Asst. Emorragie e trombosi, convegno a Cremona

2 Marzo 2024

L’edizione 2024 ha riunito nell’Aula magna dell’ospedale maggiore la classe medica di esperti da tutta Italia per discutere diagnosi, terapie e gestione delle patologie in ottica multidisciplinare

L’ospedale di Cremona ha ospitato il convegno nazionale “Malattie emorragiche e trombotiche, casi clinici e aspetti particolari”, organizzato dalla Direttrice del Laboratorio Analisi e del Centro Emostasi e Trombosi dell’ASST Cremona Sophie Testa. Da oltre vent’anni, la giornata formativa costituisce un punto di riferimento per presentare le novità scientifiche in materia e le strategie diagnostico-terapeutiche più accreditate.

La classe medica comprende docenti universitari e specialisti di livello nazionale e internazionale in materia di malattie emorragiche e trombotiche, nonché rappresentanti delle federazioni e società scientifiche che si occupano di queste patologie. Tra i relatori dell’ASST di Cremona, Rossella Morandini e Oriana Paoletti (Centro Emostasi e Trombosi), Aldo Riccardi (direttore Ostetricia e Ginecologia), Alfredo Molteni (direttore Ematologia) e Matteo Giorgi Pierfranceschi (direttore Medicina Interna).

IL PROGRAMMA

Suddivisi in quattro sessioni, i lavori sono iniziati alle ore 8.45 nell’aula magna “Magda Carutti”. Ai saluti istituzionali del direttore generale dell’ASST di Cremona Ezio Belleri – che ha sottolineato l’importanza dell’attività del Centro Emostasi e Trombosi per questo territorio – è seguito l’intervento di Denis Spingardi, presidente dell’Associazione Pazienti Anticoagulati (AIPA) di Cremona.

Partendo dalla pratica clinica, il Convegno è stato l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte in tema di conoscenza e gestione dei pazienti con patologie della coagulazione, dalle malattie rare (come l’emofilia) alle più frequenti (come il tromboembolismo venoso), fino alla gestione dei pazienti in terapia anticoagulante, che in Italia sono attualmente oltre 3 milioni di persone. Sono inoltre state presentate le più importanti innovazioni in materia, dalla terapia genica (per trattare l’emofilia) alla diagnostica di laboratorio delle malattie emorragiche, fino alle nuove strategie di prevenzione del tromboembolismo venoso nelle donne. Non ultimo, il ruolo del laboratorio nella gestione dei pazienti in terapia anticoagulante.

UN PUNTO DI RIFERIMENTO SPECIALISTICO

«Riproporre annualmente da 20 anni questo convegno all’Ospedale di Cremona ha un significato ben preciso», afferma Sophie Testa, responsabile scientifico dell’evento. «Le problematiche legate a queste patologie interessano trasversalmente tutte le specialità mediche e chirurgiche, pediatriche e dell’adulto. È importante che i medici e gli operatori sanitari conoscano l’esistenza di queste patologie e le specifiche problematiche diagnostico-terapeutiche che le contraddistinguono. In questo contesto, possono avvalersi della stretta collaborazione dei professionisti del Centro Emostasi e Trombosi dell’Ospedale, che rappresentano il punto di riferimento specialistico e un valido supporto alla gestione dei pazienti. Inoltre questa giornata rappresenta un’ottima occasione anche per i professionisti più giovani, interessati ad affinare le proprie competenze e conoscenze in questo ambito specifico della medicina».

Come sottolinea Testa, «È fondamentale considerare il paziente “al centro” del percorso di cura e riconoscerne le esigenze sanitarie cui rispondere in modo adeguato, dalle strategie di prevenzione alla diagnosi e quindi all’indicazione delle cure più efficaci. Per questo è altrettanto importante favorire il più possibile lo sviluppo della rete territoriale di telemedicina, già esistente tra Centro Emostasi e Trombosi, medici di medicina generale e altre sedi sanitarie territoriali.

L’ATTIVITÀ

Il Centro Emostasi e Trombosi di Cremona è un punto di riferimento per il territorio provinciale e non solo. L’equipe è composta da sei medici specialisti – che lavorano sia al centro emostasi sia in laboratorio – e nove infermieri (al servizio del centro emostasi e del centro prelievi). A loro si aggiunge una biologa, cinque tecnici, un’operatrice socio-sanitaria e un’impiegata amministrativa.

Nel 2023 il Centro ha preso in carico 5404 pazienti in terapia anticoagulante e 41 per emofilia, una malattia rara di origine genetica.

Sono state effettuate 520 visite specialistiche e 2232 consulenze intraospedaliere, 260 visite presso l’Ambulatorio della gravidanza, 364 ecocolor doppler.

Ogni anno vengono effettuati circa 250 mila test di coagulazione. L’assistenza si estende anche a domicilio: gli operatori del centro rispondono a circa 60 chiamate telefoniche al giorno.

Non ultima l’attività svolta dal Laboratorio Analisi di Cremona, che effettua 3.350.000 esami all’anno.

LA RICERCA CAMBIA IL TRATTAMENTO

Nel corso degli anni, il Centro Emostasi e Trombosi ha pubblicato numerosi lavori scientifici, in particolare relativi all’utilizzo delle terapie anticoagulanti, per arricchire le conoscenze ed il progressivo adeguamento delle strategie di prevenzione, diagnosi e  terapia anche a lungo termine.

Sulla rivista internazionale Blood Advances è stato pubblicato lo studio “Thrombotic events associated with low baseline direct oral anticoagulation levels in atrial fibrillations: the MAS study”. Si tratta di un importante lavoro multicentrico e prospettico, che ha confermato l’importanza di effettuare la misurazione dei farmaci anticoagulanti orali di ultima generazione nei pazienti con fibrillazione atriale. Si tratta di persone che iniziano il trattamento anticoagulante per la prevenzione dell’ictus cerebrale, allo scopo di ridurre il rischio di trombosi in corso di trattamento.

Condotto da ventidue specialisti della materia, tra cui Sophie Testa, Claudia Dellanoce, Oriana Paoletti, Rossella Morandini e Maurizio Tala del Centro Emostasi e Trombosi di Cremona, la ricerca sarà presentata durante il convegno del 1 marzo: «Oltre a mostrarne i risultati – commenta Testa – vorremmo ricordare ai professionisti l’importanza di prendere parte alla ricerca clinica, quale mezzo indispensabile per migliorare le proprie conoscenze e per acquisire una migliore gestione del paziente».

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