Philòpride, la passione per la filosofia genera amicizia

9 Ottobre 2023

Philòpride. Che cos’è? La classica domanda socratica si addice più che mai a questa rassegna di tre giorni tenutasi a Milano il 6,7,8 ottobre 2023. Ebbene, “philò” allude alla filosofia, di cui è noto il significato di passione per la ricerca, ma a cui va aggiunto un riferimento all’amicizia che si crea quasi naturalmente fra coloro che la praticano. La buona cara amica di Socrate, musica per le sue orecchie ma anche vipera che quando ti morde non molla più la presa. Chi ci casca ci riprova.

Più complessa l’interpretazione di quel “pride” che siamo ormai abituati ad associare alla grande festa gender in occasione della quale si svolgono sfilate gioiose per le strade di differenti metropoli. Il “pride” in questione non allude alla tematica gender, ma piuttosto all’orgoglio declinato in modo specifico non come l’arroganza di cui parlano le Scritture, forza distruttiva radice di ogni peccato, bensì come consapevolezza, autostima, magnanimità, amore giustificato di sé. Ciò che Rousseau chiamava “amor di sé”, distinguendolo dall’amor proprio, che altro non è se non narcisismo, odio per gli altri, e può portare alla violenza.

Insomma, la filosofia rivendica l’orgoglio di pensare e sottoporre tutto alla critica, che, per citare l’immarcescibile Kant, si applica ad ogni argomento. E se la religione cerca di sottrarvisi per la sua santità, e la legislazione per la sua maestà, esse danno luogo a “giusti sospetti, e non possono pretendere quella non simulata stima che la ragione concede solo a ciò che ha saputo resistere al suo libero e pubblico esame”.

Detto ciò, va riconosciuto agli ideatori un notevole coraggio per aver proposto incontri intensivi e immersivi (come si usa dire) nelle mattine di venerdì e sabato e nel pomeriggio di domenica. Si tratta del gruppo di lavoro dell’editore Farina, editore indipendente che nel giro di pochi anni ha pubblicato una marea di testi filosofici caratterizzati dal formato agile e dalla grafica di copertina colorata riconoscibile per eleganza e sobrietà. I nomi sono innanzitutto quello del direttore editoriale Mauro Trentadue, instancabile ricercatore di inediti da pubblicare o scritti da tradurre, specie ma non solo nella produzione filosofico-letteraria del Novecento francese, con attenzione per il “femminile plurale”: da Simone de Beauvoir a Rachel Bespaloff, da Simone Weil a Cristina Campo, da Hannah Arendt a Etty Hillesum, Azar Nafisi e Rosa Luxemburg. E poi ci sono le traduzioni dagli antichi latini e greci a cui collabora Monica Moro. E ancora Lorenza Mantovani, editor di Farina, e il direttore generale Marco Gaetani. Attorno al gruppo orbitano svariati collaboratori accomunati dalla passione per il pensiero filosofico. Tutto ciò si è tradotto nel Philòpride, occupando nei primi due giorni gli spazi della libreria Lapsus, dove si è parlato di Simone de Beauvoir in Algeria, e la libreria la Balena, dove è stata la volta di Seneca. Piccolo breviario di sopravvivenza filosofica.

Domenica ha visto la conclusione dell’evento con un pomeriggio intenso inframmezzato da dialoghi, confronti e aperitivi nella sede dell’editore in via Carcano. Gli argomenti hanno preso le mosse da una Lezione sul Tardo antico, dedicata all’imperatore Flavio Claudio Giuliano e alla sua Piccola antologia filosofica, procedendo poi con l’intervento su “Cristianesimo al tramonto?”, uno su “La vita e il pensiero di Henry David Thoreau” ed infine uno dedicato a “Simone Weil e la condizione operaia”.

Presenti e affollati, nella piccola sala giovani, adulti e anzianotti. Ce n’è da riflettere per un bel pezzo!

 

 

Patrizia de Capua

 

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