Legambiente e l’ecosistema urbano: dubbi sul 13° posto di Cremona in Italia

16 Novembre 2023

Finché c’è vita c’è speranza, ma si può sempre peggiorare!

Non sempre l’andar per vie. boschi, parchi cittadini riserva buone sorprese, eppure stando a leggere il Rapporto  “ECOSISTEMA URBANO 2023” di Legambiente, dovremmo essere gaudenti, visto che ci ha collocati al tredicesimo posto tra i 102 capoluoghi di provincia italiani, per qualità  dell’ecosistema urbano (dati riferiti al 2022). Anzi abbiamo guadagnato ben 8 posizioni, addirittura secondi in Lombardia dopo Mantova, persino davanti a Sondrio;  un miglioramento costante negli ultimi anni, ad indicare per qualcuno la bontà delle scelte amministrative fatte.

Città virtuosa dunque? Mah!!

Paradossalmente, prendendo per buono il Report , la mia prima reazione non è stata di allegrezza, ma di tristezza, perché se come siamo ridotti ci troviamo così in alto in classifica, chissà come stanno gli altri. E allora alla Battiato vien da dire “povera patria”, e ben altro che Bella Italia.

Nutro una congenita diffidenza, confermata dall’esperienza, verso le classifiche. Perciò non prendo nulla per oro colato, per verbo divino. Troppe le variabili, soprattutto in tema ambientale, che le possono condizionare, molte opinabili: stendiamo un pietoso velo ad esempio sulle piste ciclabili. Troppi gli interessi, spesso non lampanti. La raccolta dei dati poi spesso non sembra rappresentare in maniera significativa la situazione reale. Faccio un esempio: se si valuta in positivo la quantità di alberi piantumati, bisognerebbe andare a vedere poi in che condizioni si trovano, quanti ridotti a ceppo, a spettro, gravemente malati, pericolanti..

Fortuna che chi plaude la classifica ha detto che “siamo consapevoli che serve ancora impegno e determinazione per migliorare alcune situazioni..”. Bene, partiamo da questo, ma subito ci scontriamo con un’evidente spregiudicatezza.

Tra i punti di forza del buon risultato vengono citati gli alberi e il verde urbanoMi chiedo come si possa fare un’affermazione del genere rispetto ai 300 alberi abbattuti dalla tempesta del 4 luglio 2022  e altrettanti gravemente danneggiati, prova di una grave difetto di capacità previsionale. Non solo, alla prima folata di vento del 31 ottobre scorso, altri alberi sono caduti in diverse vie cittadine, e di quello in via Trebbia (foto 1 centrale), io sono stato fortunato testimone, transitando di lì poco dopo il poco lieto evento! Vorrei sapere come si è potuto permettere che un albero del genere volasse in mezzo ad una strada rischiando che cagionasse danni gravi a persone e mezzi. Imprevedibilità dell’evento? Pura sciocchezza. Piuttosto vien da pensare ad incompetenza, menefreghismo, superficialità, mancato monitoraggio che già dissi dovrebbe essere continuo.

Molte d’altronde sono le situazioni a rischio, diverse già segnalate, come l’albero rinsecchito e infestato sito nel giardino del Centro per disabili in via Platani. Segnalazione caduta nel vuoto più volte, come tante altre. Allora, le situazioni descritte che punteggio possono avere nella nostra fantomatica classifica?

Non solo, tanti problemi per rimuovere uno spettro di albero come questo, mentre non ce ne sono stati, risulterebbe, per concedere l’autorizzazione a distruggere una fascia di bosco in area privata  lungo la via Milano prima di Cavatigozzi. Distruzione che renderà tra l’altro senz’altro più fragile la scarpata sottostante.

Che punteggio diamo a quest’intervento nella nostra classifica? E se l’albero caduto in via Trebbia avesse colpito me o qualcun altro, il punteggio sarebbe stato migliore oppure no?

E veniamo all’altro fiore all’occhiello, la gestione dei rifiuti.

Via Marasca bassa è uno stretto passaggio sterrato che dalla via Milano vicino all’area boschiva devastata, sopra citata, porta in discesa su via Acquaviva. Una via in mezzo al bosco, splendido (foto 2). Una via immersa nel verde. E in effetti a guardarsi attorno direi che la cura del verde è appropriata, ma solo nel colore, non nella sostanza (foto 3) Tra un albero e un tubo sostenuto da una grata in ferro arrugginito, un bell’involucro verde si erge tutto lindo; non oso pensare cosa contenga per essere parcheggiato proprio lì. Ma siamo solo agli inizi dello spettacolo entusiasmante.

Toh (foto 4), tanto  per non smentirsi banali sacchi delle immondizie di vecchio stampo, bianchi e neri, indifferenziati, abbandonati sulla via. Ma il meglio deve ancora venire.

Piastrelle diversamente frantumate (foto 5), abbandonate al margine. A prima vista si poteva pensare anche a una qualche pietraia spontanea, ma il contesto circostante svela l’arcano.

Bidoni di pittura (foto 6)  lasciati lì a marcire. Ancora di materiale edile si tratta ma nessun problema: ci son scritte sopra le parole igienizzante ed ecologico. Il contesto ambientale pertanto non poteva essere più adatto.

Ed ora prepariamoci al meglio, anzi al peggio, come ai video sconsigliati a persone molto sensibili e fragili di cuore.  Le scene che seguiranno saranno particolarmente raccapriccianti , nonostante un cartello indichi agli incalliti inquinatori di fare attenzione,  perché ci sono in azione delle fototrappole (foto 7). Dove? ho provato a cercarle ma chissà.. a cosa son servite?

Materiale sparso di ogni genere (foto 8). Avviciniamoci un po’ di più. Ecco ora si vede meglio. (foto 9). C’è un po’ di tutto, dalle tapparelle rotte, agli scheletri delle finestre, cassette di legno, sedie, anche ruote di autoveicoli, rifiuti vari. Siamo nel pieno della festa!! Chi più ne ha più ne metta.

E se non ce ne stanno più sul ciglio della strada, c’è posto anche nella scarpatella sottostante (foto 10).Libidine, profonda libidine. E’ il fior fior dell’indifferenziata!! (foto 11).

Non poteva esserci scenario migliore (foto 12) a passeggiare in una via cittadina in mezzo a un bosco. Chissà se queste immagini saranno state visionate da Legambiente prima di stilare  quella fantomatica, anzi assolutamente inutile classifica che serve eventualmente solo come spot elettorale o scusa per prendersela comoda. Ma si può sempre peggiorare in classifica, dicevo all’inizio, basta aprire gli occhi!! Esempi come questi, infatti,  ne possiamo contare tanti, soprattutto nelle zone periferiche industriali, dalla sottostante via Acquaviva a via delle Viole e altre.

Senz’altro la vista di questi funghi (foto 13) della specie Agaricus moelleri Wasser 1976   trovati lì vicino è più consolante. Ah sono velenosi, ma va bene lo stesso, anzi meglio!

 

Stefano Araldi

 

8 risposte

  1. Complimenti a Stefano Araldi per la sua documentata relazione. Bravo lui e tristissimi noi che viviamo nel degrado, nell’incuria, nell’inconsapevolezza totale e generale! E magari siamo pure contenti perché abbiamo guadagnato posizioni in una classifica da poveri.

  2. Grazie all’autore che illustra con precisione e serietà lo stato, ahimè, di degrado in cui si trovano i nostri boschi. Purtroppo si constatata la grande maleducazione e l’indifferenza per il nostro ambiente naturale.

  3. Concordo pienamente con la tesi dell’autore dell’articolo e con le argomentazioni a suo sostegno che lasciano veramente dubitare, in alcuni casi, della bontà delle classifiche.

  4. Anche questo articolo suscita pensieri e riflessioni. Si prova tristezza nel constatare l’insensibilità e l’incuria di cittadini, ma anche la scarsa vigilanza delle istituzioni, nonostante si parli così tanto di ambiente e di transizione ecologica. Grazie all’autore che costantemente offre spunti con grande competenza e profondità. Non posso tuttavia, anche da questa rubrica, non gridare allo scandalo per l’ignobile vicenda della piccola Indi Gregory e della sua famiglia. Si tratta di altro ambito, ma se si denuncia un danno all’ambiente, come non “alzarsi in piedi”, a difesa della vita umana innocente?

  5. D’accordo su tutta la linea. Qualche flash. Nelle nostre campagne ci sono sempre meno alberi e vorremmo che non si tocchi la foresta pluviale. Superando i nostri confini, troppo spesso è evidente una migliore gestione dell’ambiente. I cinghiali non entrano in Roma per visitare i monumenti. Noi Italiani abbiamo molti pregi, tuttavia sembra che manchi qualcosa nel nostro DNA.

  6. Grazie Stefano per la precisione e la ricchezza della documentazione.Come insegnante sto cercando di far conoscere il giardino delle farfalle che si trova in fondo a Via Arenili…..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *