Peste suina nel Pavese, M5s: dalla Regione misure urgenti

28 Agosto 2023

Paola Pollini (M5S): «Due mesi fa, in Consiglio regionale, avevamo avvertito dell’enorme rischio e dell’incalcolabile danno economico, al quale sarebbero andate incontro le imprese e i territori lombardi qualora la PSA si fosse diffusa all’interno degli allevamenti. Avevamo chiesto al centrodestra il coraggio di adottare misure importanti, per evitare che ciò accadesse. Misure che la maggioranza non ha voluto nemmeno ascoltare. Ora che la peste suina africana è arrivata nel Pavese, radendo di fatto al suolo un intero allevamento di suini, cosa intende fare Regione Lombardia? È finalmente arrivato il momento della responsabilità? C’è l’intenzione di tutelare un’intera filiera, oppure meglio continuare ad assecondare le volontà di pochi a dispetto dell’interesse di molti? ISPRA ha inequivocabilmente spiegato che i cinghiali, seppur rappresentino la causa primaria della PSA, sono anche lo strumento più lento di diffusione virale. Il vero pericolo è l’uomo, che con il suo comportamento ha prima potenzialmente generato le condizioni per la proliferazione della PSA (rifiuti contaminati) costituendo poi il veicolo di diffusione più rapido e a maggior raggio d’azione. È infatti risaputo che il virus resta attivo per moltissimo tempo (mesi) all’interno delle sostanze organiche rilasciate dai cinghiali e che l’uomo, calpestando tali sostanze (a piedi, con le biciclette, con moto o veicoli), finisce involontariamente per diffonderlo. Gli aiuti per le recinzioni contro i cinghiali vanno benissimo, ma arrivati a questo punto occorre bloccare la circolazione umana nelle aree di contenimento indicate dall’Unione Europea. Contestualmente bisogna ristorare le eccellenze del territorio dei danni subiti e investire risorse in ricerca attiva specializzata. Ora che il virus si sta propagando sul territorio lombardo si continuerà a far finta di nulla per accontentare i vari portatori d’interesse e a quali condizioni per tutto il comparto suinicolo? Presenteremo nel merito un’interrogazione. La Regione Lombardia deve rispondere».

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