In 250 al debutto del comitato BiometaNo Cremona

19 Aprile 2023

Non si baratta un impianto a forte impatto sul territorio con le compensazioni ambientali. Da questo punto fermo, non negoziabile, parte l’azione del comitato BiometaNo Cremona contro il progetto presentato da A2A di un digestore in via San Rocco. Il debutto è avvenuto stasera nell’affollata riunione (oltre 250 i partecipanti) svolta nel centro sportivo di Gerre de’ Caprioli, Comune confinante con quello del capoluogo provinciale.  Ha aperto l’incontro il sindaco Michel Marchi (nella foto centrale) che ha mobilitato cittadini, istituzioni, associazioni ambientaliste in un’azione corale che ha colto di sorpresa l’Amministrazione comunale di Cremona e costretto A2A a chiedere la Valutazione d’Impatto Ambientale, fino ad allora esclusa a dispetto delle criticità evidenziate dalle relazioni tecniche dell’Arpa e dell’Ufficio ambiente del Comune capoluogo. Relazioni depositate nel novembre dello scorso anno e rimaste nel cassetto.  Dopo la relazione di Marchi sono intervenuti tra gli altri Maria Grazia Bonfante, Luigi Lipara, Marco Pezzoni e diversi cittadini che hanno sottolineato e criticato soprattutto un aspetto: sono totalmente mancate le informazioni alla cittadinanza così com’era accaduto nella fase preliminare e di studio del progetto dell’impianto a biomasse legnose, poi realizzato.

La posizione del comitato BiometaNo Cremona è chiara: no ad un impianto di biometano in via Bosco, a fianco dell’inceneritore e dell’impianto a biomasse; no ad un nuovo rischio sanitario; no a 97mila tonnellate di liquami in città; no alla pura speculazione economica sulla pelle della gente.

‘In questi giorni, grazie al lavoro di tanti volontari, abbiamo avviato una corposa campagna di sensibilizzazione con volantinaggi porta a porta che hanno coinvolto la zona sud della città, Bosco ex Parmigiano ed alcune frazioni del capoluogo. Continueremo anche nei prossimi giorni perché la vera conoscenza è la nostra migliore arma’ ha detto Marchi.

A margine dell’assemblea è partita con successo una petizione (oltre un centinaio le firme raccolte) finalizzata ad allargare il coordinamento e rafforzare il comitato BiometaNoCremona nonostante un cittadino di Gerre, originario del Bresciano, abbia detto sconsolato al microfono: ‘Giusta la battaglia, ma purtroppo vincono sempre loro’.

 

LA RELAZIONE

‘Benvenuti a Gerre de’ Caprioli per chi ci raggiunge dai Comuni vicini,
Bentrovati ai miei compaesani nel nostro centro sportivo.
Vi ringrazio della presenza qui stasera, in questo che vuole essere un primo incontro pubblico, l’inizio di un percorso che tuttavia ha già una sua storia che non è mia intenzione ripetere e rimarcare, lasciando nel caso agli interventi successivi gli approfondimenti.
Ringrazio la stampa locale presente che ci ha fornito ampi spazi informativi, fondamentali anch’essi per la capillare diffusione del nostro messaggio. Ringrazio tutti i volontari del costituendo comitato che nelle scorse settimane hanno lavorato in un coordinamento informale e hanno consentito una massiccia diffusione di volantini in una importante fetta di città, nelle frazioni e a Bosco ex Parmigiano. Ringrazio tutte le espressioni politiche che, in diverso modo hanno ripreso il tema da noi sollevato, incalzando un utile contraddittorio anche progettuale che può solo fare bene alla nostra causa.
Ecco proprio da qui vorrei partire per un breve intervento: di questo tema ne siamo a venuti a conoscenza in modo incidentale. Il Comune di Gerre solo nel momento in cui la Provincia ha avviato il procedimento. La cittadinanza solo a valle di alcune plateali esternazioni. Chi però propone questo impianto, e il Comune che lo dovrebbe ospitare, sapeva da tempo e sostiene l’operazione. Diciamocelo francamente: se questi due fattori non avessero avuto un eco importante la procedura sarebbe probabilmente passata, nel silenzio generale, come è già avvenuto in passato.
E qui la prima domanda: perché questo silenzio?
Sono stati più volte accusato di una scarsa attenzione istituzionale mentre mi esponevo su questo tema. Mi chiedo se non sia altrettanto poco istituzionale decidere di un impatto così impattante per il territorio tra quattro mura senza mai coinvolgere la cittadinanza e la politica nei processi decisionali.
Credo che su questo tema ci sia ancora tanta strada da fare. Si tratta di provare a guardare oltre i confini del proprio Comune, in un contesto territoriale il più vasto possibile dove le scelte di uno si riflettono anche sui più prossimi vicini. E non mi riferisco solo a questo specifico caso. Questo spesso manca.
Quando ho chiesto chiarimenti al Comune di Cremona è stata organizzata una riunione verso fine novembre. Al termine della stessa ci eravamo ripromessi un secondo incontro prima di Natale. Ma ciò non è mai accaduto fino allo scorso 11 aprile, con le carte già ampiamente scoperte.
Ho sempre interpretato il ruolo di Sindaco nel modo più vicino a quanto stabilito dall’Art 50 del Testo Unico degli Enti Locali, nel ruolo di autorità sanitaria con facoltà di intervenire anche in materia di prevenzione. E’ chiaro, e siamo tutti d’accordo, che ci sono Enti regionali e nazionali deputati a tale compito in via esclusiva, ma è altrettanto vero che se decidiamo di interpretare questo ruolo lo dobbiamo fare fino in fondo.
Da qui, alla luce delle recenti indagini epidemiologiche fatte sul nostro territorio, in particolar modo Cremona e la sua cintura di Comuni, emergono dati tanto complessi quanto preoccupanti. Infatti, seppur in un trend di leggera riduzione degli inquinanti, gli sforamenti annuali, soprattutto di PM10 e PM2.5 sono all’ordine del giorno. Se consideriamo poi come parametro il limite importo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli sforamenti sono di 5 volte maggiori al consentito.
Tale dato dovrebbe, a mio avviso, suggerire agli Amministratori Locali di trattare, quantomeno, con cautela ogni eventuale proposta insediativa industriale che si palesi sul territorio. Ciò, proprio in ragione di una condizione sanitaria territoriale che non ci consente più di sbagliare. Per questo, sin da subito, si è posto l’accento sulla necessita di approfondimenti mediante la procedura di Verifica di Impatto Ambientale. Per mai e poi mai si potrà o si dovrà dire che, nel silenzio delle Istituzioni, si è insediato un nuovo impianto potenzialmente inquinante e dannoso dal punto di vista sanitario. Su questo un Sindaco non può transigere e no può permettersi leggerezze.
Ho anche interpretato il ruolo da Sindaco come una persona che, per un periodo limitato di tempo, tiene nelle proprie mani un megafono, nel quale urla i problemi della gente, delle famiglie, delle piccole imprese. Spesso queste parole rimangono inascoltate o fanno fatica ad arrivare agli Enti giusti: un po’ perché gli Enti sono magari lontani dal territorio, un po’ perché ci sono tante voci che arrivano, un po’ perché l’orecchio è piccolo. Ma un sindaco può farlo. Può raccogliere queste preoccupazioni e, con la sua voce che è un po’ più alta, trasferirle a chi di dovere. Così, a mio avviso, si accompagna una comunità nella sua quotidianità e nella risoluzione dei suoi problemi.
Veniamo brevemente a questo impianto solo per fare due brevi considerazioni:
Nel merito del progetto una delle principali critiche che diversi soggetti hanno mosso riguarda l’impatto odorigeno, la puzza insomma! “odori tipici del comparto agricolo” sono stati definiti da alcuni esperti. Ho provato a divertirmi analizzando gli elaborati che erano stati messi a disposizioni e provando a tracciare gli anelli dell’impatto che solitamente si estendono fino a 2 km dall’impianto. Sapete con che cosa coincide l’anello dei 2 km? Con piazza del Duomo a Cremona. Il Comune di Gerre, tanto per chiarire, ha una buona parte di paese fuori dall’anello dei 2 km.
Ma la questione della collocazione è uno dei grandi temi di questa battaglia. I residenti di via Bosco, che per vario motivo, frequentano molto di più Gerre che Cremona, non possono essere ancora una volta messi nelle condizioni di essere vittima di circostanze a loro lontane.
Seconda considerazione: ad oggi la procedura iniziale è stata archiviata e pertanto nulla è presente agli atti della Provincia. Quello che sappiamo a mezzo stampa è che il proponente dovrebbe ridepositare la pratica seguendo l’iter più complesso e completo del Procedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) che comprende al suo interno la VIA. Questo deposito ad oggi non c’è ancora stato, pertanto non sappiamo se siano stati modificati i progetti rispetto a quelli in nostro possesso.
Ora, alla luce di quanto sopra, come è possibile che un Sindaco o un Amministratori parli già di compensazioni? Che cos’è una compensazione? Definizione treccani: “dal lat. compensatio – in generale, l’atto di compensare, di ristabilire un equilibrio; ogni operazione che serva in qualche modo a bilanciare una differenza”. In sostanza: nel momento in cui ognuno di noi, in questo momento, parla di compensazioni, decreta la presenza di un danno. Quindi parlare di compensazioni conferma che già sappiamo che questo impianto ci farà del male e cerchiamo di capire come trarre vantaggio dal fatto che comunque si farà.
Questo è un concetto e un metodo profondamente sbagliato. In passato, e cito l’inceneritore solo per vicinanza e assonanza, si è raggiunto un accordo compensativo, peraltro tuttora valido, ma alla fine del percorso.
Se oggi un Sindaco o un Amministrazione accetta di parlare di compensazioni prima di vedere il progetto, decreta un danno al proprio territorio, abdica alla speculazione ai danni della gente, e accetta che in qualche modo la cosa si sistemerà, di solito con dei soldi o quale opera.
Ritengo che, in questa fase, a bocce ferme, sia più giusto parlare di bilancio ambientale, sociale, economico e sanitario sostenibile: ovvero una serie di condizioni che ci dicano che alla fine del ciclo, il territorio non ha un danno ma un beneficio. Non so dire oggi come e se questo bilancio sia raggiungibile, e come me credo nessuno.
Per questo chiedo con forza che gli Enti preposti affrontino la Verifica di Impatto Ambientale con rigore assoluto, senza lasciare nulla al caso. Noi saremo a quel tavolo con la nostra posizione che è di ferma contrarietà all’impianto, nel merito e nel luogo concepito.
E da questa sera si apre un nuovo filone che è quello del Comitato, un ulteriore soggetto che potrà essere a quei tavoli e far valere con forza e autorevolezza la voce di tutti voi. Il Comune di Gerre lo sosterrà sempre ma serve ancora di più l’aiuto di tutti voi, delle cittadinanze. Perché la storia ci ha insegnato che non esistono battaglie impossibili o che non valeva la pena provare a combattere. Il nostro territorio ci insegna, e qui ci sono degni rappresentanti, che un comitato è riuscito a stravolgere una delle più scellerate proposte speculative, avverse alle persone e alla natura come la privatizzazione dell’acqua.
E guardate, il metodo di chi sta dall’altra parte è sempre lo stesso, e ce lo insegna Gandhi: prima ti ignorano, poi ti deridono (o ti denigrano aggiungo io), poi ti combattono, poi vinci! Proveranno a dividersi, a insinuare il dubbio in ognuno di noi, ma alla fine, ne sono certo, ne usciremo vincitori.
Buon lavoro al Comitato, buon lavoro a tutti noi.

 

Michel Marchi

sindaco di Gerre de’ Caprioli

 

 

 

 

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