Indagine choc: fa spendere di più, teleriscaldamento-truffa

10 Novembre 2022
È stata divulgata l’indagine conoscitiva di ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, sui costi e prezzi del teleriscaldamento.  Le conclusioni sono pesanti e lasciano poco spazio alle repliche.  Tra le varie considerazioni leggiamo: “i prezzi del servizio di teleriscaldamento sembrano in genere superiori al costo evitato di una caldaia a gas, che dovrebbe invece rappresentare il prezzo massimo applicabile.”  Per anni ci hanno raccontato che con il teleriscaldamento si risparmia, che con la componente di termovalorizzazione degli inceneritori, sarebbe stata una pacchia.  Mentre oggi scopriamo che una classica caldaia a condensazione è più conveniente. Si è foraggiato per anni un sistema non conveniente ed oneroso e non si sono al contrario finanziate vere alternative più sostenibili. Superata l’emergenza rifiuti ci hanno raccontato che gli inceneritori andavano tenuti in vita perché l’incenerimento ci garantiva calore ecologico ed economico. Ci hanno riempito di rifiuti provenienti da fuori Regione e hanno costretto i cittadini a subire disagi per creare calore, con il risultato di pagare bollette più alte. Dopo anni, i partiti e gli amministratori che hanno sostenuto queste pratiche sono stati sbugiardati.  Da destra a sinistra viene sbugiardato un sistema politico che andrebbe accompagnato subito alla porta. Chi veniva accusato di populismo e di essere quelli del ‘no’ , invece avevano ragione.
Inoltre ARERA scrive che, nella fase antecedente alla stipula del contratto di teleriscaldamento, “la principale criticità è legata alla difficoltà per l’utente di comparare i prezzi del servizio con il prezzo di servizi di climatizzazione alternativi.”
Questo significa che è impossibile, se non per utenti esperti, confrontare e quindi capire se esiste un reale risparmio tra una bolletta di fornitura gas e una proposta di contratto per il servizio di teleriscaldamento. L’utente si rende conto se è stato fregato o meno solo dopo aver ricevuto un certo numero di bollette, quando ormai è troppo tardi.  Infatti “un ulteriore ostacolo al corretto funzionamento del mercato riguarda le distorsioni presenti nella fase successiva all’attivazione del servizio, derivanti dalla presenza di significativi switching costs.” Cioè, una volta che ci troviamo nel tunnel del teleriscaldamento, i costi per uscirne sono talmente alti che rendono di fatto impossibile il passaggio ad altre fonti.
E infine, quello che tutti sospettavamo da tempo: “Nelle reti caratterizzate dall’utilizzo di fonti energetiche con bassi costi variabili (rifiuti e geotermico), all’incremento dei prezzi del servizio (tipicamente indicizzati alle quotazioni del gas naturale) non è seguito un corrispondente aumento dei costi variabili di produzione. La divaricazione tra il livello di costi e ricavi ha determinato una crescita significativa dei margini destinati alla remunerazione del capitale investito, con potenziali extraprofitti per gli operatori del settore.”
Traduzione: le società che alimentano le proprie reti con la combustione di rifiuti stanno lucrando in modo vergognoso e immotivato. Avevamo dubbi??
L’indagine di ARERA si conclude proponendo al legislatore nazionale l’introduzione del cosiddetto “cost reflective”, cioè di un sistema di determinazione dei prezzi basato sull’effettivo recupero dei costi di investimento e dei costi operativi.
Ciò consentirebbe di garantire “equità dei prezzi” […] “trasferire parte dei benefici agli utenti, con positive ricadute economiche e sociali” e infine “consentire la corretta internalizzazione dei benefici ambientali e la conseguente realizzazione di investimenti che non risultano attualmente sostenibili in un’ottica privata, pur essendo efficienti da un punto vista sociale.”
Insomma, se anche non vi fidate di quello che dicono i grillini, per lo meno fidatevi quando le stesse cose le dice un’Autorità nazionale e chiedetevi per esempio “è giusto tenere ancora  in vita l’inceneritore di Cremona ? È normale ragionare in termini di raddoppio del teleriscaldamento di Crema? È normale spendere soldi pubblici per acquistare l’inceneritore di Trezzo d’Adda  ?”, oppure “quei sindaci che ci hanno vincolati al teleriscaldamento hanno fatto veramente gli interessi di noi cittadini?”
Rimango a disposizione di tutti i consiglieri comunali che ne vorranno chiedere conto ai loro sindaci.
Marco Degli Angeli
consigliere regionale Movimento 5 stelle
A questo link potete leggere i risultati dell’indagine ARERA sul teleriscaldamento

Una risposta

  1. I cittadini utenti subiscono un torto grave. Le responsabilità ricadono sull’Amministrazione Comunale che ha voluto cedere in gestione le reti ed il servizio (inceneritore obsoleto compreso), di proprietà dei cittadini cremonesi, ad un operatore privato che chiaramente ne fa un business sulla pelle dei cremonesi.

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