Fanghi tossici per fare profitto, sistema malato, da cambiare

4 Giugno 2021

Wte s.r.l. con sede a Calcinato (Brescia) è ‘una società di ingegneria operante nel settore della difesa del suolo e della pianificazione territoriale’.  Di se stessa dice: ‘Le esperienze maturate nell’ambito dell’ingegneria ambientale vertono sulla potabilizzazione e depurazione, sul trattamento dei rifiuti solidi e liquidi, sulla difesa delle sponde e regimazione dei corsi d’acqua. Infatti, in ambito di gestione operativa dei rifiuti sono all’attivo esperienze sulla depurazione delle acque reflue civili ed industriali, sul trattamento finalizzato al recupero di biomassa di scarto, sulla riduzione volumetrica dei rifiuti fangosi, sul trattamento chimico-fisico e sulla filtrazione su membrana di reflui di vario genere’.

https://wte-srl.it/wte-societa-di-ingegneria/

Qualche giorno fa abbiamo appreso del sequestro di tre impianti di riciclaggio della Wte s.r.l., su una ordinanza del gip di Brescia,  Elena Stefana, nella quale si leggeva: «Nei campioni dei gessi in uscita dall’azienda e in spargimento le sostanze inquinanti (fluoruri, solfati, cloruri, nichel, rame, selenio, arsenico, idrocarburi, zinco, fenolo, metilfenolo e altri) erano decine, se non addirittura centinaia di volte superiori ai parametri di legge».

I reati contestati a questa azienda sono traffico illecito di rifiuti e gestione di rifiuti non autorizzata. Ha venduto 150mila tonnellate di fanghi contaminati spacciati per fertilizzanti e smaltiti su tremila ettari di terreni agricoli nel Nord Italia.

Importante operazione quindi dei carabinieri forestali che pone fine ad operazioni industriali i cui proventi economici vengono dalla lettura cinica e amorale del concetto di impresa. È infatti inaccettabile che un’indubbia minaccia di danno alla salute umana sia giustificata perché produce profitto economico.

A proposito di possibili danni alla salute umana, va ricordato, infatti, che nel 2016 in uno studio dell’Osservatorio epidemiologico dell’Ats di Brescia era emerso un aumento del 55% rispetto alla media di Ats nella mortalità nei maschi per tumori maligni di laringe, trachea, bronchi e polmoni.

Sul tema il 28 marzo 2019, la Corte europea di giustizia evidenziava che «il recupero dei fanghi di depurazione comporta taluni rischi per l’ambiente e la salute umana, in particolare quelli connessi con la presenza di sostanze pericolose».

Non si pensi però che la vicenda della Wte s.r.l, sia una sorpresa.

12 luglio 2016, ‘Il Fatto Quotidiano’ scriveva: «Lombardia, 110mila tonnellate di fanghi tossici sversati in terreni agricoli: 6 arresti» Sottotitolo: «È accaduto tra il 2012 e il 2015 in diversi comuni delle provincie di Lodi, Cremona e Pavia. L’obiettivo: risparmiare sugli abituali costi di smaltimento. Lo ha accertato un’inchiesta della polizia provinciale, coordinata dal sostituto procuratore Piero Basilone. Profitti illeciti per 4,5 milioni di euro». «L’indagine è nata nel febbraio 2011 grazie ad una serie di segnalazioni dei cittadini, infastiditi dai cattivi odori provocati dallo spandimento di fanghi biologici stabilizzati e igienizzati sui terreni agricoli. Gli inquirenti hanno accertato circa 400 casi di spandimento illecito di fanghi di depurazione».

Da quanti anni queste pratiche agronomiche criminali sono in atto nelle nostre campagne? Da quanti anni qualcuno sapeva ed ha taciuto? Da quanti anni qualcuno sa ancora e tace? Da quanti anni i nostri bambini mangiano cibo coltivato anche grazie a questi veleni?

È accettabile che l’indubbio danno alla salute umana sia giustificato dal profitto? Così non va bene. La mano invisibile smithiana della Provvidenza equilibratrice nel mercato non ha funzionato. Se ci si vorrà salvare, occorre cambiare in fretta modelli e paradigmi.

Benito Fiori

per ABC – Alleanza Bene Comune-La Rete

 

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3 risposte

  1. Bentornato! Inutile aggiungere che sulla necessità di un ‘cambio di paradigma’ ha ragione da vendere.

    1. Grazie gent.ma prof.ssa Ferrari. L’altro ieri il presidente Mattarella, tra l’altro, diceva «Affiora talvolta la tentazione di rinchiudersi nel presente, trascurando il futuro. Ma non può essere così. Quando diciamo che nulla sarà come prima sappiamo che il cambiamento è già in atto. Ed è veloce. Sono cambiati gli stili di vita; le sensibilità delle persone. Alle domande relative alla sicurezza del proprio futuro, al lavoro, alla casa, si affiancano le preoccupazioni per la salute, per la vivibilità e la sostenibilità ambientale. E, inevitabilmente, cambiano le priorità nelle agende della politica e dell’economia globale.» Nella mia modesta interpretazione leggo queste parole come un civile invito a unire tutte le coscienze che hanno a cuore la costruzione di un futuro meno incerto per le generazioni che verranno. A fare cioé “massima critica” per favorire con urgenza l’avvio di un indispensabile processo di cambiamento. Perché, ad esempio, Cremona non dovrebbe cominciare?

  2. Mi domando con che facilita’ questi banditi hanno potuto avvelenare i campi.
    Parliamo di 5000 autotreni nessun controllo??? E adesso??

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