Cremona vuole un nuovo ospedale: il Maggiore ristrutturato

30 Novembre 2023

LETTERA APERTA

al Presidente della Regione Lombardia

al Sindaco del Comune di  Cremona

al Direttore dell’ASST di Cremona 

SI’ AL “NUOVO” OSPEDALE

Sono stato ricoverato in ospedale recentemente, per quattro giorni e dopo  le dimissioni, a casa tranquillo, ho riflettuto sull’affaire ospedale SI – NO, sulla demolizione dell’attuale e costruzione di uno nuovo. Senza  nessun tentennamento, dico SI alla RIQUALIFICAZIONE!! E finalmente Cremona potrà vantarsi di aprire una stagione  internazionale per una generazione di strutture sanitarie innovative. Il risultato che si otterrà non sarà dovuto alle modalità del bando che, dava molta importanza all’architettura, ma si otterrà la realizzazione di un ospedale tecnologicamente avanzato, con tutti i  confort che deve avere un ricoverato e con personale sanitario qualificato e ben retribuito, se vogliamo che non fugga dall’Italia.

BASTA sprecare risorse per opere inutili. Il nostro Paese ne è già pieno.

È stato detto che il vecchio ospedale non ha la flessibilità per rispondere ad eventuali nuove necessità e anche  all’evoluzione della medicina stessa. Con 100.000 metri quadrati a disposizione  e una maglia strutturale di metri lineari 6 x 6, non si possono creare  554 stanze ad un letto con bagno, che occupano, metro quadro più metro quadro meno, circa 70.000 MQ?

Una domanda al vincitore del concorso: ritiene che sia proprio impossibile recuperare il Maggiore con le  stesse capacità interne del nuovo? La risposta non può che essere la stessa dell’oste quando gli si chiede se il suo vino è buono. Anche l’architetto, se glielo si fosse chiesto, avrebbe risposto che avrebbe realizzato un progetto di RIQUALIFICAZIONE adeguato sia alla funzione sanitaria che all’aspetto architettonico e degno delle sue stimate capacità progettuali.

Nelle dichiarazioni dell’architetto responsabile dell’ASST, viene sempre menzionato un sistema costruttivo rivoluzionario che ovvierebbe, durante la costruzione del nuovo, i disagi che  normalmente si hanno con gli interventi tradizionali.  E’ il sistema OFF-SITE, costruire a secco, costruire gli elementi fuori  dal cantiere: PREFABBRICAZIONE, per chiarire. In questo momento  di forte cambiamento, è giusto trovare nuove soluzioni per  RIQUALIFICARE il patrimonio esistente. Sistema che, nella nostra città, ha molte testimonianze a partire già dal 1968. 

Questo sistema è particolarmente indicato per la  RIQUALIFICAZIONE, perché punta a ridurre le lavorazioni in cantiere  realizzandole principalmente in officina, così da ottenere una  maggiore efficienza, tempi ridotti, qualità del costruito e soprattutto  poter lavorare con i ricoverati in loco senza trasferirli.

Il nostro ospedale ha circa 50 anni di vita, non è vecchio, non è vetusto è  solo MAL CONSERVATO. Per anni non si è intervenuti con la  manutenzione, che è indispensabile per una corretta  conservazione. Nello specifico, la manutenzione include tutti quegli  interventi edilizi necessari a riparare, innovare e sostituire le finiture  dell’edificio, oltre a conservare in efficienza o riparare gli impianti tecnologici. È indispensabile per mantenere in una condizione adatta  allo svolgimento della sua funzione, durante il suo intero ciclo di  vita, facendo in modo che l’edificio sia sempre adeguato a ciò per  cui è stato costruito. Inoltre, la manutenzione serve per conservare  la funzionalità, ma anche la sicurezza, il confort e l’estetica. Per mantenere integro un edificio serve la manutenzione preventiva e programmata onde evitare interventi straordinari più onerosi, sia  dal punto di vista economico, che di tempo. Il valore di un  immobile ben conservato resta inalterato.

Caro Presidente della Regione Lombardia, visto che gli  amministratori di condominio se non provvedono alla  manutenzione degli edifici da loro amministrati, pagano in proprio, come previsto dalla legge, la svalutazione dell’immobile, nel caso del  nostro ospedale, visto e considerato che la mancata manutenzione ha svalutato l’immobile al punto che lo stesso Direttore dell’ASST non lo ritiene più adeguato per un recupero e confacente all’uso per  cui è stato costruito ed è fautore della DEMOLIZIONE, a chi dobbiamo far pagare il DEPREZZAMENTO del Maggiore? Chi è il  RESPONSABILE? Se fosse stato perfettamente conservato e  aggiornato con interventi di manutenzione sull’immobile, sul verde, sugli impianti tecnologici, seguendo le varie innovazioni, tipo la  posa dei pannelli fotovoltaici e altro, penso che nessuno avrebbe  avuto la malsana idea di demolirlo. 

Si sono sperperati i soldi dei cittadini senza provvedere a una  minima cura del patrimonio che si doveva conservare. Il verde è in uno stato di trascuratezza vergognoso. I vetri esterni sono ancora  sporchi dal tempo dell’inaugurazione avvenuta nel 1970, nonostante ci sia la  rotaia sotto la gronda, mai usata e totalmente intaccata dalla  ruggine, come tutte le opere in ferro. E così per tutta la parte edile  e gli impianti.

Non vi è bastato? Volete un nuovo ospedale e non  siete stati capaci di mantenere l’esistente.  

I cittadini cremonesi si stanno accorgendo di avere perso la loro libertà di  decidere.  Il Movimento per il NO alla demolizione dell’ospedale ha già superato i  tremila aderenti e sicuramente sarebbero molti di più se la  “metastasi parassita” non avesse CENSURATO IMBAVAGLIATO, con  l’aiuto del nostro quotidiano locale, che come ai tempi del  “Ferroviere zoppo”, non ha pubblicato interventi sulla questione ospedale,  dove si capiva perfettamente che l’iniziativa della Regione e  company, è un’impresa negativa sia sotto l’aspetto  economico che dei disagi che dovrebbero sopportare i  ricoverati per almeno 12 anni tra il cantiere per la nuova  costruzione e la demolizione del Maggiore.

Sarebbe il primo esempio in cui si costruisce un immobile adiacente a un altro che poi si demolisce. 

Normalmente prima si demolisce e poi al limite si costruisce sullo stesso sedime. Nel nostro caso non si può perché bisogna tenere in  funzione il Maggiore. Infatti, salvo allargamenti, non si sono mai  verificate situazioni in cui si è costruito un ospedale nuovo adiacente al vecchio. Tutti i nuovi ospedali sono costruiti lontano dai vecchi, in luoghi dove si possono realizzare grandi parcheggi e giardini  come, grazie alla lungimiranza degli allora amministratori, è stato fatto  con l’ospedale maggiore, 

RICAPITOLANDO

Cremona vuole un OSPEDALE ”NUOVO”, nato dalla  RIQUALIFICAZIONE dell’esistente, con le stesse identiche caratteristiche innovative e “proiettato nel futuro”, MA CON UN RISPARMIO di 350.000.000,00 (trecentocinquanta milioni,00) di euro.

NUOVA COSTRUZIONE – € 285.000.000  

DEMOLIZIONE ATTUALE – € 30,000,000 

VALORE H ATTUALE € 100.000.000 

ATTREZZATURE E ARREDI NUOVI  € 45.000.000 

PERDITA VECCHIE ATTREZZATURE E ARREDI  € 20.000.000 

MAGGIORI CONSUMI ACQUA ED ENERGIA  RISPETTO ALLA RIQUALIFICAZIONE 

 € 2.000.000 

Totale EURO 512,000.000,00 

RIQUALIFICAZIONE ESISTENTE CON SISTEMA OFF-SITE METODO PIU’ INDICATO PER LA RIQUALIFICAZIONE PERCHE’ PERMETTE DI INTERVENIRE A STEP SENZA DOVERE SPOSTARE I PAZIENTI

Totale EURO 160.000.000

 

Giorgio Mantovani

4 risposte

  1. Condivido il contenuto di questo intervento; purtroppo in politica la mancanza di senso pratico e la convinzione che il pubblico denaro non appartenga alla gente che ha pagato le tasse, sono elementi che ritornano puntuali; perciò il copione è sempre lo stesso, alla faccia dei contribuenti .
    Un ospedale, vecchio o nuovo che sia, è destinato a funzionare male se manca il supporto di una medicina del territorio seria. Con questa premessa qualsiasi ospedale “avveniristico “ è destinato ad essere sovraccaricato dai ricoveri impropri.

  2. Grazie alla lucidità e alla competenza di Giorgio Mantovani. Non ha avuto bisogno delle 179 pagine dell’incarico di progetto del nuovo ospedale dove le parole servono a confondere, mistificare ed eludere l’argomento. Mantovani usa le parole per far chiarezza, per mettere sul piatto conti e responsabilità di gestione, per indicare tecnicalita’ innovative applicabili proprio all’edilizia di recupero. È il linguaggio della concretezza che riesce a fare sintesi perfetta della necessità per Cremona e provincia di un ” Nuovo ” ospedale che nasca dalla riqualificazione dell’attuale. Sull’altro fronte c’è solo la fumosita’, il detto a metà per non dire, la chiusura programmatica al confronto aperto con la cittadinanza di chi coltiva un progetto non tagliato sui bisogni della collettività ma su appetiti elettorali da nutrire con promesse e sugli interessi delle categorie di settore. La cittadinanza non merita né le porte chiuse né la comunicazione “addomesticata”.

  3. Grazie per la chiarezza con la Sua spiegazione ho avuto conferma del mio pensiero sullo sperpero selvaggio del denaro pubblico che poi è sempre nostro

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