I giovani fuggono da Cremona, ma il nuovo ospedale li tratterrà

27 Novembre 2023

C’è chi arriva e c’è chi parte, nulla di nuovo. Se non che quelli che partono (giovani, istruiti, volonterosi, brillanti, disposti a mettersi in gioco) sono ormai molti di più rispetto a quelli che arrivano (neri, sporchi, cattivi nuotatori).

I nostri giovani se ne vanno per guadagnare il giusto, perché fuori dai nostri confini conta il merito, non il grado di parentela, perché le prospettive di carriera sono più interessanti, così come gli stimoli professionali. Perché in altri luoghi chi lavora bene viene valorizzato e invece qui da noi dà solo fastidio.  Poi ci si sorprende se a Cremona, ma è solo un esempio, il numero dei pensionati ha superato/eguagliato quello dei giovani dimenticando però di precisare che si tratta del numero dei giovani che sono rimasti a Cremona, non di quelli che la nostra magnifica città ha costretto a fuggire. E non sarà certo una visione di sviluppo basato quasi esclusivamente su Poli logistici, Centri commerciali,  Fabbriche del metano, consumo di suolo pubblico, corsie ciclabili e tante chiacchere a farli ritornare. Ci vorrebbe dell’altro, magari un nuovo edificio ospedaliero.

 

OCTOPUS

10 risposte

  1. È purtroppo verissimo.
    Mio figlio, a Londra da 6 anni, ha fatto tutto da solo, per suo esclusivo merito, partendo da zero. Qui è un concetto tendenzialmente impraticabile

  2. Mi pare un analisi semplicistica e in parte ingenerosa.
    Condivido i giudizi negativi (con relative responsabilità locali) su biometano, poli logistici e nuovo ospedale (le ultime due scelte, tuttavia, per lo meno con paternità bipartisan).
    Troverei più corretto specificare che sui centri commerciali a decidere non è il Comune.
    Inoltre reputo assolutamente incongruente inserire le “corsie ciclabili” nel mucchio selvaggio degli elementi negativi che secondo la tesi esposta con evidenza da uno che in bici non ci va, concorrerebbero ad allontanare i giovani dalla città.
    Se ci parlaste di più, coi giovani, scoprireste che invece la ciclabilità urbana e la protezione dell’utenza debole (e i tanti investimenti che in questi anni sono stati fatti su questo versante), oltre che un fatto di civiltà, è anche uno degli aspetti più apprezzati di una moderna città (nonché uno degli elementi che la rendono più vicina alle capitali europee, tanto decantate e ricercate: ma ci siete stati ad Amsterdam, a Londra, a Berlino o a Parigi?!?).
    Infine mi piacerebbe che si riconoscessero altre scelte e conquiste che il sistema locale ha saputo creare in anni recenti per attrarre giovani in questa città, come lo sviluppo universitario (di tutti gli interventi in via Bissolati e nell’ex ex caserme non si parla mai), la crescita dell’offerta culturale (ultimo esempio, tra i tantissimi che si potrebbero elencare, soltanto lo sbarco di Book City a Cremona, prima città scelta dagli organizzatori per ampliare l’offerta extra milanese) e ricreativa, il progetto di rigenerazione urbana del comparto San Francesco/Radaelli (denominato non a caso “Giovani in centro”), che porterà dal 2024 un investimento di 15 milioni di euro (15 milioni…!!! Una dimensione di intervento di cui non si ha memoria negli ultimi trent’anni…) per riqualificare immobili pubblici ed inserire funzioni dedicate proprio alle fasce di età più giovani… (alloggi per studenti e talenti emergenti, spazi per il teatro, la musica, l’arte e i linguaggi espressivi, l’aggregazione giovanile ed il benessere delle generazioni dei ventenni).
    I problemi a Cremona non mancano (anche se molti, se alziamo un po’ con lo sguardo, sono comuni a tutte le altre città di media taglia…), ed è giusto sottolinearli.
    Ma bisognerebbe anche avere uno sguardo meno fazioso e la capacità qualche volta di guardare le cose buone che si fanno e non solo quelle grame.

  3. Accipicchia! Un mollusco di second’ordine che pensa di fare dell’ironia si trova impelagato in una discussione troppo seria per lui, abitante degli abissi e buono solo se cucinato con le patate. E’ pur vero che, nonostante gli otto tentacoli, Octopus non è in grado di pedalare e quindi si rifà alla FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) che definisce correttamente le piste (ciclabili), distinguendole dalle corsie (ciclabili) e sottolineando che la differenza tra le due non è formale bensì sostanziale. Arriva poi, persino in fondo al mare, la notizia che la recente iniziativa cremonese di Book City sia stata portata a Cremona da alcune intellettuali cremonesi in contatto, anche personale, con gli organizzatori milanesi. Che invece altri se ne siano presi il merito è nell’ordine (cremonese) delle cose. Sulla stessa lunghezza d’onda lo sviluppo universitario cittadino, laddove sarebbe opportuno dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio (Dio? E abbiamo detto tutto) quel che è di Dio. Va infine considerato che noi molluschi siamo dotati di un cervello piccolo piccolo e quindi non siamo in grado di prevedere il futuro e neppure immaginare i risultati dei quindici milioni destinati ai Giovani in Centro. Speriamo solo che nessuno li usi per fumarsi le canne.

    1. Mi corre l’obbligo di correggere l’ottimo Octopus che pecca di modestia. I polpi hanno nove cervelli, tre cuori e il sangue blu: la proteina che trasporta l’ossigeno nel corpo del polpo contiene rame invece che ferro (come la nostra emoglobina. Possono cambiare forma e colore e struttura della pelle. Il suo corpo ha straordinarie capacità intellettive. Apre da solo bottiglie, scatole e vasetti. Viene considerata la creatura marina più intelligente e meno compresa. Che noi mangiamo accompagnandolo con le patate.

    2. Cosa devo dirle, Polipetto Eccellentissimo Nascosto e Orgogliosamente SarcasticO…?
      Rispetto a Lei , ho il difetto di provare a guardare con maggior piacere le cose migliori che mi accadono intorno, piuttosto che quelle peggiori.
      Invece la sua replica mi pare nutrita da un briciolino di pregiudizio, visto che io mi sono limitato ad attribuire a un “sistema città” i meriti di queste iniziative e di questi successi. Non ad un singolo soggetto.
      Per me dentro a questa idea di sistema ci stanno istituzioni, privati investitori, agenzie formative, imprese e promotori culturali (ho forse fatto nomi o assegnato medaglie a qualcuno nel mio commento? Il dato di fatto è che Book City ha scelto Cremona e non altre città. È una bella notizia o no?).
      Certo, perché questo sistema funzioni e si sviluppi ci vuole terreno fertile e soggetti che provano (con fatica e anche a volte sbagliando) a zapparlo e concimarlo quotidianamente.
      A me pare che negli ultimi anni si siano fatti molti sforzi in questa direzione e che le condizioni perché molti semi potessero germogliare siano state create.
      In particolare modo proprio per i giovani, ed è semplicemente quel che ho provato a dire col mio intervento. Ma evidentemente non mi dovevo permettere.
      Caro Octopus, chiedo umilmente scusa se ho osato provare ad offrire una prospettiva meno pessimistica della sua e di quella che vedo circolare in continuazione di recente da queste pagine…
      Prometto che non lo farò mai più, che mi fustigheró a dovere (“…stupido me, Salvatore!”) e che mi limiterò a cantare “com’è bravo il Direttore…”

  4. Mi spiace molto dovere in parte, contraddire Marco Turati, mio giovane amico e collega, figlio di due miei amici, uno dei quali purtroppo già scomparso, ma, forse per il vizio derivato dalla mia lunga attività di insegnante, non me la sento proprio di non segnalare un paio di imprecisioni contenute, per quanto a mia conoscenza, nella sua lettera.
    L’imprecisione più grave riguarda l’affermazione che la responsabilità sull’insediamento di centri commerciali ricada sulla Regione. In realtà la responsabilità fondamentale ricade proprio sul Comune che li ha previsti nel proprio strumento urbanistico generale e ne consente poi la effettiva realizzazione approvando il relativo piano attuativo. La regione ha solo un potere di interdizione, relativamente agli insediamenti più macroscopici, potere che ovviamente può esercitare solo dopo che le relative proposte di insediamento sono state avallate dal Comune. E’ ben vero che la recente “grandinata” di insediamenti commerciali, grandinata che ha sconvolto il sistema commerciale cittadino e gravemente compromesso la funzionalità della tangenziale urbana, è stata consentita sulla base di previsioni già contenute nello strumento urbanistico comunale vigente al momento della entrata in carica della amministrazione Galimberti, ma grave responsabilità storica di tale amministrazione resta quella di non avere avuto il coraggio politico ed amministrativo di ridimensionare quelle pericolose previsioni, nonostante che da molte parti la si sollecitasse ad operare in tal senso.
    Purtroppo le mie attuali condizioni fisiche non mi consentono di verificare nella pratica le molte critiche che da più parti vengono avanzate relativamente alla certo imponente rete di percorsi ciclabili realizzata, critiche che ho ragione, purtroppo, di non ritenere sempre infondate e che, in parte modesta, avevo anche personalmente segnalato prendendo visione di alcuni dei progetti elaborati.
    E’ certamente vero che, sia pure sulla base di ipotesi funzionali ancora abbastanza confuse (sarebbe stato, in realtà, molto più saggio, almeno per il comparto di via Redaelli, rispolverare il relativo progetto esecutivo già approvato dalla giunta Corada e misteriosamente mai appaltato) l’amministrazione Galimberti ha certamente il merito di essersi, finalmente, decisa, dopo di aver coltivato per anni le ipotesi più varie, ad avviare il recupero delle porzioni del Vecchio Ospedale ancora non stabilmente recuperate. Di contro va amaramente ricordato che rimane (spero solo per disattenzione!) nella lista degli immobili comunali alienabili (!) l’intero architettonicamente prestigioso comparto di via Aselli comprendente il centro culturale di Santa Maria della Pietà e gli uffici comunali dei lavori pubblici e dell’urbanistica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *