La Corte dei Conti su Lgh-A2a, pioggerellina o ciclone?

14 Novembre 2021

Tanto tuonò che piovve. Ad aprire le cateratte del cielo ha provveduto la Procura generale della Corte dei conti. Non è il padreterno e non scatena il diluvio universale, ma poco ci manca quando interviene per il controllo preventivo di legittimità sugli atti e della gestione e per quello economico/finanziario delle pubbliche amministrazioni. Allora chi si trova sotto la sua lente d’ingrandimento non è travolto dalle acque, ma qualche mal di pancia lo prova. Qualora rilevasse delle irregolarità, la Corte dei conti chiede spiegazioni agli autori del presunto errore. Se le giustificazioni non giustificano, i tapini pagano personalmente. In altre parole, ci rimettono di tasca propria.

Nei giorni scorsi è stata pubblicata la notizia che gli Sherlock Holmes della Corte hanno chiesto al Comune di Cremona la documentazione relativa alla fusione tra A2a, multiutility quotata in borsa, e Linea group holding (Lgh), operazione superiore ai cento milioni di euro, con il coinvolgimento di 5 società pubbliche di quattro province: Aem Cremona con il 30,92% del capitale sociale; Cogeme-Rovato con il 30,92%; Asm-Pavia con il 15,9%; Astem-Lodi col 13,22% e Scs-Crema con il 9,05%.  Quest’ultima detiene le azioni Lgh del Comune di Crema e di Scrp, partecipata dei Comuni cremaschi.

La storia inizia il 9 novembre 2015 con l’offerta vincolante di A2a agli azionisti di Lgh per l’acquisizione del 51% della società.

Il 26 febbraio 2016, l’avvocato Ilaria Battistini  –  per conto dei Cinque stelle – presenta un esposto all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac).

L’azione dei pentastellati ha un effetto immediato. La previdente Scrp, nel bilancio 2016, accantona 695mila euro «riguardanti il contenzioso della procedura seguita per la realizzazione di tale accordo» (pagina 61 della relazione di bilancio). L’accordo in questione è quello tra Lgh e A2a.

Il 4 marzo 2016 viene sancito l’accordo di partnership che impegna A2a a versare a Lgh 113,2 milioni di euro, 58% in contante, il resto in azioni.

Il 4 agosto il closing vale a dire la chiusura dell’accordo.

La cessione del 51% viene contestata da alcuni sindaci soci di Scrp. Rilevano l’assenza di una gara pubblica. Sottolineano il loro mancato coinvolgimento nella decisione. Precisano che l’informativa su quanto era in atto viene fatta all’ultimo miglio della corsa e senza alcuna possibilità di intervenire per modificare la scelta del Consiglio di amministrazione. Scelta che il presidente di Scrp rivendica di competenza propria e dello stesso Consiglio di amministrazione e quindi senza la necessità di una votazione dei soci. Assicura che si assume la responsabilità della scelta. Chiaro, determinato, coraggioso.

ll 21 febbraio 2018, con delibera numero 172, venti pagine, firmata dal presidente Raffaele Cantone, l’Anac boccia l’operazione.

«Alla luce di tutte le considerazioni svolte – scrive l’Anac – si ritiene che la vendita del 51% del capitale sociale di Linea Group Holding Spa, anziché avvenire in forma ‘diretta’ ad A2a, avrebbe dovuto essere preceduta da un confronto concorrenziale tra gli altri operatori economici del settore, tramite una procedura ad evidenza pubblica».

L’Anac dispone di inviare la delibera ai cinque soci di Linea Group e «all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e alla Procura competente della Corte dei conti».

Questo passaggio risponde al quesito: «Come mai la Corte dei conti è intervenuta?» che alcuni politici si erano posti dopo avere appreso dell’intervento della Corte dei conti stessa.

Nei mesi successivi il pronunciamento dell’Anac vengono presentati due ricorsi al Tar, uno di Scs e un altro di Aem con altri soci, contro la delibera che sega l’operazione del 51%. Entrambi i ricorsi sono respinti.

Il 28 giugno di quest’anno un comunicato stampa di A2a annuncia la conquista di Lgh: «Si rende noto che i rispettivi Consigli di amministrazione hanno approvato il progetto di fusione per incorporazione di Lgh in A2a».

Poi la chiosa e il costo: «È il punto di arrivo di un processo di integrazione tra le due società che si è evoluto negli anni e, come già comunicato, prevede che al termine dell’operazione i soci di minoranza di Lgh (che attualmente detengono complessivamente il 49% del capitale di Lgh) vadano a detenere il 2,75% di capitale sociale di A2a».

Il lettore interessato può calcolare quanti quattrini arriveranno ad Aem e Scrp in base alla quotazione azionaria di A2a e alla propria percentuale in Lgh. A suo tempo, il quotidiano Il Cittadino di Lodi aveva assegnato ad Astem un tesoretto di circa 21 milioni di euro.

L’8 ottobre, un altro comunicato stampa della multiutility milanese-bresciana informa: «Le Assemblee straordinarie di Linea Group Holding Spa e A2a Spa, tenutesi rispettivamente in data 7 e 8 ottobre 2021, hanno approvato il progetto di fusione per incorporazione di Linea Group Holding Spa in A2a Spa».

Quasi contemporaneamente i Cinque stelle preparano un secondo esposto all’Anac per la cessione del 49% di linea Group ad A2a e, contemporaneamente, si dicono pronti a una segnalazione alla Corte dei conti.

Il 28 ottobre Cremonasera pubblica che il 25 ottobre l’Astem ha ricevuto il  ‘parere legale pro veritate sull’operazione di fusione per incorporazione di Lgh Spa in A2a Spa’, che la società lodigiana aveva richiesto allo studio legale Marelli e Maniscalco.

Scrive Alberto Marelli: «Ritengo che la procedura di fusione per incorporazione di Lgh Spa in A2a Spa, anche alla luce dei più recenti arresti della giurisprudenza amministrativa, non risulti conforme alle norme che regolano le vicende delle partecipazioni pubbliche».

L’11 novembre Cremonasera pubblica la notizia della richiesta dei documenti sulla vicenda A2a-Lgh al Comune di Cremona.

In tutto questo ambaradan, nel 2018 otto Comuni soci di Scrp, critici sulla conduzione della società, assistiti dall’avvocato Raffaella Bordogna, esercitano il diritto di recesso. Scrp non ci sta e ricorre alle vie legali. I due contendenti concordano per l’arbitrato. Nel frattempo la società viene messa in liquidazione. L’esito dell’arbitrato è favorevole ai recedenti.  Il commissario liquidatore non accetta il verdetto e ricorre presso la Corte d’appello di Brescia. Si attende la sentenza per l’autunno del prossimo anno e il processo di liquidazione è bloccato dal contenzioso in atto. Il Cremasco è spaccato.

Infine, nella nostra provincia di sicuro i consigli comunali che hanno approvato a maggioranza (e non all’unanimità) la cessione prima del 51% e poi del restante 49% di Lgh ad A2a sono stati quelli di Cremona e Crema, il Pd sempre e ovunque favorevole.

Questa è la storia. Quasi tutta. Sufficiente per alcune riflessioni.

Senza essere accusati di dietrologia, viene facile pensare che il matrimonio, al contrario del letterario non s’ha da fare, doveva assolutamente essere celebrato. E così è stato. «Volli, sempre volli, fortissimamente volli». Vittorio Alfieri batte Alessandro Manzoni.

L’amore impetuoso e irresistibile tra Lgh e A2a mostra ora le prime crepe, ma si può stare certi che resisterà. Non potrebbe essere diversamente se per difendere le nozze milionarie con comunione dei beni il capogruppo del Pd in consiglio comunale a Crema, bullizza i Cinque stelle senza valutare ciò che dice: «Con l’esposto all’Anac sulla fusione tra Lgh e A2a i Cinque stelle di Crema dimostrano che sui temi ambientali non sono avanzati di un millimetro rispetto agli esordi del loro movimento» (Cremaonline, 5 ottobre). Per non farsi mancare nulla Jacopo Jacopo Bassi aggiunge «Le risorse del Pnrr sono destinate primariamente alla transizione ecologica, ma i grillini locali pensano solo a mettere i bastoni tra le ruote all’operazione, quella della fusione tra Lgh e A2a, che può dare al nostro territorio quell’economia di scala in grado di intercettare quelle risorse e stare al passo rispetto a territori più grandi».

Qualcuno spieghi a Bassi che l’esposto all’Anac  c’entra come i cavoli a merenda con i temi ambientali e le risorse del Pnrr. O, per essere espliciti, c’entra un cazzo.  Ufelér fa ‘l tò mestér. La politica non è il mestiere di Bassi, quello del crociato schierato per una guerra santa gli è più congeniale. E prima di parlare si prepari meglio sul problema in discussione.

È prematuro dire se l’intervento dell’Anac produrrà un ciclone che sconvolgerà lo status quo, oppure sarà un temporale al quale seguirà l’arcobaleno o, ancora, una pioggia fastidiosa senza conseguenze. Per ora, è una pioggerellina che ha rigenerato un dibattito sulle nozze dell’anno. Rischiavano di essere dimenticate.  Vedremo.

 

Antonio Grassi

 

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