‘Non riconosco più Cremona dove vivevo fino a 20 anni fa’

19 Febbraio 2023

Signor direttore,

sono io quel cremonese che l’amico Marco Bragazzi ha citato nel suo commento. Non vivo più Cremona da 20 anni ormai ma ritorno sempre con grande piacere per gli affetti e gli amici che ci vivono.
Si è vero, non riconosco più la mia città. Un centro cittadino vuoto, senza persone neppure di venerdì sera (e pensare che quando ero ragazzo e il centro era vivo, Cremona non era la città universitaria che è –  o dovrebbe essere – oggi). Un centro con tanti (troppi, perché sia una cosa normale) negozi chiusi e un proliferare di super/iper mercati e centri commerciali (più di quanto ne abbia la città (capoluogo di regione) in cui vivo.
Non so se questa situazione sia voluta e ricercata (svuotare il centro a favore della periferia, concretizzando così il secondo stadio dell’urbanizzazione) oppure sia il frutto di errori strategici e di miopia gestionale.
Di fatto, Cremona non può fregiarsi di titoli culturali (città della musica) o addirittura proporsi quale città europea della cultura (mi sembra, poi, di aver inteso che anche questa candidatura sia abortita ancora prima di nascere) grazie ai suoi centri commerciali, o grazie a un centro in abbandono dove sopravvivono solo i monumenti che i nostri avi (grazie a Dio) ci hanno lasciato.
Eppure vedo, continuo a vedere nonostante tutto, tante potenzialità: in primis l’asse con Milano che andrebbe valorizzato promuovendo la pendolarità (pretendendo e investendo su collegamenti efficienti, puntuali e frequenti) e incentivando il trasferimento residenziale a Cremona (che dovrebbe esser ben più appetibile rispetto ad un hinterland milanese inguardabile e non vivibile sotto molti aspetti). Poi, rendere nuovamente vivo il centro storico con l’insediamento di attività commerciali che possano essere identitarie di ciò che Cremona intende essere per i suoi cittadini ma anche per il commercio e il turismo nazionale ed estero: botteghe di liutai e di tutto l’artigianato collegato (archisti, produttori di custodie, etc.), case editrici musicali, creatori di strumenti musicali storici e moderni etc… per restare solo al comparto musicale. Quindi, implementerei l’acquisita vocazione universitaria che potrebbe far assurgere Cremona per storia e (questa volta sì) cultura a cittadina universitaria d’eccellenza al pari delle tante che esistono in Germania e Inghilterra.
Prima o poi la situazione migliorerà… Con l’auspicio che non si debba attendere un Natale in cui neanche le luminarie riusciranno a illuminare di vita il centro.

 

G.F.

 

Di seguito il link dell’articolo al quale fa riferimento col commento di Marco Bragazzi

Sulla vetrina dell’ex Zara il testamento del centro storico di Cremona

 

 

4 risposte

  1. Vogliamo aggiungere che sono sparite le sale cinematografiche, che i negozi superstiti se non sono bazar presentano prezzi pressoché inaccessibili, che la città è sporca e non accogliente, che i marciapiedi sono percorsi ad ostacoli, che le strade presentano crateri pericolosi e che le pavimentazioni di pregio hanno spesso sanpietrini sconnessi se non mancanti?
    Gli studenti che potenzialmente arriveranno a Cremona, oltre a sedi universitarie molto attrattive da ogni punto di vista, che città troveranno?

  2. Risiedo e lavoro a Cremona da sempre, figlia di non cremonesi. Da babbo ho preso la “fiorentinita’”, da mamma la concretezza Valtellinese. Tognazzi, Mina come Stradivari sarebbero da incentivare. Cinema Tognazzi chiuso. Casa Stradivari: stiamo lavorando per voi…Monastero di S.Chiara, lavoro eccelso…Convento S.Annunziata, al via ai lavori (grazie dott.Arvedi)…Monastero Corpus Domini: io c’ero a togliere le erbacce del chiostro, ma c’è ancora tanto da fare. Palazzo Grasselli: Conservatorio, quanti studenti di musica se ne sono andati a Piacenza o a Mantova?…e poi vogliamo essere città della musica. Ne avrei ancora da dire: museo diocesano e salita al Torrazzo: orario di apertura (10-13/14.30/18), non è un po’ riduttivo? Ultimo pensiero: verde urbano e uso efficiente del suolo 21 esima nel 2022. vorrei essere almeno come Mantova.

  3. Sono nato a Cremona, nel 2000 mi sono trasferito a Milano per lavoro. Ad ottobre 2022 io e la mi accompagna milanese abbiamo deciso di lasciare Milano e venire nella “mia” Cremona. Sono un caro amico di Marco Bragazzi da 40 anni e mi associo alle impressioni negative sullo stato disastrato del centro storico, memore di come lo avevo lasciato 22 anni fa: ragnatele e saracinesche abbassate con cartelli di vendita danno l’impressione di uno stato di profondo abbandono che non può essere originato semplicemente dal caso. Possibile che gli amministratori della città non si accorgano di questo stato di degrado del centro storico?

  4. Attendiamo una risposta dagli studenti che arriveranno ma sopratutto dal sindaco e la sua giunta …. chi vivrà vedrà…..

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