‘Non rileggo i libri. Tempo sprecato? Non ne sono certo’

6 Dicembre 2021

Si dice che i libri bisognerebbe rileggerli a distanza di tempo. Ma dopo quanto tempo per comprenderli meglio e poi quali e quanti libri? I libri di scienza, pur nelle inevitabili mutazioni del progresso, dovrebbero essere eterni. Ma veniamo alla letteratura.

Personalmente non ho mai riletto lo stesso libro, anche se affascinato ma tanti e tanti anni fa, e quindi la ritenevo fatica sprecata. Infatti la mole enorme, direi infinita, di cose interessanti da leggere e meditare, automaticamente impone delle scelte e dei limiti. Recentemente ho letto qualcosa del più grande dei russi e forse del maggiore degli americani e tutta la suggestione del passato è un po’ svanita come neve al sole. Per tornare ad avere un sicuro parametro di comparazione dovrei rileggere gli stessi testi ma non ci penso nemmeno lontanamente e forse questo è solo l’indice della perdita di una certezza culturale.

Il trascorrere inesorabile del tempo, che ti entra nell’anima e nel corpo come una nebbia invisibile, potrebbe demolire tutto il mito costruito più con la passione che con la ragione, Ci si chiede allora se ci sia una chiave di lettura e di comprensione asettica e sicura che ci metta al riparo al riparo del tempo. Non c’è e tutto sommato è meglio così. Tutto ciò che il tempo ha coperto con i suoi detriti nel campo della memoria e della percezione, sarà bene che tali detriti non vengano rimossi perché anche se malfermi, dovranno pur restare l’ultimo baluardo all’illusione del nostro ‘mestiere di vivere’.

 

Pietro De Franchi

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