Metano a Sergnano, finti ambientalisti, negazionisti e gli affari del Pd

26 Luglio 2023

Il metano ha un impatto climalterante 85 volte quello della CO2 su un arco di 20 anni. Dopo il divieto di motori termici alimentati a benzina e diesel per le auto a partire dal 2035, ci sarà il divieto di vendita delle caldaie autonome alimentate a gas dal 2029. In Lombardia è stoccato il 40% del gas nazionale. Crema è circondata da tali impianti. A nord a Sergnano e a sud a Ripalta Cremasca. Nei documenti autorizzativi è l’azienda stessa che dichiara che ogni giorno la centrale di stoccaggio gas di Sergnano, nelle fasi operative, rilascia in atmosfera 3.500 metri cubi di gas metano. In un anno sono 1.3 milioni metri cubi! A questi si sommano le emissioni di monossido di carbonio e ossidi d’azoto (concausa di cronicità cardiorespiratorie). Non solo l’aria, ma anche l’acqua e il suolo risultano fortemente a rischio inquinamento. Sempre a Sergnano, da 20 anni, è in corso una bonifica del terreno e della falda acquifera per contaminazione di benzene e toulene.

A fronte di tutto ciò, i territori che ospitano questi impianti vengono ripagati con un obolo irrisorio. Il progetto dei nuovi pozzi non è considerato strategico dall’Europa. Nonostante tutto questo, nell’ultimo anno, con la scusa della guerra in Ucraina, è stato presentato un progetto di ampliamento per la creazione di 38 nuovi pozzi tra Ricengo e Sergnano. Non solo trivelle. Sergnano sarà interessato anche da un progetto di sovrapressione che prevede l’ampliamento della capacità di stoccaggio dell’attuale giacimento di circa 300 milioni, rispetto ai 350 previsti, di standard metri cubi (Smc) di gas, che passerà quindi a quasi 3 miliardi di Smc complessivi.

Perché tutto questo?

Solo gli addetti ai lavori e pochi cittadini informati ne sono a conoscenza, e si deve a loro il fatto che ci sia ancora una briciola di tutela. Il tutto infatti passa nel silenzio dell’Amministrazione comunale e l’ignavia dell’Area omogenea cremasca, troppo occupata a parlare di ponti raddoppiati, tangenzialine come fumo negli occhi, treni diretti e legittima lobbying territoriale, ma completamente assente sul tema ambientale. Fuori dai radar anche i vari rappresentanti nelle istituzioni, e quei partiti che, direttamente, o attraverso i propri esponenti nelle liste “civiche” amministrano quei Comuni. I leghisti li conosciamo. Il loro modo di intendere la difesa del territorio passa solo dalla pancia delle tradizioni con elenchi salviniani annessi: tortelli, salamelle, sagre, castelli, il Natale, il presepe, l’ampolla etc … Per tutto il resto ci sono i luoghi comuni tipici dei negazionisti dei cambiamenti climatici.

I rappresentanti di FdI fanno invece i cerchiobottisti. Come a Piombino, dove sindaco con la fiamma sposa la battaglia dei comitati contro il rigassificatore mentre la Meloni brindava e ne elogiava i vantaggi, o a Cremona dove il neo consigliere regionale affossa il biometano perché non sostenibile e inquinate, e al contempo la giunta lombarda ne tesse le lodi.
Io credo che peggio dei negazionisti ci siano però i finti ambientalisti buonisti, che, aldilá dei loro slogan politically correct e post social al miele, antepongono ad una sana lotta di tutela dei territorio, l’interesse economico/elettorale praticando di fatto mero giardinaggio e armocromismo.

I rappresentanti del PD appartengono a quest’ultima categoria. Trascorrono per esempio alcuni giorni della loro estate militante in Emilia Romagna per portare solidarietà agli alluvionati, presentano in Lombardia leggi contro il consumo di suolo e battaglieri si scagliano contro i negazionisti. Poi ti accorgi che la Regione guidata da Bonaccini si contraddistingue per il record di impermealizzazione del suolo e per progetti devastanti (vedi autostrada Tibre o logistiche).

I Comuni lombardi da loro amministrati, come Crema e Cremona, da anni sono diventati la patria di centri commerciali o di aree logistiche e fieri sostenitori di autostrade inutili come la Cremona-Mantova. Sono i loro stessi amministratori e rappresentanti, che sullo stoccaggio di Sergnano, per esempio si nascondono e non spendono mai una parola, e capita anche che, attraverso le dichiarazioni del loro consigliere regionale, cerchino di edulcorare o nasconderne i problemi. Anche gli ex sindaci, ora in trasferta militante, non sono mai stati avvistati in trincea per chiedere rassicurazioni per un territorio circondato da attivitá climalteranti. Perchè si sa, i cambiamenti climatici, per qualcuno, sono comodi solo per mettere in scena il gioco delle parti, e per dimenticarli è sufficiente fare dell’outdoor fitness in una palestra lungo il Serio.

 

Marco Degli Angeli

referente M5s in provincia di Cremona

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