Il carisma in politica è tutto, Mitterand l’aveva e gli si perdonò tutto

2 Gennaio 2024

Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad un dibattito piuttosto grottesco sugli stipendi dei politici, ed anche, va detto, a delle difese d’ufficio piuttosto deludenti da parte di alcuni dei “big”  direttamente interessati. Questo scenario poco gratificante mi ha ricordato una vecchia storia.

Era il dicembre del 1981 quando un riservatissimo ospedale militare francese  emanò una sentenza di morte annunciata: cancro alla prostata con metastasi. Dai 3 mesi ai 3 anni di vita. Una storia come tante, ma un paziente unico: François Mitterrand, il primo presidente socialista della Quinta Repubblica francese, in carica da meno di sei mesi.

Aveva impiegato 30 lunghissimi anni Mitterrand per raggiungere quel traguardo che pareva impossibile nella Francia di De Gaulle, e si era candidato per ben tre volte alla presidenza, riuscendo a imporre sempre e solo se stesso alla guida della sinistra francese nonostante le ripetute sconfitte.

La sua vittoria fu un vero e proprio tripudio di folla e di giornalisti, come sempre accade in Occidente quando un leader di sinistra conquista il potere.

E ora, a nemmeno sei mesi dal trionfo atteso per tutta la vita, un macabro scherzo del Destino, uno sgambetto della Vita che manda tutto in pezzi. I medici che gli consigliano le dimissioni immediate, e lui che dichiara al suo entourage più ristretto “je suis foutu” (sono fottuto).

Ma poi accade qualcosa di straordinario, interviene quella grazia particolare che fa miracoli solo in politica: il carisma.

Mitterrand raduna i suoi più stretti collaboratori minacciandogli la rovina se aprono bocca. Impone il segreto di Stato ai medici e tira dritto come una spada. Si fa operare e subisce tutte le cure del caso. Mente spudoratamente alla stampa, dichiarando che si è trattato di una grave ernia discale che gli ha impedito di deambulare per qualche settimana.

Passerà alla Storia come il presidente più longevo di Francia, 14 anni al potere quasi assoluto e un cancro che incredibilmente si rifarà vivo a sei mesi della fine del suo secondo mandato presidenziale.

Morirà esattamente sei mesi dopo la fine naturale del suo secondo settennato da presidente.

Una storia che ha qualcosa di surreale, certamente dal punto di vista clinico. Ma anche di quello politico: è lecito mentire al popolo? E’ lecito governare da malati? E’ lecito secretare la propria vita privata?

La risposta è il carisma. La regalità presidenziale di Mitterrand, la sua straordinaria capacità di impersonificare la dignità dello Stato, quella sua altezzosità quasi boriosa ma sempre delicata e imperturbabile, quell’incredibile fascino sicuro che è proprio solo dell’uomo che sa di essere destinato da tutta la vita a interpretare quel ruolo, quella sicurezza inattaccabile ma naturalissima che quasi è del Sovrano Assoluto voluto da Dio…tutto questo unito anche all’appoggio incondizionato della cultura socialista francese e una certa impunità giornalistica data dall’appartenenza progressista …tutto questo rese accettabile tutto. E quasi senza discussioni.

La figlia illegittima Mazarine avuta dalla sua amante di una vita, Anne Pingeot, alloggiata in un sontuoso appartamento di Stato vicino all’Eliseo e tenuta nascosta al mondo intero fino quasi a ottant’anni, e un altro figlio illegittimo avuto da una giornalista svedese, accettati senza battere ciglio pure dalla moglie e dai due figli ufficiali.

Tanti scandali, dalle intercettazioni telefoniche illecite fino al sudicio sospetto del suo più stretto collaboratore Grossuvre.

Tanti vizi e tanti vezzi: un socialista che si faceva confezionare abiti delle stoffe più pregiate dal più grande sarto di Francia, quello Charvet che lo avvolgeva con splendidi cappotti doppiopetto in lana di vicuña , che gli metteva al collo delle infinite lunghissime sciarpe di preziosissimo cashmere ma rigorosamente rosse, come le rose che gli ricamava sulle pantofole di velluto imbottite di seta o i costosissimi cappelli di cashmere flamant che divennero talmente iconici da generare un romanzo e un film: “Le chapeau de Mitterrand”.

Ma era pieno di dignità Mitterrand, pieno di senso del dovere e dello Stato. Se la meritava tutta quella impunità, per come sapeva rappresentare il suo popolo nel mondo.

Era sicuro di sé e impunito tanto quanto era pieno di rispetto per il suo ruolo, come un pontefice di altri tempi.

Ho sempre pensato che in politica nulla conta come il carisma, come quel cinico e appassionato incantesimo di fascino e amore che un leader riesce a lanciare sul suo popolo e a ricevere in cambio da esso. Poco contano in realtà i risultati o gli errori, perché col tempo fanno parte della contabilità delle contingenze, mentre ciò che lascia maggior traccia è e rimane il carisma. Ed esserselo guadagnato e meritato. E allora conta poco anche quanto è alto uno stipendio.

 

 Francesco Martelli

sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

docente di archivistica all’Università degli studi di Milano

cremonasera.it

 

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