Pastiglie anti larva di zanzara: un altro fallimento della Sanità pubblica

14 Settembre 2022

La fila degli abitanti di Castelverde davanti al Comune per ricevere le pastiglie anti-larva-di-zanzara è forse uno degli esempi di come viene gestita la sanità pubblica, quella che una volta si occupava di “prevenzione” ed oggi invece progetta roba misteriosa dai termini vaghi, inquietanti e rigorosamente anglosassoni: One Health, Capacity Building, Equity Oriented, Health Literacy…… Ci voleva un morto per accorgersi che di febbre trasmessa dalle zanzare si può anche morire, oppure, tenendo conto che sono gli anziani ed i pazienti cronici quelli che pesano maggiormente sulla sanità pubblica, qualcuno pensa che se il loro numero viene ridotto, si possono risparmiare molti quattrini che possono venire impiegati per altri e più interessanti obiettivi, magari per favorire il comparto edile?

Una volta, parecchi anni fa, la malaria fu debellata anche con la disinfestazione contro le zanzare. Oggi invece non si capisce chi deve occuparsi delle zanzare e delle malattie che possono trasmettere (Comune? ATS? Cornetto portafortuna?) e neppure se è normale ritenere che le zanzare facciano parte del paesaggio oppure rappresentino una specie protetta.

Certo che occuparsi dei massimi sistemi e di politiche sanitarie ad altissimo livello fa perdere di vista gli aspetti minori della Sanità pubblica, magari quelli legati alla banalità delle malattie trasmesse dalle zanzare e che potenzialmente interessano tutti i cittadini, persino in piazza del Duomo. Oppure mancano i soldi per l’acquisto di prodotti larvicidi? Ditelo, che magari vi possiamo suggerire metodi altrettanto efficaci e assai più economici: forse vi siete persi la notizia che basta utilizzare piccole quantità di comune detersivo liquido per piatti per impedire la riproduzione delle zanzare. Un intervento semplice ed altamente efficace, studiato alcuni anni fa dall’Università di Pavia e dal professor Riccardo Groppali e che, proprio perché non costa nulla, nessuno ha mai pensato di applicare.

Già che ci siamo, ci permettiamo anche di ricordare che non esiste solamente il West Nile virus, ma anche tutta una serie di possibili problemi di salute pubblica che meriterebbero almeno un poco di attenzione. Il mercato del pesce di Wuhan prima e il raduno di Maspalomas poi hanno dimostrato che i virus si diffondono con estrema velocità e che le epidemie del passato non costituiscono solamente capitoli sui libri di storia, ma testimonianze di come occorra essere sempre vigili e preparati, anche al peggio.

Ai più disattenti andrebbe ricordato che il virus della poliomielite, in un momento in cui le mutazioni del virus vaccinale costituiscono un elemento di grande preoccupazione, ha indotto le Autorità sanitarie di New York a dichiarare l’emergenza. Non è che in Italia dobbiamo per forza fare finta di niente: alle persone e ai virus bastano poche ore di volo per arrivare in Italia, dove, come al solito, si attende il disastro per lamentarsi poi del destino cinico e baro.

In un contesto, il nostro, dove la prevenzione delle malattie trasmesse dalle zanzare viene sostituita dal bollettino dei decessi e delle infezioni, secondo una contabilità precisa e diligente che si limita ad elencare quanto già avvenuto, pare lecito chiedere che senso abbia utilizzare il termine “prevenzione”. In questo contesto la fila di cittadini davanti al Municipio per la distribuzione alla fine dell’estate di pastiglie anti-larva-di-zanzara infonde una grande tristezza, anche perché rappresenta una nuova metodologia di intervento, in cui non solo si chiude la stalla quando i buoi sono già scappati, ma il guardiano ne fornisce soddisfatto un elenco dettagliato e magari se ne vanta pure.

 

Pietro Cavalli

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