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Pandemia all’italiana: stop mascherine, contagi, vaccino, guadagni

16 Luglio 2022

Permettetemi di fare un ragionamento che potrebbe appartenere alla trama di una spy story con
finale a sorpresa, ma alcuni fatti recenti stimolano la fantasia e inducono a pensare che l’insieme
di certe realtà oggettive non siano casuali, e che l’opportunismo in politica non è mai abbastanza.

Lo stato di emergenza per covid si è concluso il 31 marzo scorso e col 15 giugno 2022 è terminato
l’obbligo per l’impiego della mascherina, con nuove regole, in relazione al diverso e migliorativo
scenario epidemiologico osservato nei mesi precedenti. Le nuove regole, in sintesi, stabiliscono
che all’aperto la mascherina non è più obbligatoria (solo in casi particolari, come negli
assembramenti) mentre resta obbligatoria su alcuni mezzi di trasporto e sul luogo di lavoro in caso di contatti ravvicinati (meno di un metro di distanza). L’emendamento al decreto Riaperture
obbliga l’osservanza di queste regole fino al 30 settembre.

Nella genetica degli italiani, più che altrove, si annida il rifiuto dell’obbligo. Credo allora si possano immaginare numerosi scenari dove l’obbligo per la mascherina non venga rispettato: mi vengono in mente i mezzi pubblici, gli uffici o le aziende dove i lavoratori sono assiepati l’uno sull’altro, così come all’aperto in caso di raduni oceanici per concerti. Eludendo regole, avvertimenti e consigli l’attività mutazionale della SARS-CoV-2 va alla grande: alcuni virologi riportano una nuova variante ogni sei mesi, anche prima se il genoma del virus viene a contatto diretto con quello umano e animale. A conferma di ciò, ed è materia nota a tutti, sia i contagi che il tasso di occupazione negli ospedali è in aumento.

Prima considerazione: il disordinato “libero tutti” sta creando confusione. Accolto con
soddisfazione da tutti gli italiani, già provati dalle severe regole per la pandemia e dal trascorso
lockdown, arriva proprio all’inizio del periodo estivo permettendo ai vacanzieri di godersi la stagione e il luogo di villeggiatura. Si sa, in vacanza si fa poca attenzione alle regole – siamo in
vacanza, perdinci! – e poi manca una attenta sorveglianza anche per quelle regole minimali che
permettono di trascorrere una bella vacanza in sicurezza. Se la mascherina non la mette lui, perché devo farlo io? – mi sembra di sentir dire. Il risultato lo si legge nella curva epidemica. La contagiosità della variante omicron e delle sue sottovarianti è nota e l’attenzione che il cittadino riserva alla tutela della salute, propria e degli altri, non è senza difetti. Motivo per il quale il ministero della Salute ha recentemente consigliato una quarta dose per gli over 60 (e fragili) già da ora, per una ondata epidemica in anticipo rispetto a quella prevista per il prossimo autunno.
Si è già detto riguardo alla scarsa efficacia dell’attuale vaccino in uso con lo scopo di fronteggiare
la variante omicron e le sue sottovarianti. I dati che arrivano dagli studi sulle quarte dosi in Israele evidenziano un aumento della protezione rispetto alla malattia grave ma non per l’infezione. Francamente non se ne capisce il senso: non è chiaro perché consigliare una quarta dose avvalendosi di un vaccino incapace di fronteggiare la variante omicron con dati sulla reinfezione che hanno superato il 10% dei casi. Al contrario, la sintesi di un nuovo vaccino, detto “bivalente” e atteso per il prossimo autunno, potrebbe porre un argine proprio alla variante omicron e alle sue sottovarianti. Peccato che, come riportano alcuni dati, il coronavirus sia capace di mutare ogni semestre, pertanto la commercializzazione di un vaccino dedicato avrebbe vita breve. Ma le multinazionali del farmaco non si fermano di fronte ai dati statistici. Guardano ai propri (Pfizer, Moderna e BioNTech al termine del 2021 avevano quotato in borsa un aumento percentuale medio complessivo del 612.3%) e vedono nel “liberi tutti” del nostro governo la possibilità di nuovi guadagni.

Seconda considerazione: a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina (frase
attribuita a Giulio Andreotti). Qualcuno potrebbe pensare che questi fatti non siano casuali e neppure coincidenti, ma che siano stati studiati ad arte: stop alle mascherine, nuova ondata di
contagi, nuovo vaccino, nuovi ricavi, nuova emergenza.

Terza considerazione: le emergenze – quella sanitaria e quella per il noto conflitto bellico –
attribuiscono alla governance “poteri straordinari” o “speciali”. Negli ultimi giorni le priorità del
nostro governo sono cambiate anche se per il politico l’emergenza che più conta è di non perdere
il proprio potere attraverso i mercati e le banche. A scapito di tutto. Serve solo tempo e pazienza
per vedere cosa ci riserva il prossimo futuro.

 

Fernando Cirillo

2 risposte

  1. Due considerazioni sul bell’articolo di Fernando . La prima: visto che la quarta dose non protegge dall’ultima variante se non mitigandone la aggressività, sarebbe consigliabile ai fragili , restando in fiduciosa attesa del bivalente. La seconda: non mi sento di demonizzare tout court i “poteri straordinari” del governo nei casi di emergenza (pandemia, guerra, clima…) ; questi “poteri” diventando una iattura solo per le democrazie in decadenza e non per quelle sane. Cincinnato e Quinto Fabio Massimo insegnano. A questo punto la domanda sorge spontanea: che democrazia è la nostra, sana o…?

    1. Riguardo alla prima considerazione non posso non essere d’accordo, nonostante i limiti riconosciuti a questo vaccino. Riguardo invece ai “poteri straordinari” conferiti al premier e alla Protezione civile con lo stato di emergenza, come sai la materia è disciplinata dalla legge 225 del febbraio 1992 e riformata dal decreto legislativo 1 del gennaio 2018. Questi poteri permettono al premier di ricorrere ai Dpcm che non passano attraverso l’approvazione parlamentare e che sfuggono al controllo di merito del Presidente della Repubblica. Non sono in grado di risponderti se questa condizione renda più democratico uno stato o se, al contrario, lo porti verso una deriva dittatoriale. Bisognerebbe sentire il parere di un giurista super partes. F

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