La finalità nobile del progetto non giustifica la distruzione di altro verde pubblico e un ulteriore sfregio ai margini del Parco di interesse sovracomunale del Po e del Morbasco. Abbondano a Cremona siti alternativi dove costruire tale complesso ma l’Amministrazione comunale è sorda alle proteste e contraddice disinvoltamente se stessa. Una variante del Piano di governo del territorio prevede infatti una riduzione del consumo di suolo quantificata dal vicesindaco Andrea Virgilio in 100.000 metri quadri cui però fa da contraltare la concessione di licenze edilizie che suscitano le vibrate reazioni dei cittadini e delle associazioni ambientaliste.
C’è un modo per fermare le ruspe? La domanda è d’obbligo per evitare che le contestazioni continuino a rimbalzare contro il muro degli interessi economici e dell’insipienza politica e restino testimonianza sterile a futura memoria. Un esposto alla Corte dei Conti per grave danno erariale ha prodotto in casi analoghi l’effetto sperato. Il verde pubblico appartiene alla collettività. La Pubblica Amministrazione che lo cura (si fa per dire) e lo gestisce, in questo caso il Comune di Cremona, potrebbe essere chiamato dalla magistratura contabile a rispondere di sperpero di patrimonio pubblico. Ma chi si assume la responsabilità e l’onere di presentare un esposto? Quale associazione o gruppo di cittadini lo faranno in una città dove la parola d’ordine è ‘stum schis’?
‘Su Cremona gravano le pesanti conseguenze delle pessime varianti urbanistiche a suo tempo volute dalla amministrazione di destra – commenta l’architetto Michele De Crecchio – e che, soprattutto quando interessavano terreni privati, non si sono volute correggere, in ossequio ad una sciagurata e assurda disposizione regionale. Molto meglio di Cremona si è comportata Brescia che, per tornare ad una più corretta pianificazione, ha avuto il coraggio di chiedere ed ottenere dalla Corte costituzionale l’annullamento della disposizione regionale’.
Vittoriano Zanolli
4 risposte
Bravo, bravo, bravo Vittoriano. Ma posto che in questa sciagurata corsa alla cementificazione nessuna forza politica è immune da responsabilità, resta l’attualità vergognosa di un parco a destinazione pubblica ed elevato valore ambientale e sociale ( sollievo a chi per varie ragioni passa l’ estate in città) ridotto a giungla di erbacce e rami spezzati. L’attuale amministrazione di centro sinistra lasciando l’area all’abbandono intende scoraggiarne la pubblica frequentazione? Evidentemente, sì. Meno male che a sinistra dovrebbero stare i difensori dell’ambiente e del ‘sociale’…O almeno così recita la solita leggenda metropolitana evidentemente bisognosa di drastiche revisioni.
Grazie Zanolli, chiaro e concreto. Aggiungo che si tratta di uno sfregio alla città ed ai cittadini per un’opera dai contorni incerti, con finalità non chiarissime e priva di una definizione delle necessità del territorio. Personalmente mi impegno ad un sostegno finanziario a chiunque abbia a cuore l’unico spazio verde della città e si muova in questa direzione.
Pienamente d’accordo.