Indagati con l’accusa di avere sottratto 250.ooo euro dalla fondazione Uniti per Cremona, Renato Crotti e la sorella Anna, destinataria di un bonifico di 5mila euro ricevuto dal fratello, hanno chiesto di patteggiare. Spetta al giudice per le indagini preliminari decidere se accogliere la richiesta di risarcimento di Crotti e della sorella che peraltro ha già restituito la somma che sarebbe stata distratta dal milione di euro raccolto per sostenere sanitari e associazioni di volontariato durante la fase iniziale e più dura della pandemia innescata dal covid-19. L’udienza si terrà il 10 novembre prossimo. Crotti, segretario della fondazione, ma senza potere di firma, era il factotum della onlus costituita in sinergia dalle categorie economie e imprenditoriali e dalle istituzioni. Sono una decina gli indagati a vario titolo in questa inchiesta.
Lo stesso giorno, il 10 novembre prossimo, la presidente della Fondazione Benefattori Cremaschi Bianca Baruelli, oggi candidata alla Camera con Azione, dovrà rispondere dei 100mila euro ricevuti dalla fondazione Uniti per Cremona, che adesso ne vuole la restituzione, per la realizzazione di un reparto mai costruito. L’intricata vicenda si è tinta di giallo per la corrispondenza intercorsa tra la stessa Baruelli e il segretario Giovanni Bozzini sulla destinazione dei 100mila euro che sarebbero stati spesi per altre opere e che invece erano destinati a sostenere i pazienti dimessi dopo avere superato la fase acuta del covid 19.
Renato Crotti, attualmente rinchiuso nel carcere di Pavia, dovrà infine comparire l’8 settembre davanti al tribunale di Brescia per rispondere del reato di prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Dalle indagini condotte dal nucleo della Guardia finanza presso la procura del tribunale di Cremona nell’ambito dell’inchiesta sugli ammanchi denunciati dalla fondazione Uniti per Cremona sono emerse le accuse che hanno portato all’arresto di Crotti per i reati contestati.
