è di proprietà, insieme al Museo del Violino, non è più accessibile interamente, e la polizia che presidiava ha chiesto di non avvicinarsi troppo. Nessuno comunque ha potuto impedire i fischi quando sono arrivate le autorità, specialmente il sindaco di Cremona, da noi percepito ostile, da quando abbiamo vissuto questa faccenda come una imposizione senza un confronto democratico con i suoi cittadini.

Personalmente ho vissuto un momento di condivisione e amicizia con delle donne che reputo delle guerriere, sempre costanti ed in prima fila quando cerchiamo di difendere il territorio da danni contro il clima, l’ambiente e la salute e altri amici di tante manifestazioni.

Desidero anche spendere una parola di ringraziamento a quelli venuti dal Casalasco che stanno combattendo una analoga battaglia per salvare il loro ospedale Oglio Po.

Con piedi e mani intirizzite, mentre dentro all’auditorium, al calduccio si raccontavano il fantasmagorico Parco della Salute come di un mezzo Colosseo interrato coperto di alberelli e praticelli, ci siamo salutati con la promessa di non mollare, perché, come diceva Che Guevara:
“Chi lotta può perdere. Chi non lotta ha già perso”.

 

Paola Tacchini

2 risposte

  1. Non serve un nuovo fantasmagorico ospedaletto, si ristrutturi l’esistente e si utilizzino le risorse per assumere medici, infermieri, tecnici, OSS e attrezzature. Un piccolo ospedale serve solo a foraggiare le strutture private, che come moderne sanguisughe alla Dracula, succhiano il sangue pubblico, per arricchire privati, anche quando queste cliniche hanno davanti un bel San. Alla faccia del Vangelo.

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