Non me ne frego mi interesso, anche dei totem di Cremona e vi dico perché

4 Novembre 2022

“Il menefreghismo è più pericoloso di un cancro”, parole di papa Francesco. Il consiglio ricorrente degli abulici è che se vuoi vivere in pace, ci vuole un sano menefreghismo. Consiglio che non accolgo. Nei circa 60 anni come libero professionista a Cremona, senza mai incarichi pubblici, ho svolto progetti con particolare attenzione che fossero anche di contributo alla bellezza e alla cultura della città. Mi “interessa” seguire i suoi mutamenti, positivi o negativi che siano, ed ho la sistematica voglia di dire su tutto la mia opinione,i n piena libertà, occorrendo con impertinenza, insolenza ed ironia.

La ”pensilina” di piazza Stradivari (già piazza Cavour), nonostante le veementi e diffuse posizioni contrarie alla sua costruzione da parte dei cittadini, venne realizzata. Solo dopo un cambio di Giunta, sarebbe stata demolita. Sarebbe stato sufficiente rimuoverne la copertura, mantenendo i 7 pilastri-traliccio,in modo da non precludere ulteriori usi futuri. Già sarebbe stata quella, come le precedenti e le successive, l’occasione per progettare una piazza attraente, allegra e tecnologicamente all’avanguardia e oltre tutto a costo zero a carico del Comune. Oggi abbiamo una piazza triste ,squallida e nostalgica.

Ora ci risiamo! Un episodio in corso, infatti, fa temere la riproposizione di certe cattive abitudini.. Mi riferisco, si sarà ben capito, alla decisione della Giunta di realizzare i cosiddetti totem. Manufatti inutili e insignificanti (destinati prima o poi a seguire il destino della pensilina. Almeno c’è da sperare che gli attuali amministratori si rivelino più saggi dei loro predecessori e dispongano per un concorso di idee, di larga partecipazione, allo scopo di far emergere soluzioni atte a cancellare le brutte “ferite”, utilizzando anche parzialmente il costruito onde evitare ulteriori sprechi di denari.

L’impulso dell’Amministrazione civica di assegnare un incarico tout court per la progettazione di un simbolo che funga da emblema della città (senza un concorso di idee di professionisti, progettisti, creativi, rappresentanti delle istituzioni, del mondo economico e culturale) denota una mancanza di responsabilità di trasparenza, una paura di farsi giudicare. I cittadini hanno il diritto di intervenire e sapere quale sarà il simbolo di  “benvenuto” per visitatori e turisti della propria eittà. E, se è consentito, anche di conoscere come vengono scialacquate le risorse dei cittadini. Probabilmente il progettista non ha valutato la portata della sfida, e tanto meno l’ha valutata il committente. E’ un gesto di inutile presunzione voler stupire a tutti i costi, ignorando che l’architettura si fonda su un grande patrimonio comune in continua evoluzione.

I cosiddetti totem (ora dai più chiamati ,ironicamente, “calvario”) dovevano, ammesso che se ne fosse accertata l’indispensabilità, essere collocati in periferia, visibili dai flussi di penetrazione. I cittadini che abitano a porta Romana dubito che non conoscano il nome del loro quartiere. Questi manufatti possono essere collocati indifferentemente in tutte le città del mondo. Sono anonimi, muti, indecifrabili, non danno emozione. Esposti al pubblico ludibrio. resteranno a testimoniare e ricordare l’improvvisata Giunta che li ha commissionati

La progettazione necessita di un insieme di fantasia e creatività che non si può acquisire con la tecnica e lo studio. La fantasia ,la creatività, la curiosità, il senso del sociale o li hai dentro, o non li hai. E se non li hai, non hai niente da dire, e quel che dici è pura gestualità L’arte di un progettista è quella di ascoltare e di capire, per poi restituire e non fare costruire nulla se non sei in grado. Nel momento che sei incaricato di realizzare un progetto del genere, non sei più il progettista, sei la Città di Cremona. Fatto che richiede consapevolezza e responsabilità, che non è solo estetica, ma è anche di tipo etico e morale Un progetto deve avere rispetto non solo dell’ambiente, ma anche della cultura che questa città esprime. Città della musica, capitale mondiale della liuteria, della zootecnia bovina,g astronomia ect.ect., non
mancano certo le tipicità che identificano Cremona.

Se viene costruita una cosa brutta non resta solo alla vista di chi la progettata, ma alla vista di tutti e non ci si giustifica dandole, pubblicamente, un’ interpretazione, una lettura ,un ipotetico messaggio, senza che sia partecipe del luogo, del territorio. Non tutti visitano una città con il teodolite appresso, per sincerarsi della attinenza tra l’altezza delle putrelle con l’altezza del Duomo. Meglio sarebbe stato un umile silenzio

Non è insolito che un professionista a cui viene dato l’incarico di progettare qualcosa senza nessuna indicazione da parte di un  committente senza idee, si senta oppresso dalla responsabilità e non riesca a ottenere il risultato che si era prefissato Ogni tanto può capitare di prendere lucciole per lanterne e allora si deve essere capaci di ammettere: “si mi sono sbagliato”. Si poteva pensare ad opere strutturali, unicche per ogni quartiere, che fossero funzionale alla produzione di energia gratuita allo scopo di  illuminare luoghi e piazze ove collocate e che nello stesso tempo rappresentassero le eccellenze della città.

Sul giornale La Provincia di pochi giorni fa, si legge che la città verrà rigenerata e con l’occasione, speriamo, siano rimarginate le ferite ancora aperte; unitamente all’auspicio/imperativo che i flussi di denaro a disposizione dell’Amministrazione comunale non vengano dilapidati con iniziative e progetti come i totem. Non ci si deve, da ultimo, mai dimenticare di pensare ad un uso oculato della spesa, come se uscisse dalle tasche di ognuno dei cittadini.

 

Giorgio Mantovani

4 risposte

  1. Concordo in pieno con la sua analisi. Il vero problema risulta tuttora essere la comprensione di ciò dalla attuale giunta. Giunta che non ne azzecca una manco a servirgliela su piatto d’argento e che insiste nel proseguire nella propria politica di gestione della città (se mai ne avesse una), sembrerebbe, con forte distacco dalla città stessa.

  2. “Probabilmente il progettista non ha valutato la portata della sfida”., lei dice. L’ha valutata, l’ha valutata, vien da pensare, ma di ben altra sfida vien da pensare. Di quella che lei intende, a mio avviso non gliene poteva fregar di meno

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