Il giudice Salvini: ‘pagelle’ ai magistrati e sobrietà dei pm

9 Giugno 2021

Il giudice Guido Salvini, che per cinque anni ha svolto le funzioni di gip al tribunale di Cremona e che attualmente è in servizio a Milano, è intervenuto di recente a un dibattito sulla crisi della magistratura organizzato dalla Camera penale milanese. Nel suo interevento, ha  approvato, tra l’altro, le proposte del Pd in merito all’istituzione di ‘pagelle’ per i magistrati. Ne dà notizia il quotidiano Il Dubbio. Salvini ha  anche sollecitato sobrietà da parte dei pm.

‘Nel primo caso – scrive Il Dubbio, riportando frasi del magistrato – si tratta finalmente di valutare per i pm e i giudici, nelle promozioni o nelle nomine, la loro percentuale di successi e insuccessi. Gli insuccessi qualche volta portano a delle promozioni, qualcosa del genere è successo anche a Milano in un caso’. Il Pd ha inserito fra i propri emendamenti al disegno di legge di riforma del Consiglio superiore della magistratura il collegamento fra le valutazioni dei magistrati ed esiti processuali delle richieste e ordinanze di rinvio a giudizio. Sono meccanismi condivisi anche dai partiti del cosiddetto fronte garantista e da gran parte dell’avvocatura. Salvini ha aggiunto di trovare positiva anche la proposta sul vincolo di sobrietà nella proiezione mediatica delle indagini:  ‘È assolutamente inammissibile che magistrati, soprattutto delle procure, intervengano in trasmissioni televisive per sostenere le proprie indagini – ha detto Salvini, come riporta Il Dubbio -. L’utilizzo massiccio dei mezzi di comunicazione interferisce fortemente, e sempre in un senso, nei confronti dei testimoni, dei giudici e dell’opinione pubblica’.

Salvini si è detto favorevole anche all’ipotesi di una corte di giustizia che sottragga al Csm la funzione disciplinare e ha detto che proporrebbe un doppio Csm: l’uno dei giudicanti, l’altro dei requirenti per impedire la prevalenza delle procure nel governo dell’intera magistratura.

Per quanto riguarda l’accesso alla magistratura, Salvini, in sintonia col mondo forense, propone l’apertura, previo concorso, a figure di specchiata onestà, provenienti dall’avvocatura con una anzianità di servizio di 8-10 anni. In tal modo si affronterebbe con risultati apprezzabili l’annoso problema della carenza degli organici e quello della lunghezza dei processi.

Vittoriano Zanolli

 

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