Colloqui di lavoro: l’azienda seduce, il candidato sceglie

18 Marzo 2022

‘Selezione del personale? No, seduzione’. Chi cerca lavoro più che selezionato deve essere sedotto.  Scompare la figura del ‘candidato’ a ottenere un posto. E’ lui che sceglie e chi glielo offre deve saperlo conquistare, o meglio sedurre.  La scarsità di manodopera, soprattutto di chi  possiede specifiche competenze tecniche, impone un cambio epocale d’atteggiamento da parte delle aziende e delle agenzie che svolgono compiti di reclutamento. E’ un nuovo paradigma che modifica in modo radicale le relazioni tra coloro che sono in cerca d’occupazione o intendono cambiarla e le imprese. Su questa tematica di scottante attualità, tre addetti ai lavori, nel senso che di mestiere fanno i ‘cacciatori di teste’, i cosiddetti head hunters, hanno scritto un libro presentato il 17 marzo all’Associazione Industriali di Brescia. Gli autori sono il cremonese Piermario Lucchini, tre altri libri al suo attivo, manager di Lgest, agenzia con sedi a Cremona, Brescia e Napoli, e due suoi brillanti collaboratori: il cremasco Matteo Bassi, laurea in filosofia, e lo psicologo del lavoro piacentino Francesco Ziliani.

‘La ricerca e seduzione del personale – Candidati fantastici e come trovarli’, questo il titolo del volume, marcoserratarantola editore, è una raccolta di racconti divertenti, tutti con finale a sorpresa, che si collocano nell’ambito della migliore tradizione letteraria di genere. Inducono a riflettere su un mercato del lavoro profondamente diverso rispetto a quello sostanzialmente cristallizzato, conosciuto fino a una ventina d’anni fa. Del cambiamento epocale tuttora in corso ha parlato in apertura di presentazione Franco Gussalli Beretta, presidente e CEO di Fabbrica  d’Armi Pietro Beretta, nonché presidente degli Industriali Bresciani, che ha anche scritto la prefazione. Ha coordinato l’incontro il giornalista Vittoriano Zanolli.

‘Devo ammettere che il titolo di questo libro all’inizio mi ha lasciato un po’ perplesso. Temevo che l’argomento della ricerca di personale, soprattutto quello tecnico, fosse trattato in modo frivolo e senza alcuna utilità pratica per le imprese che, al contrario, a questo problema cercano disperatamente delle soluzioni sia in autonomia che all’interno delle associazioni di categoria che le rappresentano – ha esordito Beretta -. Da più parti, istituzionali e non, si concentrano significativi investimenti sulle attività di formazione, perché un numero sempre maggiore di giovani possa accedere a professioni utili al sistema economico di questi anni. Professioni che, fra l’altro, offrono grandi soddisfazioni personali e consentono di raggiungere una rapida indipendenza economica. È però altrettanto vero che la medesima spinta verso professioni tecniche, pur sostenuta dalle esigenze oggettive del mercato e della nostra società, non sempre viene favorita e supportata a livello di cultura generale che è ancora prevalentemente umanistica. Mi riferisco ovviamente alle scuole ma anche al livello famigliare e della comunicazione mediatica. In altre parole, finché ai giovani verrà presentata l’idea che le migliori carriere si sviluppano in direzioni differenti, spesso lontane dalle aziende di produzione, sarà molto difficile sanare lo squilibrio tra figure ricercate e persone effettivamente disponibili’.

‘In tale contesto – ha proseguito Beretta – è evidente come le imprese stentino ad accettare la cruda realtà: nell’attuale mercato del lavoro, il ‘potere’ non è più dalla loro parte bensì legato alla disponibilità delle figure essenziali all’organizzazione e gestione dei processi produttivi. Figure che, riducendosi progressivamente di numero in relazione all’aumento delle posizioni scoperte, hanno maturato sempre maggiore consapevolezza del valore delle proprie competenze e della propria esperienza. Nella lettura di questi racconti, ho trovato elementi che evidenziano come la classica dinamica della SELEZIONE del personale sia ormai limitata a pochi casi; oggettivamente, l’obiettivo reale delle imprese dovrebbe essere quello di attrarre le competenze necessarie ma anche valorizzare figure che, ad una prima sommaria valutazione, potrebbero sembrare inadeguate. Pertanto la selezione deve evolvere verso un processo di ‘attrazione – seduzione’ sia di professionisti già affermati, sia di talenti a volte nascosti da inesperienza o comportamenti apparentemente immaturi. Per le imprese che hanno vissuto per oltre un secolo in un mercato del lavoro abbastanza equilibrato, oggi si presenta una rivoluzione epocale alla quale non tutte sono preparate’.

I racconti rappresentano con ironia e qualche esasperazione quello che potrebbe sembrare un paradosso, ma che invece si sta affermando come la nuova regola dell’incontro fra domanda e offerta di lavoro: la posizione dominante non è più dalla parte dell’azienda. Oggi non è più il responsabile del personale che congeda il candidato, se ancora lo si può appellare in questo modo, con la fatidica frase ‘le faccio sapere’. E’ quest’ultimo che confermerà o meno la sua disponibilità all’assunzione e che ‘farà sapere’.  Ai lettori è affidata la sfida di scoprire se qualche situazione fra quelle raccontate si è verificata realmente. ‘In tal caso – ha concluso Beretta – è divertente e utile ricavare qualche suggerimento dai comportamenti dei protagonisti, per evitare che la realtà porti alle stesse ridicole conclusioni delle vicende narrate’.

Alla presentazione a Brescia ha fornito un prezioso contributo l’attore e regista Silvio Gandellini che ha letto brani di alcuni racconti, omettendo il finale per non togliere ai lettori il piacere della sorpresa.

Il volume è in vendita nelle librerie Feltrinelli e su Amazon. Il ricavato sarà interamente devoluto a favore dell’Ucraina attraverso il Centro raccolta aiuti umanitari di Folzano.

 

 

 

 

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