Nuovo ospedale, i muri non sono la cura né la panacea di ogni male

24 Dicembre 2023

Cremona – forse – avrà l’ospedale nuovo. Nell’attesa, il progetto ha già ottenuto un risultato. Ha diviso la città.  Da una parte i sostenitori a spada tratta dell’operazione. Dall’altra i contrari. Tra i favorevoli dell’ottava meraviglia del mondo, la politica e la quasi totalità dei suoi rappresentanti, che millantano di essere gli eredi di Cavour e De Gasperi e invece sono dei panchinari di serie C. Anche meno. Gli stakeholder vanno oltre. Certi di essere invitati al tavolo degli appalti, intonano il Te deum. Fedeli al motto: gli affari sono affari e indifferenti all’articolo 32 della Costituzione, ringraziano. 

L’informazione di regime batte la grancassa della propaganda e dedica sperticate lodi all’intervento.

Poi ci sono gli Otto von Bismark di casa nostra che interpretano in modo personale la realpolitik. «Se ci danno una paccata di soldi, cosa che capita più raramente di ogni morte di papa, prendiamoli e chi se ne fotte se l’ospedale è necessario oppure no». 

Non c’entra con i tanti maledetti e subito, ma pensarlo è peccato veniale. 

Una trentina di anni fa il Comune aveva stoppato la costruzione del Palasport con relativi finanziamenti di Italia 90 già ottenuti.  Altri tempi, altro investimento, altra sensibilità politica. Il paragone con oggi è improponibile.  Resta la testimonianza che la rinuncia a dei finanziamenti non è uno scandalo. Si può fare. È stato fatto. 

Vanno forte i fautori della teoria che identifica nella bellezza una parte della cura e intravedono nel progetto approvato un orgasmo di grazia, eleganza, armonia. Il problema è la parte restante della cura. Quella mancante. La principale.

«Andatelo a dire a chi sta male davvero» suggerisce Pietro Cavalli (Vittorianozanolli.it, 16 dicembre). 

In sollucchero i pasdaran delle «istanze del pensiero democratico-ecologista che, tradotte ormai in parole magiche, slogan buoni a tutti gli abusi, sono diventate la moneta falsa con cui barattare qualsiasi cosa» (Valter Rosa, Cremonasera, 15 dicembre). 

Per costoro l’opera è già punto di riferimento della medicina intergalattica.  Santino.  Sacro Graal.

Per gli ottimisti alla Paolo Bodini, è la concretizzazione di un desiderio «Da cittadino ed (ex) operatore sanitario lasciatemi sognare un ospedale avveniristico (e il progetto vincitore va in quel senso) funzionalmente adeguato ai nuovi  standard della medicina» (La Provincia, 11 dicembre). Nessuno gli impedisce di fantasticare, ma i sogni muoiono all’alba. 

Per il canale navigabile, l’alba è arrivata dopo decenni e con la dissipazione di centinaia di milioni di lire dei cittadini. Fosse giunta prima, la politica non avrebbe perso la faccia.  Il territorio non sarebbe stato ferito. La bettolina carica di quattrini dei contribuenti non sarebbe affondata.  I pochi chilometri realizzati sono monumento allo spreco, j’accuse contro politicanti e pubblici amministratori da operetta. 

Tra gli oppositori spicca il Movimento per la riqualificazione dell’attuale ospedale. Forte di una dote di oltre 3.500 firme di cittadini che condividono la proposta di restyling, il gruppo merita attenzione. È un errore sottovalutare il Movimento o considerarlo un mélange di don Chisciotte. Possiede palle e determinazione. E rari sono i mulini a vento in circolazione. Nessuno a Cremona.

Poi, c’è un ristretto numero di operatori sanitari e di politici che viaggiano controvento. Manipolo di bucanieri, capelli scarmigliati e un canestro di utopia, crede ancora in una sanità pubblica al servizio dei cittadini.  I muri non sono la cura e la tecnologia non è la panacea di ogni male. 

Poi c’è la platea immensa di quelli che smoccolano per le prenotazioni dai tempi biblici. Che attendono ore al pronto soccorso. Che aspettano il funzionamento delle case di comunità. Che cambiano medico di base ogni due mesi.  Che dopo la pandemia covid si sono illusi nel potenziamento della sanità territoriale. Che sono impossibilitati a ricorre alla sanità privata. Per tutti questi sventurati, è provocazione e ulteriore motivo di incazzatura leggere che l’ospedale del futuro prevede «nuovi servizi e spazi integrativi dedicati al benessere olistico della persona, prendendo in considerazione aspetti come la nutrizione, la serenità, l’interazione sociale, l’esercizio fisico».  Poi «spazi e servizi dedicati a promuovere l’armonia tra uomo ed ecosistema, attraverso per esempio spazi per pet-therapy, orti condivisi, giardini botanici, serre, frutteti, aree d’acqua» (Documento di indirizzo della progettazione, pagina 42). 

In tanto ben di Dio si auspica sia prevista anche la presenza di medici, infermieri e altro personale sanitario.

Primum viveredeinde philosophari. Prima l’assistenza di tutti i giorni, poi quella da pubblicare su Lancet, Jama, New England Journal of MedicineInternational Journal of Medical Sciences

Coniugare la medicina degli individui bionici con quella degli intossicati da polveri sottili sarebbe l’ideale. Appunto l’ideale. La quadratura del cerchio. Ma quella dei bionici muove più quattrini. È prioritaria. Vince per cappotto.

Per Carl von Clausewitz la guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. Per i duri e puri, gli intransigenti, i critici, gli esasperati dalle carenze dell’assistenza pubblica, la politica è la continuazione del business con altri mezzi. E il nuovo ospedale cittadino è uno di questi mezzi.

Per gli esperti di marketing e pubbliche relazioni il golem della sanità cremonese è già testimonial per sollecitare la realizzazione di cloni.  «La visione di Cucinella: un ospedale innovativo sul modello di Cremona. Anche Bologna lo merita», titolava Il resto del Carlino il 15 dicembre. 

Per i rompicazzo seriali, sempre alla ricerca del pelo nell’uovo, l’architettura dell’ottava meraviglia del mondo non è una novità assoluta.  Richiamerebbe il progetto con il quale, nel 2014, lo stesso Mario Cucinella ha vinto il concorso per la realizzazione del policlinico universitario di Algeri (https://inarconsulting.com/progetti/center-hospitalier-universitaire-algeri/). Non hanno tutti i torti.

Tra i due poli si collocano i furbetti dell’opportunismo.  I paraculi, per i frequentatori del bar sport.  Gli ignavi, per i fans di Dante: angeli che nello scontro stellare tra Lucifero e Dio non si sono schierati né con il primo, né con il secondo. I quaquaraquà per Leonardo Sciascia.  Per Claudio Lolli, i mediocri sempre pronti «a spettegolare in nome del civile rispetto, a scrutare un orizzonte che si ferma al tetto, a leccar le ossa al più ricco ed ai suoi cani». 

Gente che tiene famiglia.  Eroi sprezzanti del pericolo, lesti a unirsi ai dissidenti ed a indignarsi, non prima di avere precisato «ma mi raccomando non è da scrivere. Resti tra di noi». Certo, come no? Fanculo.

E mentre si dibatte sull’ospedale del futuro, negli ultimi giorni si apprende che Cremona permane tra le dieci città più inquinate d’Europa (Cremonasera, 15 dicembre).  Che in trent’anni all’ombra del Torrazzo sono scomparse o a rischio 88 specie di uccelli (Riccardo Groppali, Avifauna della città di Cremona tra 1990 e 2021, quattro studi ornitologici a cadenza decennale in un ambiente urbano). Che esiste una correlazione tra inquinamento e peso basso dei neonati e che le PM10 produrrebbero incremento delle leucemie mieloidi nelle donne (https://www.ats-valpadana.it/indagine-epidemiologica-cremonese).  

Ma tranquilli: c’è il nuovo ospedale con «innovazioni tecnologiche, quali robot, droni, sensori e Internet of Things (IoT)» (Documento di indirizzo e progettazione, pagina 79).  E poi c’è ancora domani.  Al cinema. Speriamo anche a Cremona. Auguri, Buon Natale.

 

Antonio  Grassi

6 risposte

  1. Un riassunto delle puntate precedenti con riferimenti ai vari poli di informazione. Una precisazione a questo riguardo: c’è chi non viene mai citato, ma per definizione intrinseca si schiera a favore; c’è chi non si esprimerebbe mai contro, a prescindere; c’è chi all’inizio è rimasto a guardare per vedere come si mettevano le cose, per poi giocare di rimessa e salire sul carro della protesta; c’è chi ha preso posizione chiaramente fin dall’inizio appoggiando il movimento. Chi legge però queste differenze dovrebbe percepirle…

    1. E ancora, fra i 3500 sottoscrittori del movimento c’è chi, la maggior parte, crede che una firma sia sufficiente per impegnarsi.

  2. I politici stanno zitti fin dall’inizio della storia. Sono favorevoli, e chi tace acconsente. Inoltre tacere consente eventualmente di saltare sul carro che farà più comodo. E la salute dei cremonesi e il bene della città sono in secondo piano! La Sanità pubblica che dovrebbe stare a cuore più di ogni altro aspetto, interessa poco. I muri prima di tutto, il contenuto…si vedra’ . Il DEA di secondo livello: meglio lasciar perdere, è una battaglia persa. Bisogna però sottolineare la presenza tra le voci dissidenti di Marco Degli Angeli che non solo si è schierato, ma anche si impegna. Gli altri del M5S restano muti…non si sa mai! Degli Angeli è un politico sui generis, non si è ricandidato, non ha la colla sulla sedia, ma lavora.

  3. Ottimo articolo! Miseria culturale e inanita’ operativa (la medicina del territorio è la solita cenerentola che resta tale perché non muove soldi e voti) conferiscono alla classe politica connotati grotteschi. E poi ci si stupisce dell’assenteismo alle urne.

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