Guerra Israele-Hamas: si paga per l’irresponsabilità di chi ha il potere

19 Ottobre 2023

Questa è la mia lettera di dimissioni… nel tempo che verrà non ci sarà bisogno di gente come me perché non ci sarà più nessuna democrazia da servire, ma solo interessi privati, lotte per più potere e denaro…” (Romanzo Criminale, 2002). Poche righe con cui “il Vecchio”, un funzionario dei servizi segreti,  abbandona quella specie di terra di nessuno in cui il Bene e il Male giocano da sempre la loro partita. Si ritira conscio del fatto che fra  il Bene e il Male non vi è più alcun  equilibrio, perché il primo è stato sconfitto. 

Queste  parole di Giancarlo De Cataldo mi sono tornate in mente  in occasione dello scoppio del conflitto fra Hamas e Israele (ma è una nuova guerra o è la stessa che dall’Ucraina  si sta allargando?). Riflettere sulla guerra comporta l’inevitabile rischio di coniare banalità patetiche, talora però  i libri possono aiutare, fornendo punti di vista sino a poco prima non considerati.

Il Bene e il Male, dicevo; c’è sempre chi grida :“Ha cominciato prima lui!” (come facevamo da ragazzini all’oratorio o nei cortili di casa!), anche in questa occasione la frase echeggia puntuale nei bar o in qualche conferenza o riunione, pronunciata non da ragazzi, ma da adulti, maturi  e responsabili. Anche se  sappiamo benissimo che né Israele, né Hamas, da soli,  non possono dare l’abbrivio a nessuna guerra, sentiamo il bisogno di individuare un buono e un cattivo fra i diretti contendenti  in campo aperto. 

Però  anch’io  – che pontifico dall’alto di  un presunto distacco – sono come i ragazzini o gli avventori attempati e mi ostino a pensare che i cattivi ci sono; non sono a Gaza né a Kiev o in qualsiasi altro posto dove si stanno scannando; penso piuttosto che siano persone “…spesso ignobili, anime nere, capitani di ventura. Eppure, come già altre volte nella storia, saranno loro a governare il caos…”, per continuare a citare il libro. 

Questi sono i cattivi: persone senza anima, ebbre di potere, per cui nazioni e governi non sono altro che pedine da muovere sullo scacchiere mondiale, mentre noi, anime orfane di qualsiasi riferimento,  continuiamo a credere che esistano una sinistra e una destra, un’ideologia e una giustizia, una buona fede e una solidarietà (che spesso confondiamo con la carità). 

In altre parole, possiamo solo immaginare a chi possa giovare questa guerra,  mentre con ragionevole certezza è  facile prevedere che  Israele, Hamas e soprattutto i palestinesi, ne usciranno con le ossa rotte; se i  capi di queste genti  pensassero veramente per conto di chi stanno agendo,  risparmierebbero a tutti l’ennesima, folle, insulsa tragedia. 

Se tutti andassero in guerra solo in base alle proprie convinzioni, le guerre non ci sarebbero più. diceva Tolstoj, ma è speranza vana pensare di far leva  sull’autonomia di giudizio. 

 

Giuseppe Pigoli

2 risposte

  1. Il Male domina ampiamente e non c’era bisogno del dramma della Terra Santa per comprenderlo. Il Bene cerca di resistere nel lavoro umile e quotidiano di tante persone oneste che lottano per non farsi schiacciare, ed occupano sommessamente gli spazi ancora vuoti. Terra Santa poi, meglio chiamarla Terra Maledetta.

  2. Bello questo intervento, mi permetto solo di aggiungere che fino a quando il popolo palestinese sarà costretto a vivere ammucchiato in una prigione a cielo aperto, la striscia di Gaza, fino a quando Israele continuerà a creare colonie in Cisgiordania, i cosiddetti territori occupati, non ci sarà pace in quella parte di terra. I palestinesi da ben 75 anni vivono prigionieri nelle loro terre, questo ha permesso ad Hamas di crescere nei consensi, perché anche la speranza è ormai morta. La soluzione non può che essere due popoli due stati, che imparino a convivere, in pace. Altrimenti vincerà il terrorismo, la guerra, l’odio.

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