Ospedalino. Molti dubbi, due certezze: soldi spesi a valanga e pazienti dirottati

30 Maggio 2023

Abbiamo un problema, anzi un grosso problema. Un ospedale da costruire ex novo ed un ospedale da buttare giù, vicini, troppo vicini tra loro. Che fare? Tenerli in piedi tutti e due aspettando che quello da abbandonare venga invaso dalle ortiche e dai topi oppure buttarlo giù, magari con gli esplosivi? E nel caso, demolire l’esistente prima, durante o dopo la costruzione del nuovo? Una situazione che richiama il dilemma del contadino che deve attraversare un fiume con capra e cavoli, mentre sulla riva opposta lo attende un lupo affamato.

Prima ipotesi: buttiamo giù l’attuale struttura prima di costruire quella nuova , in modo tale che i nostri malati saranno costretti al ricovero presso le cliniche private del territorio e/o dei territori vicini, visto che le strutture pubbliche sono parecchio in affanno. Col risultato di indebolire ulteriormente il pubblico a vantaggio del privato. Se poi si dovessero impiegare gli esplosivi per demolire l’attuale ospedale si potrebbe migliorare ulteriormente  la posizione di Cremona nella classifica delle città con l’aria più inquinata d’Italia, altro che polveri sottili. Il fatto poi di dover inviare tutti i pazienti cremonesi verso altre sedi di ricovero e cura, non è affare che riguardi gli amministratori della sanità pubblica, troppo compresi nel difficile compito di regolare il traffico dei fondi regionali e delle migliaia di camion necessari allo smaltimento dei detriti.  Vista inoltre la puntualità con la quale vengono portate a termine le opere pubbliche, non può essere esclusa neppure la possibilità che Cremona resti senza ospedale (il vecchio demolito, quello nuovo che non c’è ancora), con la necessità di costruire pure una nuova autostrada, non solo per facilitare e smaltire il traffico dei TIR coinvolti nella demolizione/costruzione, ma soprattutto quello dei pazienti e dei malati diretti ad altre strutture.

Una seconda possibilità consiste nel demolire il vecchio ospedale mentre si sta costruendo il nuovo, con il vantaggio di concentrare le opere di cantiere ma ancora con la prospettiva di restare senza ospedale pubblico e quindi con la necessità di inviare all’esterno malati, pazienti e persone che debbono eseguire accertamenti clinici. Per il resto vale l’analisi del punto precedente.

La terza opzione è quella di costruire il nuovo ospedale e solo successivamente al raggiungimento della sua operatività procedere alla demolizione dell’attuale: il fatto però che le due strutture siano a pochi metri di distanza probabilmente qualche disagio lo dovrà procurare. Non sembra né bello né facile avere un ospedale nuovo di zecca e far crollare con la dinamite una massa di almeno 300.000 metri cubi situata a pochi metri di distanza. A meno di smantellarlo mattone su mattone e carriola dopo carriola, con tempi lunghissimi e costi inimmaginabili.

L’opzione più probabile sembra infine il fatto di tenere in piedi l’ospedale attuale a pochi metri di distanza da quello nuovo, con lo scopo di mostrare orgogliosamente al mondo una città, l’unica al mondo,  con due ospedali vicini vicini. Resta da vedere che ne sarà del “vecchio”. Una intelligente proposta consiste nell’organizzazione di una colonia felina e nell’abbandono del terreno al suo destino, risolvendo in un colpo solo le tre maggiori criticità di Cremona: il problema dei gatti randagi, quello dei topi e quello del verde pubblico.

Comunque vadano le cose e qualunque sia la decisione operativa, l’invio di pazienti ad altre strutture sanitarie sembra assicurato. In questa ottica e perseguendo una logica già in atto, potrebbe anche verificarsi la possibilità che i pazienti cremonesi si trovino talmente bene rivolgendosi ad altri ospedali che non ci pensino nemmeno a tornare a Cremona e che quindi il nuovo ospedalino non serva proprio a nulla. Oddio, proprio a nulla no, visto che comunque qualche centinaio di milioni dovrà ben essere impiegato per la sua costruzione che, se la tradizione con la quale vengono impiegati i fondi pubblici verrà rispettata, potrebbe essere conclusa nel prossimo millennio. Davanti a tale montagna di soldi (nostri) è del tutto comprensibile che molti, non solo politici e categorie produttive del territorio, mostrino una grande esultanza.

Persino il contadino di cui sopra, quello che doveva attraversare il fiume con la capra e i cavoli, venuto a conoscenza del progetto del nuovo ospedalino,  manderebbe al diavolo sia la capra che i cavoli  per mettersi a disposizione (del lupo?) e assicurarsi anche lui  una parte dei fondi pubblici. Salvo poi, quando avrà bisogno di ricovero perché azzannato dal lupo, rimpiangere i bei tempi in cui si occupava solo di capre e di cavoli ed il lupo era solamente una bestiaccia da evitare.

 

Pietro Cavalli

6 risposte

  1. Se la stroria di Cremona insegna qualcosa avverrà esattamente quanto scritto nella opzione numero 4.
    In fondo in città il vecchio ospedale è rimasto aperto fino al completamento dell’attuale Maggiore e successivamente non è mai stato demolito o ristrutturato coerentemente, lasciando tutta la zona in disagio permanente.

  2. Un’ulteriore proposta: stiamo tutti in salute. Ma viste anche le condizioni del nostro ambiente temo che la mia proposta non sia percorribile.

    1. Condivido l’acuta analisi di Gualtiero Nicolini e tuttavia ricordo che esiste una grande differenza tra stupidi e imbecilli: mentre questi ultimi li riconosci da lontano (e te ne tieni alla larga), gli stupidi sembrano del tutto normali e ci si accorge della loro stupidità solo dopo essersi resi conto delle conseguenze del loro agire.

  3. Penso che la fine dei lavori, purché a regola d’arte, avverrà non prima del 2030, a conti fatti. Nello spazio di questi prossimi 6 anni non è impossibile che il denaro oggi a disposizione venga a mancare per molteplici cause che i lettori del blog possono immaginare. Pertanto potrebbe verificarsi lo scenario di un vecchio ospedale operativo ancora in modo minimale e uno nuovo ancora al palo.

    1. Credo che tutti gli ospedali incompiuti in Meridione configurino questa possibilità anche per il costruendo ospedalino di Cremona.

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